Catania, Pulvirenti: “Ho il dovere di salvare il salvabile”

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CATANIAIl presidente della WindJet e quello del Calcio Catania, tanti lo sanno, sono la stessa persona: Antonino Pulvirenti. Ma la WindJet ed il Catania, nonostante facciano capo alla medesima finanziaria (Finaria, ndr) sono due aziende diverse per vocazione ed indipendenti per casse finanziarie. È il concetto che Pulvirenti ribadisce rompendo il silenzio stampa in merito alla vicenda WIndJet, la società di aviazione civile low cost sull’orlo del fallimento a seguito della trattativa intavolata e non riuscita con Alitalia. Al quotidiano “Il Corriere del Mezzogiorno”, Pulvirenti racconta la propria versione dei fatti alla vigilia dell’incontro decisivo tra le parti, programmato per domani nei palazzi romani, che riunirà i vertici Alitalia e WindJet davanti al Governo. Obiettivo? Salvare il salvabile, tentando di concludere positivamente, seppur in extremis, la trattativa arenatasi dopo il passaggio “stringente” dell’Anti-Trust.

“Mi sento con la coscienza a posto: io ho davvero cercato di salvarla fino all’ultimo Wind jet, la mia compagnia aerea – afferma Pulvirenti  – è stata la trattativa con Alitalia a portarmi su una strada senza ritorno. Comunque non è il momento delle polemiche, io, a questo punto, voglio, ho il dovere di salvare il salvabile”.

Poi, trasponendo le sorti della WindJet sulle altre controllate dalla Finaria, ed in particolar modo il Calcio Catania: “Le sorti della Wind jet non incideranno sul futuro del Catania Calcio, che gode di ottima salute”. Non solo una rassicurazione, ma una costatazione corroborata dai fatti: “Il livello di indebitamento della Finaria, su un volume complessivo di quasi 400 milioni di affari, è di poco meno di 20 milioni – precisa Pulvirenti – Quindi, i tifosi del Catania possono stare tranquilli”. E quando il cronista gli schiaffa lapidaria l’osservazione “500 lavoratori della Wind Jet e altri 800 dell’indotto rischiano il posto mentre lei sta rinnovando il contratto a Pablo Barrientos, delizioso attaccante argentino (500 mila euro a stagione): è giusto?” Pulvirenti risponde: “E’ normale, WindJet e Calcio Catania sono due società per azioni diverse, hanno vite e destini separati”. 

Eppure, il titolo dell’intervista è parecchio severo: “L’uomo che appieda 300 mila persone investe tutto su un attaccante”. E certo non sarà piaciuto a Pulvirenti, che conclude amaro: “Ho fatto un sacco di cose come capita a molti imprenditori, anche più famosi di me, alcune sono andate bene e altre, come dire? Meno bene. Sono i rischi di chi cerca di fare impresa, credo”.

Resta incombente l’incubo dei tanti lavoratori della WindJet, circa 500, che potrebbero perdere il posto di lavoro se oggi, dal vertice romano, non dovesse arrivare un’intesa che preservi l’interesse di “sopravvivenza” dei lavoratori piuttosto che la bramosia speculativa di chi da una WindJet fallita non avrebbe che da guadagnarci.. a scapito, oltre che dei lavoratori, della Sicilia e dei siciliani.

[Redazione Mondo Catania – Fonte: www.mondocatania.com]