Bologna: decimo posto, missione possibile

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Fare il punto sulla situazione in casa rossoblù in questo momento non è semplice. Innanzitutto non lo è perché ormai gli aggettivi per descrivere questa squadra sono finiti: brillante, tosta, compatta, vivace, commovente, tenace, sorprendente e via di scorrendo. Una squadra che, con ancora una partita  da recuperare e senza quei tre maledetti punti di penalizzazione, avrebbe potuto essere nella migliore delle ipotesi a quota 35 punti, a sole tre lunghezze dalla Juventus. E non è facile anche perché quando ci si trova in un limbo di classifica in questo momento del campionato non si sa mai cosa potrà accadere, se ci si accontenterà un po’ tirando i remi in barca e compiacendosi per essersi lasciati alle spalle l’inferno, o se si inizierà a sognare un piccolo angolo di paradiso col rischio di rimanere delusi. Ma col Bologna 2010/2011 non credo si porrà nessuno dei due problemi. Sono certo che questo gruppo, che ha attraversato tempeste di sabbia e mari in burrasca, non si adagerà sugli allori, ma vorrà dare ancora prova del suo valore, per dimostrare di essere forte anche in un periodo di discreta tranquillità e non solo con l’acqua alla gola. Inoltre credo che questi ragazzi oltre ad essere bravi calciatori siano anche persone intelligenti e, non prestando troppa attenzione ai proclami di Europa League di qualche burlone, sappiano perfettamente che il massimo obbiettivo perseguibile sia il decimo posto.

E sia ben chiaro, il decimo posto sarebbe un traguardo eccezionale, specie se si pensa che i rossoblù non raggiungono questa posizione nella massima serie da ben nove anni. Una posizione bella, tranquilla, soddisfacente, al riparo dalle zone buie della graduatoria e che ci consentirebbe finalmente di tornare a guardare un po’ più da vicino le grandi del campionato. Anche Daniele Portanova, uno dei leader indiscussi dello spogliatoio, lo ha dichiarato di recente: “Colloco questo Bologna nella facciata sinistra della classifica. E lì vorrei finire, vorremmo finire tutti”. E in fondo è anche così che si costruiscono dei cicli importanti, salendo un gradino alla volta per arrivare sempre più in alto. Prima la salvezza (anche se quelle degli ultimi due anni sono state più simili a dei parti), poi una posizione stabile (magari senza bisogno che tutti gli anni spunti un ‘puffarolo’ fra i quadri dirigenziali), infine un piazzamento europeo. Il Bologna è sulla buona strada, non si vuole accontentare ma non vuole nemmeno strafare, sapendo perfettamente che nel campionato italiano basta un attimo per passare dalla serenità alle mille preoccupazioni. Per questo dobbiamo essere felici, perché finalmente abbiamo una squadra in grado di garantirci stabilità e, società permettendo (ma anche qui, pian piano, sembra che le cose si stiano sistemando), anche un futuro roseo.

La stretta attualità ci presenta uno sfida esterna con la Sampdoria che gli uomini di Malesani possono affrontare senza ansie e con due risultati su tre a loro disposizione. Per citare Gianfranco Civolani, un ‘pareggiaccio’ andrebbe benissimo, ma se dovessero addirittura arrivare i tre punti non storceremmo di certo il naso. I liguri, orfani della coppia Cassano-Pazzini, stanno attraversando il periodo più difficile degli ultimi anni ma sicuramente vorranno dimostrare di non essere alla frutta e, ci posso scommettere, venderanno cara la pelle. Sarà una partita intensa, probabilmente la squadra di mister Di Carlo partirà forte, specie sugli esterni, e i nostri dovranno essere bravi a restare lucidi e a portare avanti il solito eccellente possesso palla senza farsi prendere dal panico, sfruttando al meglio gli spazi che una squadra che gioca all’attacco per fare bella figura inevitabilmente ti concede. Non ci saranno Britos (infortunato e comunque squalificato), Della Rocca (anche lui per squalifica) ed Ekdal (fermato da uno stiramento), ma rientrerà il piccolo genio d’Uruguay Gaston Ramirez, ancora non si sa se dal primo minuto o a gara in corso.

Era da un bel po’ di tempo che non capitava ma, nonostante l’immancabile tensione per le sorti della propria squadra degna di ogni tifoso che si rispetti, ultimamente guardare le partite del Bologna sta diventando un vero piacere. Finalmente, come dicevo poco fa, la squadra gioca bene e ha una propria identità, e sicuramente molto del merito va ad Alberto Malesani, fondamentale guida e abile stratega. Ormai con questa squadra gioire non è più l’eccezione ma sta diventando la regola, e speriamo che questa tendenza si possa protrarre il più a lungo possibile. Lo meritiamo noi tifosi e lo merita questo straordinario gruppo. Un gruppo di cui, viste le doti tecniche ed umane, avrebbe potuto far parte anche Niccolò Galli. Il mio ultimo pensiero, a pochi giorni dal decimo triste anniversario della sua scomparsa, va a lui e alla sua famiglia. Ciao Niccolò.

[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]