Bari: limiti e problemi della squadra e società

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“E confondo i miei alibi e le tue ragioni” : si trovasse difronte a uno dei tanti tifosi delusi del Bari, Vincenzo Torrente probabilmente citerebbe il celebre verso della canzone di De Gregori. Diciamo la verità: visti i risultati, qualunque società della galassia avrebbe esonerato da un pezzo l’allenatore di Cetara. Che però, paradossalmente, grazie al forzato immobilismo del board biancorosso, resta inchiodato alla panchina. Il breve idillio con la tifoseria barese è però finito da un bel po’: pensavo fosse amore invece era un calesse. Parte quindi ufficialmente il processo a Torrente: questi i pesanti capi d’accusa e gli alibi della difesa.

L’ACCUSA

SQUADRA SENZA GIOCO E SENZA PERSONALITÀ – Delle squadre di calcio si dice che rispecchiano il proprio allenatore, così come i cani rispecchiano i propri padroni. Il Bari di oggi è una squadra che non abbaia e non morde, brutta senz’anima. Semina poco e raccoglie ancor meno. Quali sono le strategie di gioco di Torrente? Il gioco sulla fasce? Non pervenuto. Possesso palla e palleggio? Non scherziamo. Difesa e contropiede? Macchè. Alzi la mano chi c’ha capito qualcosa.

SCARSA VALORIZZAZIONE DEI GIOVANI – Qualche settimana fa Angelozzi ha detto che Torrente sta valorizzando i giovani. Ah sì? Su Polenta stendiamo un pietoso velo. Masi, arrivato nel capoluogo pugliese con ottime referenze, ha sin qui racimolato solo una manciata di minuti. Stoian, l’unico giocatore per cui valga la pena guardare le gare dei biancorossi, ha dovuto aspettare sino all’undicesima giornata per esordire dal primo minuto. Bellomo non si può certo dire che sia esploso. Forestieri un pianto. Valorizzazione dei giovani? E dove?

SCELTE TECNICHE SBALLATE – SI pensava che il 4-3-3 fosse per Torrente un mantra. Vista la rosa, piena di esterni d’attacco e povera di centravanti, era il modulo adatto al Bari e su quello bisogna insistere. E invece Torrente, alle prime difficoltà dei galletti, ha pensato bene di dar vita a una girandola di moduli (e di uomini) senza costrutto. Altre pecche dell’allenatore: spesso ha sbagliato la formazione iniziale, quasi sempre ha fatto cambi sciugurati.

LA DIFESA

I LIMITI DELLA SQUADRA – Alla lunga, la mancanza di un bomber si fa sentire. Puoi anche giocare il calcio più bello del mondo, ma se poi non c’è chi la butta dentro… un altro limite della squadra la mancanza di un regista puro e di valide alternative ai terzini titolari: in molte gare perse, da quella contro l’Albinoleffe a quella contro il Verona, hanno pesato gli errori di chi ha sostituito Crescenzi e Garofalo.

GLI INFORTUNI – Detto delle frequenti assenze di Crescenzi e Garofalo, cosa aggiungere sul caso De Paula? E su Bogliacino? E su Forestieri e Galano? Da un po’ di tempo a questa parte sembra che il Bari sia colpito da una maledizione. Macumbe da Lecce? Colpa dello staff medico? Preparazione sbagliata? Semplice Sfiga?

LA CRISI SOCIETARIA – Gli stipendi non pagati. La querelle Matarrese-Meleam. Il fallimento dietro l’angolo. Tutto questo non ha certo influito positivamente sulle prestazioni della squadra. Brutto segno quando una società è costretta a vendere i propri pezzi pregiati. Se poi il pezzo pregiato è un attaccante che in diciotto gare ha segnato un gol su azione, i cui possibili acquirenti sono Barletta, Spezia e Benevento…beh, allora si può dire che il Bari sta con le pezze al sedere.

LA SENTENZA

Gli alibi sono tanti e corposi. Come i punti buttati all’aria. Nonostante tutto, però, dato il mediocre livello della cadetteria, il Bari poteva avere molti più punti in classifica. In fondo, a pensarci bene, in rosa ci sono giocatori che il campionato di Serie B l’ha già vinto (Caputo, Rivas, Scavone), che son saliti sul palcoscenico della Champions League solo pochi anni fa (Donati), che fanno parte del giro dell’Under 21 italiana (Crescenzi, Forestieri), che han partecipato al mondiale del 2010 (Kopunek) e al mondiale Under 20 nel 2011 (Polenta). Con un roaster così si poteva fare molto di più. Per questo condanniamo Torrente. Ma c’è un girone di ritorno davanti. E non è da escludere la sua assoluzione in appello.

[Diego Fiore – Fonte: www.tuttobari.com]