Catania la fortuna non basta: tre insegnamenti

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Maggio, mese di verdetti. La volata finale e’ stata lanciata e, come il corridore che scatta verso il traguardo, l’elefante ha compiuto un passo importante con la vittoria di Domenica contro il Cagliari.

Le vicende dell’Aprile appena trascorso hanno restituito alla citta’ alcune risposte ed alcune riflessioni. Insegnamenti che, visti a ritroso, difettano di utilità. Riletti in chiave prospettica, rappresentano un importante bagaglio di esperienza per centrare il bersaglio piu’ importante.

Insegnamento #1 – Il risultato

Nel calcio cio’ che vale ed importa maggiormente e’ l’obiettivo raggiunto. Conti alla mano, il Catania a 3 giornate dalla fine, ha messo in cascina 40 punti ed un rassicurante vantaggio sulla zona retrocessione. Cinque anni di presenza nella massima categoria rappresentano per qualsiasi societa’ proveniente dai “bassifondi” un periodo di adattamento e apprendimento del contesto, nonchè una consolidata stabilità economica. Il risultato e’ pertanto premio del progetto. Progetto basato sulla continuita’, sofferta, ma fino ad oggi centrata. A volte, il come si raggiunge il risultato passa in secondo piano se la posta in gioco e’ cosi’ alta.

Insegnamento #2 – Faber est suae quisque fortunae

Ciascuno e’ artefice della propria sorte. In classifica, il Catania ha “galleggiato” durante tutta la stagione con un distacco sulla zona retrocessione poco variabile, una molla che ha oscillato tra 1 e 5 punti di vantaggio sulla terzultima. Sintomo di una costanza di rendimento che ha prodotto risultati, sulla carta e sul campo, alterni. E se da un lato e’ vero che gli etnei non si sono prodotti, come lo scorso anno in un campionato sbilanciato tra il girone d’andata a passo di tartaruga ed il girone di ritorno in standard “Valentino Rossi dei tempi d’oro”, quest’anno nel bene e nel male non hanno mai fatto il salto. Ne’ verso il basso, sprofondando pericolosamente nell’inferno delle ultime posizioni, centrando vittorie importanti (ad esempio quella contro il Lecce). Ne’ verso l’alto, incapaci di approfittare di situazioni favorevoli o di partite decisamente piu’ alla portata (vedi pareggio in casa con il Chievo o con il Bologna).

Le ultime tre partite sono da affrontare con la consapevolezza che questo rendimento deve quanto meno essere confermato per non sprofondare in pericolosi giochi da fine campionato e in astrusi calcoli aritmetici. In fondo, con 5 punti dei vantaggio, piu’ che artefice della propria sorte, il Catania e’ padrone del suo destino.

Insegnamento #3 – Fortuna, Fortunae, Fortunae

Il più gustoso biscotto dell’anno targato Primo Maggio è stato accolto a bocche aperte e affamate. Non lo potranno negare l’addi’ o il presidente che la partita con il “demotivato” Cagliari e’ arrivata anche nel momento giusto. Tre punti e salto da +2 a +5 sulla terzultima, un trampolino naturale verso la quota salvezza. La sorte ha certamente voluto benedire i rossazzurri in questa parte del campionato.

Fortuna che non puo’, pero’, andare a braccetto da sola. Le prossime due partite che aspettano i ragazzi di Simeone sono di quelle su cui c’e’ scritto: fino alla fine. Richiedono la voglia e la carica agonistica di gente che lotta, e una buona dose di concentrazione e audacia. Remissivi si va al macello. Ed in fondo si sa che Audaces fortuna iuvat.

Tre insegnamenti che parlano chiaro. Girare le spalle alla fortuna non e’ concesso, rilassarsi nemmeno. Catania, studia, pigghia e potta a casa…perche’ non e’ piu’ l’ora di scherzare.

[Federico Caliri – Fonte: www.mondocatania.com]