Chievo Verona-Inter 0-2: i neroazzurri usano “la testa”

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Al decimo tentativo l’Inter ha fatto centro. Dopo aver arginato l’emorragia contro il Catania, i nerazzurri tornano alla vittoria mettendosi alle spalle, almeno statisticamente, un periodo nerissimo proprio a pochi giorni dal return match di Champions League. Il tutto, nel giorno del 104esimo compleanno del club, regalo perfetto per un Moratti presente al Bentegodi con tutto lo stato maggiore della società di Corso Vittorio Emanuele, quasi avvertisse nell’aria il cambiamento. Usa la testa, l’Inter, per superare il Chievo, unica squadra sconfitta due volte (con identico punteggio) in questa stagione, non male considerate le potenzialità dell’avversario. Usa la testa non solo perché le due reti nascono dal gioco aereo, ma soprattutto perché mai, nell’arco di 93 minuti, i nerazzurri perdono la concentrazione aprendo il fianco ai clivensi. Nessun calo di tensione, roba che mancava da tempo immemore nelle partite dei milanesi.

STERILITÀ E POCO RITMO – Eppure, punteggio a parte, non è tutto oro quello che luccica. L’Inter ha sì imposto a lungo il proprio gioco, ha mantenuto un netto predominio del possesso di palla e ha tenuto lontani dalla propria area i padroni di casa (se si esclude la chance per Pellissier nel primo tempo). Ma la supremazia è stata alquanto sterile, ha creato ben poco dalle parti di Sorrentino che oltre al rigore di Milito non è dovuto intervenire in altre circostanze. Vuoi per la scarsa mira dei nerazzurri, vuoi per la loro mediocre incisività negli ultimi 16 metri. Colpa di un attacco incapace di dare profondità alla manovra (rischio prevedibile, considerate le caratteristiche dei due Diego) e di un centrocampo privo del dinamismo necessario per cambiare ritmo e ripartire velocemente. Se a ciò si aggiunge il fatto che Milito e Forlan tendono a girare alla larga dalle zone calde e, in tal modo, rendono vano il continuo movimento di Sneijder, è difficile andare oltre il compitino.

I TWEET DI SNEIJDER – Proprio l’olandese, come sempre, si guadagna gran parte dei riflettori pre e durante il match, oltre a uno striscione abbastanza pungente relativo alla sua passione per Twitter. Eppure al Bentegodi è lui che accende la luce del gioco offensivo dell’Inter, tante giocate rapide e illuminanti che danno un minimo di credibilità all’attacco interista: in altre parole, il numero 10 tweetta benissimo ma in pochi lo seguono sul rettangolo di gioco e la valida collaborazione di Poli non riesce a estrarre la squadra dalle morse della letargia. Restando in tema di singoli, capitolo a parte lo merita Milito, da censura fino al 90’: rigore sbagliato (e calciato molto male) e prestazione ai limiti dell’ectoplasmico, tanto movimento a vuoto e mai un pallone realmente pericoloso dalle parti di Sorrentino, tant’è che il Principe se l’è giocata alla pari con Forlan per chi meritasse di fare posto a Pazzini. Poi, però, arriva il gol che aggiusta tutto, anche una serata no e un penalty sbagliato.

ALTRE LACRIME, MA DI GIOIA – Non ci credeva più Claudio Ranieri. Chiamato all’ennesima prova d’amore nei confronti del suo posto di lavoro, il tecnico testaccino guardava quasi incredulo i suoi mantenere una costante quanto sterile iniziativa offensiva, destinata nel migliore dei casi a un flaccido 0-0. Poi, però, come contro il Catania, ecco l’episodio che gira per il verso giusto dopo lo schiaffo alla miseria dagli undici metri: Samuel stacca bene e a 3 minuti dalla fine la sblocca. Un difensore, perché dagli attaccanti c’era ben poco da attendersi. L’apice però arriva al 90’, quando Milito firma il 2-0. Gol che priva Ranieri dei freni inibitori e ne arrossisce gli occhi, manifesto di un’evidente commozione (a pochi giorni dal pianto di Cambiasso). Perché quella rete significa garanzia di successo e perché, destino amichevole, arriva dal giocatore che avrebbe dovuto fare spazio a Obi, già pronto a bordo campo. Un chiaro segnale dall’alto: forse qualcosa è cambiata davvero.

EFFETTO COCOON Nella serata delle rivincite e del batticuore nerazzurro, a rialzare la testa sono proprio i senatori: sponda argentina Samuel va in gol, Zanetti crossa per Milito che segna e Cambiasso, con il suo ingresso, partecipa al rush finale; sponda brasiliana Lucio e Julio Cesar blindano la retroguardia e non concedono nulla a Pellissier, storica bestia nera per i nerazzurri, mentre Maicon mostra significativi segnali di vitalità sulla fascia destra. Effetto Cocoon dunque in casa Inter, dove anche il giovane Poli fa bella figura tra i ‘nonnetti’. Trovata la vittoria, sotto con il Marsiglia, in crisi di risultati: ora nessuna giustificazione può reggere.

[Fabrizio Romano – Fonte: www.fcinternews.it]