Cesena: Modi, mode e moduli …

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Più o meno tutti si chiedono, si sono chiesti o si chiederanno sempre con quale modulo sia preferibile scendere in campo. Premesso che il bello del calcio non giocato è anche quello di sentirsi, chi più chi meno, allenatori virtuali, personalmente quello che reputo più calzante a questo Cesena è il 4-3-1-2.

Prima un doveroso flash-back però: Bisoli aveva abituato la piazza a repentini cambi di marcia anche e soprattutto a partita in corso. Il tecnico di Porretta credeva sì nei moduli, ma anche nel saper adattare la squadra all’evenienza prima ancora che all’avversario. Un atteggiamento camaleontico che alla fine ha pagato. Due vittorie di campionato con un doppio salto dalla C alla A non è roba da tutti i giorni. E dire che il primo Bisoli appariva ai più un giovane allenatore con le idee non proprio chiarissime. In realtà di idee il sanguigno ex cagliaritano ne aveva, eccome.

Leggeva, e piuttosto bene le partite. Ci sono periodi storici in cui il credo di un allenatore si assuefa alla moda del momento: basti pensare al 4-4-2 di “sacchiana” memoria saccheggiato in lungo e in largo dai suoi successori per poi quasi disperdersi ai nostri giorni in varianti più o meno vicine al concetto di calcio totale. Con rammarico oserei dire, in quanto il 4-4-2 è senza dubbio il modulo più equilibrato sia per difendere che per attaccare.

Un limite più o meno tangibile di questo modulo è sempre stata l’eterna domanda: come fare convivere con gli schemi un fantasista? Il calcio si sa è sport di squadra, ma all’interno di una squadra puoi anche avere dei fuoriclasse, o più semplicemente dei giocatori dotati di tecnica e fosforo che possono fare la differenza se inseriti in un certo contesto. Ecco perché ritengo che un Cesena Jimenez-dotato possa passare ad un 4-3-1-2, dove il trequartista cileno possa prendere spazio dietro le due punte, libero di spostarsi, confezionare assist e andare alla conclusione come già avvenuto, e bene, nella partita contro il Cagliari ad esempio o in quella contro il Brescia.

Mister Ficcadenti lo ha sinora utilizzato più da attaccante esterno in un 4-3-3 a volte troppo manicheo, privo di fantasia e troppo prevedibile. In attacco possono convivere un lungo come Bogdani o Budan e un brevilineo come Giaccherini libero di muoversi attorno alla boa. Senza dimenticare che giocatori come lo stesso Giaccherini possono partire anche dalla mediana.

A Massimo Ficcadenti si chiederebbe quindi una maggiore flessibilità nell’adattare i moduli ai giocatori a disposizione. Riconfermando il tecnico fermano, che proprio grazie alla partita col Cagliari era riuscito a mangiare il panettone, il presidente Igor Campedelli ha fatto una scelta di grande responsabilità. Sarà a lui che per primo il popolo bianconero dovrà stringere la mano in caso di salvezza. E chissà che a quel punto lo stesso Ficcadenti non diventi più amato dalla tifoseria. Un amore mai propriamente sbocciato. Allenatore didattico, più introverso e silenzioso rispetto a Bisoli: modi e non solo moduli diversi insomma. Non gli si può certo imputare però, a parte alcuni passaggi a vuoto, di non praticare un gioco. La squadra è spesso uscita tra gli applausi, anche quelli degli altri, ma quando gli altri ti fanno i complimenti significa troppo spesso che sono poi gli altri ad aver vinto.

La permanenza in serie A passa anche e soprattutto da una sana cattiveria agonistica: meno belli ma più concreti. Un’inversione positiva di tendenza c’è comunque stata con un filotto positivo di risultati che tra Cagliari, Brescia e Genoa ha portato 7 punti, fondamentali ad ergersi sopra la linea rossa. Anche il modulo adottato da Ficcadenti, corretto in un più convenevole 4-3-2-1 con due mezzepunte a sostegno di un attaccante centrale, sembra dare più garanzie in termini di risultati. Ora arriveranno 3 impegni sulla carta proibitivi come Roma, Inter e Milan, ma restando compatti e facendo leva su di un gruppo che ora sembra ancora più affiatato e maturo, nulla può essere impossibile. Il mercato di gennaio ha portato e sta portando pedine importanti a corredare una rosa che nella sua ampiezza dovrà cercare di trovare nella concorrenza uno stimolo all’efficienza.

[Eric Malatesta – Fonte: www.tuttocesena.it]