Dall’empatia alle scelte tattiche: è sempre più l’Inter di Leonardo

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Buona la seconda, con tanto di marchio di fabbrica stavolta. Se nella vittoria contro il Napoli gli eventi avevano permesso a Leonardo di non dover prendere decisioni importanti a partita in corso, la trasferta di Catania premia le scelte dell’allenatore brasiliano, che dopo un primo tempo scialbo e inconcludente, interviene in modo determinante proprio nella fase più difficile per l’Inter. Constatata l’inefficacia del 4-3-1-2, con Eto’o larghissimo sulla sinistra, Leonardo chiede ai suoi di avanzare il baricentro a inizio ripresa prendendosi il rischio di concedere spazi ai contropiede rosso azzurri.

Rischio che trova puntuale concretizzazione in occasione del gol di Gomez, l’apice della gioia catanese, maga anche l’inizio della partita nerazzurra. Infatti, colpita nell’orgoglio dallo svantaggio, l’Inter reagisce come da tempo non accadeva ed estrae finalmente l’artiglieria pesante. Il tecnico brasiliano capisce che non è più il caso di affidarsi alla sorte ed estrae dal cilindro Pandev, ‘riempiendo’ così la metà campo siciliana e costringendo il Catania ad arretrare. Una mossa tattica che alla fine si rivela decisiva.

LA SVOLTA TATTICA – L’ingresso del macedone, che porta i nerazzurri a schierarsi con un 4-2-3-1, apre la scatola di Giampaolo e favorisce gli inserimenti dei centrocampisti, fino a quel momento rimasti troppo nella propria posizione. Non è dunque una coincidenza se le reti decisive portano la firma di Cambiasso, la prima su assist di Stankovic: togliendo punti di riferimento offensivi e allargando il gioco, l’allenatore dell’Inter regala metri ai mediani, che li sfruttano a dovere. Plausi al Cuchu, in gol per la terza volta nel giro di 4 giorni e tornato ai bei tempi di Mancini, in cui trovava la porta avversaria con estrema facilità. Plausi però anche a Leonardo, la cui mossa tattica alla Mourinho cambia le sorti del match.

…E QUELLA PSICOLOGICA – Ma, come per la vittoria sul Napoli, la mano del nuovo tecnico nerazzurro si vede nel carattere che i suoi giocatori finalmente esprimono. Anche nella seconda metà del 2010, durante la gestione Benitez, la squadra si è trovata spesso in svantaggio, ma di rado è riuscita a organizzare una reazione che non avesse i connotati della disperazione. Inevitabile, poi, che il risultato la a penalizzasse. Il ‘lavoro’ psicologico che Leonardo sta svolgendo dal suo arrivo all’Inter sta portando i primi, fondamentali, frutti. Ora i nerazzurri giocano con la a mentalità della grande squadra e, soprattutto, con una forza di volontà che sembrava smarrita. La replica al vantaggio catanese non solo è lucida, ma anche trascinata dalla convinzione di farcela. In un attimo è scomparsa la squadra inconcludente dei primi 45 minuti, per lasciare spazio a una belva ferita, scossa dalla rete dei padroni di casa e consapevole del pericolo a cui stava andando incontro. Poi, testimonianza dell’empatia a cui Leo ha fatto spesso riferimento, è il festeggiamento dei giocatori che lo hanno coinvolto in calorosi abbracci dopo la rimonta. Con Benitez non è mai successo.

COMPLIMENTI A CASTELLAZZI – Oltre che al tecnico e alla reazione d’orgoglio della squadra, i complimenti stavolta vanno anche a Castellazzi, protagonista del pomeriggio sotto l’Etna. Criticato più di una volta a causa di prestazioni giudicate non ‘da Inter’, l’ex sampdoriano ha sfoderato una prova da grande, intervenendo egregiamente su tutti i tentativi nella ripresa di Maxi Lopez, autentica spina nel fianco. Lontano da San Siro, dove spesso è oggetto di disapprovazione, Castellazzi ha ritrovato la serenità e l’ha trasmessa anche al pacchetto difensivo, non certo in giornata di grazia. Un ottimo segnale in vista dei prossimi impegni, perché l’Inter ha bisogno di un portiere che sappia sostituire nel modo giusto Julio Cesar, senza ambire di certo a eguagliarlo. Avere un estremo difensore che sa il fatto suo è un toccasana per gli altri dieci giocatori, più indotti ad avanzare se hanno la consapevolezza che alle loro spalle c’è chi protegge il risultato. Complimenti anche a Pandev, che pur giocando meno di mezz’ora ha legittimato la scelta di Leonardo di schierarlo per raddrizzare il risultato. Le sue iniziative, sempre ordinate e insidiose, hanno dato un grosso contributo alla rimonta e il suo assist a Milito meritava una sorte migliore di una conclusione a fondo campo.

[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]