Catania-Genoa 3-2: conferme positive

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CATANIAC’è una sensazione da confermare, quella che il Catania visto a Roma, il Catania dei pezzi pregiati tutti trattenuti, dei giovani di belle speranze arrivati in estate, il Catania dell’allenatore che comincia per emme, ma la emme di Maran, è od almeno può dimostrarsi più forte di quello del suo celebrato predecessore, Montella che, vedi il destino, l’aspetta poi a Firenze proprio al turno successivo, dopo la sosta. Nell’altra metà campo il Genoa, non è una novità all’esordio, per i rossazzurri, non lo è neanche per il Massimino (già tre precedenti tra A e B). Genoa che ha una sensazione da allontanare, che il disamore del presidente Preziosi non coincida con la remissione della squadra ad un campionato almeno all’altezza del blasone che tante, troppe volte, ha patito lo smacco della retrocessione, rischiata anche nella coda della stagione scorsa.

La primissima frazione di gioco da ragione al Catania. Al 5° Granqvist, nel tentativo di coprire un cross dalla destra, rischia l’autorete con una deviazione in planata di testa che si spegne di poco a lato del palo di Frey, ugualmente immobili. All’8° traversone di Gomez dalla sinistra che trova la spaccata rasoterra di Bergessio leggermente in ritardo. Quindi, al 10°, prime sortite offensiva del Genoa, Legrottaglie allontana in scivolata un cross dalla destra di Kucka, pochi minuti dopo fermato alla stessa maniera poco prima d’inserirsi in area palla al piede. Il Genoa aumenta la densità e la velocità a centrocampo, le traiettorie del Catania vengono adesso quasi sempre sporcate, l’azione offensiva rallentata, affiorano i primi errori coi rossoblu in agguato per sfruttar la transizione in ripartenza. Al 18° però Gomez scappa alle attenzioni di Sampirisi, raggiunge il fondo, mette al centro per Barrientos che gira di sinistro sul palo lungo, lasciato sguarnito da Frey, palla a giro, esce d’un soffio. Al 20° un arzigogolato schema su punizione porta Gomez al tiro da posizione diagonale, Frey copre il palo e blocca a terra. E’ la prima di altre due occasioni goal, protagonisti Bergessio (rovesciata in area piccola) ed Almiron (conclusione a fil di palo) che precedono l’imprevedibile rete del Genoa.

E’ il 25°, Vargas scappa ad Alvarez, cross basso che attraversa l’area, a destra o riprende Immobile che vede e serve Kucka solo davanti alla linea di porta, senza neanche Andujar ad ostacolarlo. Rete inevitabile. Lo svantaggio non abbatte il Catania che anzi, martella con immutata vigoria le difese genoane sfiorando ripetutamente il pareggio come in precedenza aveva sfiorato il vantaggio. Almiron al 27° fa nuovamente il solletico al palo destro di Frey. Al 31° è Gomez a mandare di poco alto sopra la traversa un colpo di testa dall’interno dell’area piccola. Al 40° il Genoa si riaffaccia in avanti e per poco non rischia il raddoppio, Immobile semina Marchese e Legrottaglie, attento Andujar a sceglier il tempo d’uscita ed agguantare il pallone allungato troppo dall’attaccante. Proprio allo scadere il Catania potrebbe premiare i propri sforzi capitalizzando l’azione che manda Lodi a tu per tu con Frey, è il 42° ed il regista etneo conferma il proprio tabù, reti solo su palla inattiva, stavolta a dir no è il tacchetto di un avversario, protesto in scivolata. La misura del predominio intaccabile etneo è data dagli applausi scroscianti che accompagnano la squadra negli spogliatoi quando, senza un attimo di recupero, Giannoccaro manda le squadre a riposo.

La ripresa vede ancora il Catania in avanti. Al 53° fuori Almiron per infortunio, dentro Castro, subito ammonito per intervento falloso. L’argentino si piazza interno sinistro nel centrocampo a quattro. Subito pericolo l’argentino che, entrato in area, fa arrabbiare Bergessio a cui non serve un pallone scaraventato addirittura in rimessa laterale. Dal 60′ inizia a piovere copiosamente. Ed è sotto la pioggia che la gara cambia, anche grazie alle sostituzioni. Maran vede premiata la scelta offensiva di Castro a centrocampo, De Canio, di contro, paga lo scotto di aver tolto un argine in mediana, come Seymour, inserendo il più offensivo Jorquera a sprezzo della superiorità mostrata in campo dai rossazzurri. Accade tutto in 2′, al 65° proprio Castro, dopo uno scambio al limite dell’area con Biagianti, serve Bergessio d’esterno, facendosi perdonare l’egoismo dell’azione precedente. Il numero 9 etneo fredda Frey in uscita, è il pareggio. Sospinto dai boati del pubblico i Catania ripassa, come detto, poco dopo, al 7° angolo calciato che trova Bergessio tutto solo a schiacciare oltre la linea di porta il 2-1 nella zona di conflitto tra Frey ed un suo compagno. De Canio inserisce Borriello per Vargas e Moretti per Antonelli. Nulla fa presupporre che la gara possa cambiare ed invece, affidandosi alla giocata di un singolo, Jankovic nella fattispecie, il Genoa perviene al pareggio bello, spettacolare, assolutamente inatteso ed immeritato. Che sassata diagonale, all’81°, a fil di palo dai 30 metri. La panchina genoana esplode, il pubblico etneo non demorde, il Catania neppure. Finite le energie, dato tutto il possibile, al Catania non resta che appigliarsi alle magie dei singoli, come fatto dal Genoa per l’intero corso di gara. Ed ì così che Lodi, dopo aver confermato la sua poca affinità al goal su palla attiva si fa perdonare su palla inattiva, spedendo alle spalle di Frey un destro a giro che infuoca il Massimino almeno quanto i minuti finali che vedono il Genoa tre volte vicino al pareggio e tre volte fermato da Andujar che, in coda, eguaglia il merito dei tre compagni andati in rete salvando prima su Borriello, all’89°, tiro a botta sicura, ravvicinato, salvato in angolo, al 90′+1′ tiro dalla distanza di Jorquera, alzato a mano aperta sopra la traversa, infine al 90′+3′ colpo di testa di Sampirisi, dito medio ed anulare a spizzare sulla traversa, palla che rimbalza sulla linea, poi allontanata dalla difesa. Termina col Genoa in avanti per l’ultimo calcio piazzato dell’incontro, la copertura del Catania, la controffensiva, il tacco di Lodi, il fischio di Giannoccaro, l’esplosione di gioia del Massimino.

Vince il Catania, vince con merito, a dispetto dell’irrazionalità del calcio che fa patire per il gusto di render solo più gustosa la vittoria, con la sofferenza del prima ed il senno del poi. In mezzo ci sta il Catania, le sensazioni divenute convinzioni con gli applausi dei tifosi, col ticchettare della pioggia e dei minuti che passavano, del goal che non arrivava ma era là vicino, bastava solo, bastava quel tanto che divide la fortuna dalla sfortuna, il merito dalla disfatta, il presente dal passato. A dispetto delle sensazioni su una gara segnata, su di un centravanti che non segna, su di un portiere che non para, su di una squadra che potrebbe “ma tanto..”. È con le proprie convinzioni, ferme, e con quelle dei tifosi, quelli sempre convinti, che Catania sa di poter far meglio di prima, meglio che mai, in campo, in classifica… in abbonamenti.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]