Cagliari: Pierpà, ma che partita hai visto?

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«Ai ragazzi posso solo dire bravi e di continuare così, perché meritano di più e la fortuna prima o poi cambierà. Si ricorderà anche di loro. Il Cagliari non ha subito, il Napoli non ci ha messo in grandi difficoltà. Qualche occasione importante l’abbiamo avuta, abbiamo anche commesso qualche errore e negli ultimi venti minuti abbiamo creato e cercato di vincere. Ora dobbiamo tenere i nervi saldi, recuperare e guardare avanti».

Questo Pierpaolo Bisoli al termine di Cagliari-Napoli. Ora, che i rossoblù al termine della gara avessero bisogno di esser tirati su di morale è evidente. Un tecnico però dovrebbe, nell’analizzare la gara, da un lato mantenere un profilo equilibrato, ammettendo con sincerità cosa è andato e cosa no; dall’altro far capire ai suoi ragazzi dove si deve lavorare per ripartire con serenità. All’allenatore rossoblù, al termine della gara, è mancata la capacità di analisi. Quantomeno davanti ai microfoni.

Già avendo visto la partita, le sue dichiarazioni erano parse avventate. Il giornalista che si permette di dissentire rischia però di essere accusato di non saper “leggere il calcio”. Meglio astenersi e seguire il consiglio dato non troppo tempo fa dall’ex tecnico cesenate, andando per l’appunto a leggere il calcio prima di esprimere la propria opinione. Ebbene, statistiche alla mano, si può affermare con certezza che, fino al novantaquattresimo minuto, in fondo al Cagliari non era andata poi male. E i dati rilevati su Cagliari-Napoli sono degli ottimi spunti di riflessioni per analizzare le possibili cause dello scarso rendimento di Conti e compagni.

LA TATTICA – Anzitutto l’impostazione tattica del Cagliari. In tempi non sospetti segnalammo come Bisoli si stesse muovendo verso una trasformazione del 4-3-1-2 in 4-2-3-1. Anche mercoledì contro il Napoli ne abbiamo avuto conferma. Nella prima frazione di gara la scelta è stata più attenuata, con Laner che si muoveva prevalentemente davanti alla cerniera di centrocampo Conti e Biondini, senza però delineare un vero e proprio cambio di modulo.

Nella ripresa invece è sembrato chiaro fin da subito il cambiamento di rotta. Biondini e Nainggolan sono andati a comporre la coppia di mediani, con Conti che da vertice basso si è trasformato in vertice alto del centrocampo. Cossu e Nenè l’hanno affiancato nell’appoggiare Matri. E il Cagliari ha cercato, per gran parte della partita, il lancio lungo, provando a sfruttare la seconda palla data dalle sponde di Matri e Nenè con l’inserimento di Cossu, Conti e, nella prima frazione, Laner. Dal campo ci era parso così, le statistiche hanno confermato il fumus.

DIFESA … – La statistica che più colpisce è però quella relativa alla fase difensiva. Si era detto e scritto tanto sulla fase difensiva impeccabile di Bisoli, che faceva da contraltare a una fase offensiva ancora da mettere a punto. Ebbene, il Napoli è stato superiore anche dal punto di vista del contenimento. Gli uomini di Mazzari hanno pressato svariati metri più avanti rispetto ai rossoblù, hanno recuperato molti più palloni e soprattutto hanno messo a referto un 76% di protezione della propria area, contro il 47% di Conti e compagni.

… E ATTACCO – Parlar male della fase offensiva dei rossoblù contro il Napoli è come sparare sulla croce rossa. Desolante lo spettacolo offerto dalla partita, con una sola conclusione in porta, su calcio piazzato di Nenè, e ancor più desolante il riscontro offerto dalle statistiche. Il Napoli ha avuto una grande supremazia premiata da un 58% di possesso palla, contro il 42% dei padroni di casa, mantenendo un baricentro assai più alto del Cagliari. A creare imbarazzo sono poi i dati relativi alla pericolosità: sono 10 i palloni giocati dai rossoblù in zona area, contro i 51 degli avversari. Imbarazzante anche la percentuale di attacco alla porta: 24% per il Cagliari, 56% per il Napoli. I partenopei hanno tirato 12 volte, centrando in 7 occasioni lo specchio. I rossoblù si sono limitati a 5 tiri verso De Sanctis, di cui solo 2 hanno richiesto l’intervento del portiere.

Le statistiche finiscono insomma per confermare l’impressione che si era avuta dal campo. Un Cagliari molle, rinunciatario, privo di idee e di cattiveria, ha subito per almeno sessantacinque minuti l’iniziativa di un Napoli assai più rapido e concreto, ben messo in campo dal suo tecnico Mazzarri. Nelle ultime stagioni il Cagliari aveva sempre messo in difficoltà il Napoli, e più in generale le difese a tre del campionato, con un atteggiamento molto semplice: facendo allargare Matri sulla fascia, in modo tale da aprire la difesa e portar fuori almeno uno dei tre centralei, e colpendo negli spazi lasciati vuoti centralmente con l’inserimento dell’altra punta e dei centrocampisti.

Il Cagliari di Bisoli ha provato invece a sfondare per vie centrali, attraverso il lancio lungo a cercare la sponda del centravanti, oppure per vie laterali con l’utilizzo dei terzini, che si trovavano in ogni caso a dover fronteggiare i due esterni alti del Napoli prima di poter costringere a venir fuori dalla difesa i laterali del terzetto partenopeo. I risultati di tutto ciò sono stati la prestazione totalmente insufficiente di Matri e quella non certo strabiliante di Nenè. Ma soprattutto è sparito dal campo Andrea Cossu, forse il peggiore dei suoi. E a colpire in questo senso sono anche le statistiche sui singoli. Se nel Napoli il giocatore che ha giocato più palloni, ricevendo e impostando, è stato com’è ovvio che sia Hamsik, ovvero il giocatore più tecnico che fa da collante tra centrocampo e attacco, nel Cagliari il maggior numero di palloni non sono stati giocati né da Cossu, né da Conti, bensì da Biondini.

Insieme a Perico quest’ultimo è stato il giocatore più servito, e quello che ha distribuito più palle. Anche i flussi di gioco confermano l’idea tattica di Bisoli: la palla ha viaggiato prevalentemente verso destra, con l’obiettivo di sfruttare le avanzate di Perico. L’alternativa è stata il lancio lungo a cercare Nenè. Il meno cercato dai compagni, guarda caso, è stato proprio Matri, avulso dal gioco per lunga parte della gara.
Dopo gli errori commessi a Udine (anche i friulani giocavano con la difesa a tre), il Cagliari si è ripetuto contro il Napoli. Con l’aggravante che contro i partenopei si giocava in casa e si è riusciti a subire maggiormente l’avversario oltre che a perdere l’incontro. Era la prima delle tanto attese partite casalinghe: dopo il calendario difficile e la maggioranza partite giocate fuori casa, si attendevano questi incontri per risollevare le sorti del Cagliari. La prima chance è stata ciccata clamorosamente. Nella seconda, a decidere sulle sorti dei rossoblù e sul futuro di Bisoli sarà, ironia della sorte, Davide Ballardini, neo allenatore del Genoa.

[Niccolò Schirru – Fonte: www.tuttocagliari.net]