Catania: il “Mago dei Cambi” incerto sul suo cambio

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L’impressione era già maturata dal campo, numeri alla mano appare adesso come un’evidenza significativa: Il Catania si è salvato grazie ad i suoi gregari, ad i suoi panchinari, i suoi sostituti, tante definizioni ma nessuna perfettamente calzante per definire quei giocatori che non sono né gregari, né panchinari, né semplici sostituti ma che spesso hanno inciso più subentrando a gara in corso che non dando il proprio contributo dal primo minuto.

Maestro delle scelte, il tecnico Diego Pablo Simeone. Potremmo dire che il Catania ha azzeccato la sostituzione del tecnico, poi il tecnico ha azzeccato tutte le altre. Sono ben 14 i punti maturati a seguito, diretto od indiretto, delle scelte effettuate a partita in corso dal “Mago dei Cambi”. Li elenchiamo tutti:

Si comincia dal primo successo della gestione Simeone, in casa contro il Lecce. Dopo il vantaggio, maturato su calcio piazzato insaccato da Silvestre allo scadere del primo tempo, Jeda e Munari riportano il Lecce in quota. Già dal 46° però, Simeone ha mandato in campo la sua mina vagante, che aspetta solo di esser innescata. Ed così che Lodi, all’80° ed all’85° piazza sul medesimo palo, da punizione, la sua prima doppietta in A che vale al Catania una vittoria fondamentale per il prosieguo del cammino salvezza (3 punti).

Casualità? Passano 7 giorni e nel diluvio che soffoca le avanzate etnee contro la Sampdoria, pur ridotta in 10, al 53° dalla panchina di alza Llama. L’argentino non è in forma, sente ancora dolore al ginocchio operato, tanto che pochi giorni dopo si sottoporrà ad una nuova operazione, eppure stringendo i denti al 75° regala al pubblico una perla balistica di rara bellezza che vale altri 3 punti salvezza oltre alla terza vittoria consecutiva interna.

Meno decisive, ma non meno indicative, le scelte proposte nel derby. Il Catania vince già 2-0 sul Palermo, grazie all’autorete di Balzaretti ed al goal di Bergessio, nell’ordine Simeone manda in campo Ledesma, al 65° e Pesce al 70°. Ebbene, l’argentino segna la sua terza rete in maglia rossazzurra dopo 2′ dal suo ingresso; ci mette di più il centrocampista ex Ascoli, 6′ per apporre la sua prima firma in serie A, sigillo del 4-0.

C’è una gara decisiva dopo lo scivolone interno contro la Lazio. Il Catania è sotto di due reti contro la Juventus, all’Olimpico di Torino. Già a fine primo tempo Simeone manda a riscaldarsi Bergessio e Lodi, il primo entra immediatamente ad inizio ripresa e comincia a crear scompiglio a sinistra, mandando ai matti Sorensen. E’ proprio su di una percussione mancina che Bergessio, all’80° mette in area il pallone che Gomez, sul palo opposto, manda in goal. Negli ultimi arrembanti minuti, due punizione consecutive affidate a Lodi, entrato in campo al 59°. La prima, al 94°, genera l’altra nove metri più avanti, per tocco di mano di Melo; dal limite dell’area, al 95° scaduto, Lodi pennella una traiettoria che supera i quindici uomini in barriera e pietrifica Buffon: rete ed un punto salvezza.

E non finisce a Torino. Si torna in casa, contro il Cagliari già salvo si soffre più del dovuto, più dell’atteso, gelo quando Alvarez viene espulso per fallo da ultimo uomo su Cossu. Il Catania deve centrare i tre punti per continuare a credere nella salvezza, Simeone lo sa e non reintegra il difensore privandosi di una punta. Al 71° è già entrato Schelotto, che guadagna un corner, al 63° Lodi che va a batterlo, ed è goal, di Silvestre, al 78°. Ma non basta, altri tre punti pesanti come un macigno vengono messi al sicuro al 82°: Schelotto recupera palla sulla linea di fondo rimettendola a centro area, inserimento e tiro di Lodi, ribattuto da Agazzi, tap in di Bergessio.

Adesso al Catania manca davvero poco per dirsi salvo, un poco che che manca da molto: vincere in trasferta. Al Rigamonti Simeone azzarda una mossa fino a quel momento poco efficace: fuori Lopez, in campo Bergessio unica punta. Se nelle precedenti occasioni la bravura del tecnico s’era palesata nel correggere in corsa l’assetto della squadra, in base alle mutate esigenze, a Brescia la mossa vincente è agli antipodi: tenere in campo Bergessio anche sullo 0-1, anche quando Maxi Lopez è già pronto ad entrare. Entra Izco, a sostituire Biagianti, Lopez non la prende bene ma passano appena 2′ ed arriva il raddoppio di Bergessio, determinante vista la rete messa a segno da Diamanti a tempo scaduto. Tre punti che, apprendendo i risultati delle dirette concorrenti, si riveleranno necessari e sufficienti a festeggiare, in posticipo, la raggiunta salvezza.

La domenica successiva si festeggia la salvezza ma si lotta per il record di punti e l’onore. Al Massimino arriva la Roma che al 13° passa sull’unica palla goal delle due calciate in porta lungo tutta la gara. Fuori Spolli per infortunio dentro Terlizzi. Quindi dentro Ricchiuti e Lodi per Biagianti e Terlizzi, che la prende proprio male. Ma “Mister Panchina” sente quel che altri non sentono, e per l’ennesima volta è Lodi a battere la punizione del pareggio che al 95° si trasformerà in vittoria (almeno 1 punto). Intangibile in termini di punti, ma comunque pertinente alla disamina, anche la rete del 3-1 a San Siro, sul goal di Ledesma l’assist è del neo-entrato Izco.

Un totale di quattordici punti conquistati “dalla panchina”, 6 reti e 5 assist, evidenza quanto fondate fossero le affermazioni del “Mago dei Cambi” all’indomani del pareggio contro la Juventus: “Sento questa squadra sotto la pelle, capisco quando ha paura, e deve rimaner in equilibrio, e quando invece sente di poter far sua la partita, e può sbilanciarsi”. Probabilmente una corrispondenza di calcistici sensi improntata sullo “spiritu” che Simeone ha provato ad infondere ai suoi giocatori, e che, dopo 4 giornate dal suo insediamento, nei suoi giocatori s’è radicato.

Detto ciò, diventa complicato se non impossibile andar ad obiettare, o biasimare l’eventuale ultima scelta del tecnico argentino, quella che non riguarda quale giocatore mandare in campo bensì l’allenatore da metter sulla panchina del Catania per la prossima stagione. Lui, specialista in sostituzioni non meno di quanto non lo si sia dimostrata in questi cinque anni la società rossazzurra. C’è da aver fiducia che qualunque sarà la scelta, sarà quella giusta.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]