Claudio Onofri: «Il Genoa può ritrovare l’identità perduta contro il Catania»

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Pianetagenoa1893.net è andato a caccia di un eccellente ex del passato di Genoa e Catania. Claudio Onofri, ora apprezzato ed equilibrato commentatore di Sky Sport, ha ricordato le sue sfide in maglia rossoblù e quelle della stagione 1985-86 quando si trasferì nella città etnea. Domenica prossima sarà al Luigi Ferraris per commentare la sfida tra Grifo ed Elefantino.

Quando lei si era trasferito a Catania giocò contro il Genoa?
«Sì, ricordo che giocai all’andata mentre al ritorno al Cibali eravamo in panchina. In Sicilia i rossoazzurri vinsero 2-1. Ho dei ricordi non certamente piacevoli».

E perché?
«Purtroppo mi ero lasciato male col Genoa. Ci fu una lite con Burgnich, allenatore dell’epoca: avevo un contratto di un anno e volevo fortemente chiudere la carriera in maglia rossoblù, ma preferii, anche se a malincuore, andare a giocare in un’altra piazza. Riuscii a trovare Catania e ci sono rimasto un anno. In seguito con Burgnich ci siamo riappacificati».

Ha qualche altro ricordo in particolare?
«Ho incontrato diverse volte gli etnei con la maglia del Grifo e devo dire che tra le due squadre ci sono state sempre state sfide corrette: entrambe le tifoserie sono tranquille, non ci sono mai stati motivi di astio. Mai una sfida tipo “Ok Corral”».

Dopo la partita non proprio esaltante di ieri sera contro il Grosseto, in quale condizione arriva il Genoa alla sfida di domenica?
«E’ una squadra ancora alla ricerca di un’indentità precisa. Siamo ancora lontani da ciò a cui ci ha abituato Gasperini: solo a tratti si è visto il suo Genoa. Mi riferisco alla sfortunata gara contro la Fiorentina, l’entusiasmante secondo tempo contro il Bari e parte della partita di Parma. La sfida di domenica contro il Catania è dunque una tappa importante per Gasperini: dovrà cercare di dissipare le polemiche della critica e le perplessità sorte in gran parte della tifoseria».

Il problema di non avere un incontrista vero a centrocampo è il “male” principale” che affligge il Grifo?
«Lo è, ma solo in parte. Il vero problema è che al momento la squadra non gioca “da Genoa” ossia aggredendo gli avversari senza sosta. E’ vero che Kharja e Milanetto sono una coppia centrale non molto complementare, ma è anche vero che nelle occasioni in cui si è rivista la filosofia di Gasperini, nelle gare di cui parlavo prima, entrambi erano funzionali al resto della squadra. Non è facile arrivare immediatamente ai livelli che pretende il tecnico, a causa del consistente dispendio di energie psicofisiche: però sono fiducioso, qualcosa potrebbe cambiare nelle prossime partite».

Rafinha al centro della linea mediana come lo vede?
«E’ una buona soluzione, ma è un ripiego: il suo ruolo principale è di esterno destro. Deve essere impiegato in quel ruolo solo in casi di emergenza come accadde contro il Bari».

Cosa si deve temere in modo particolare del Catania?
«Il Catania è una squadra ostica: il suo tecnico Giampaolo la schiera in campo in modo perfetto. Inoltre è piena di giocatori sudamericani che il suo amministratore delegato, Pietro Lo Monaco, ha saputo scovare con grande abilità».

Non a caso c’erano giocatori che il Genoa ha inseguito durante lo scorso mercato…
«Sì, Maxi Lopez e Biagianti sono due eccellenti giocatori. C’è anche Carboni che penso che non giocherà, ma che farebbe molto comodo al Genoa in questo momento così come Izco. Bisognerà fare attenzione all’ex Mascara. Silvestre e Spolli sono una coppia difensiva molto attenta e sono la punta di diamante del reparto arretrato assieme al portiere argentino Andujar».

[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]