Bologna: Il feretro e l’orgoglio

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Una bara prima, e una testa di maiale poi, sembrano un messaggio molto chiaro che la misura è più che colma. A Bologna il tempo dei giochi e delle prese in giro è durato anche troppo: una parte della tifoseria ora fa la voce grossa, il consiglio è di non contraddirli, anzi l’invito a Porcedda e Menarini resta  invariato. E cioè fare le valigie, e in fretta anche. Per non aggiungere altre motivazioni alla loro leadership indiscussa nella classifica delle peggiori gestioni sportive di sempre a Bologna. Malesani ha dato un chiaro segnale, nell’ultima conferenza stampa. Ha dato l’impressione di un uomo stanco, piegato dalle fatiche e dalle parole al vento, dalle false promesse e dalla tanta fiducia concessa a fondo perduto. La sua faccia tradiva una spinta che sta venendo meno, pur con le dovute garanzie anche per Parma di massima professionalità e serietà che lui e i suoi ragazzi hanno sempre dimostrato ben oltre quanto gli si chiedesse.

Però la corda è stata troppo tesa. Le ripicche, i giochi di potere, le schermaglie da asilo che animano gli ultimi mesi del Bologna sono un teatro stucchevole e offensivo nei confronti di un’intera città e di un organico che sta uscendo con le sole proprie forze da una melma affogante. Eppure, praticamente con le spalle al muro, i signori che ahinoi comandano il Bologna hanno ancora il coltello dalla parte del manico e si producono in squallidi giochetti per forzarsi l’un l’altro la mano. Andatevene e lasciate in pace una città.

Postilla: il gruppo di Consorte inizia chiedendo un prestito ai giocatori stessi. Beh, mica tanto bene eh. Maurizio Mian e il fido Gunther, invece, sembrano tirarsi indietro. Al Tardini cerchiamo di regalare almeno un sorriso natalizio a chi soffre per il Bologna, sperando che un risultato positivo dal campo dia la spinta finale al ribaltone in società, facendo piazza pulita definitiva di tutta quella gente che da anni antepone di gran lunga il suo interesse personale a quello dei colori rossoblù. Attenzione, perchè il Parma è in bella ripresa, ha un punto più di noi (18 a 17) e ha ritrovato la vecchia volpe Crespo, ora al top della forma. Marino, che notoriamente privilegia un calcio d’attacco, si è inventato Angelo e Giovinco esterni offensivi e in mezzo al campo lascia Dzemaili a sobbarcarsi un grande peso sorretto solo in parte da Valiani (o Morrone) e Candreva, che hanno più caratteristiche di ripartenza che non di contenimento.

Poveri a centrocampo in sostanza e contrasto (mancano Mudi e il Ruso), speriamo di pareggiare il conto almeno con la rapidità e la qualità. C’è Ekdal che fa a spallate con Ramirez per la maglia del trequartista, c’è Moras che pare meglio di Garics (almeno per Malesani) per contenere la tecnica di Giovinco, c’è Cherubin che con Portanova riesce dove finora nessuno aveva potuto, cioè panchinare Britos che, dopo i due gol, contro il Milan è andato maluccio. Fuori l’orgoglio, per l’ultima fatica prima dell’agognato Natale. Poi vedremo quel che sarà, di tutta la commedia degli orrori.

[Federico Frassinella – Fonte: www.zerocinquantuno.it]