Donadoni: “Abbiamo un traguardo imprescindibile, raggiungere la salvezza”

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logo Bologna calcioBOLOGNA – Per fermare la Juve dei quindici successi consecutivi ci voleva il Bologna. Un Bologna attento, applicato, tutto cuore e determinazione, pronto a chiudere gli spazi e tatticamente molto vicino alla gara perfetta. Dopo il pareggio contro i bianconeri Roberto Donadoni è soddisfatto, e come al solito continua a rimanere concentrato sull’obiettivo della squadra. Ecco le parole del tecnico rossoblù.

Secondo tempo più coraggioso – «Quando affronti una squadra come la Juve, che ha qualità e intensità di assoluto livello e valore, sei un pò condizionato da questo. Sai che una piccola sbavatura può causarti anche dei danni che possono essere irrimediabili e a volte giochi con quell’eccesso di frenesia tensione che ti fa sbagliare più del necessario. I ragazzi hanno però giocato una gara davvero straordinaria dal punto di vista fisico, della compattezza, dell’unione e dello spirito di sacrificio. La Juve ha giocatori che anche a livello singolo sono fortissimi e se gli concedi spazio e la possibilità di andare uno contro uno con poco supporto del compagno, ti fanno fare brutte figure. Invece Gastaldello e Maietta non sono mai stati in difficoltà e lo stesso vale per Masina e Mbaye per stare alla linea difensiva: e loro hanno disputato un’ottima prestazione perché i centrocampisti e gli attaccanti hanno fatto in modo che la squadra fosse sempre compatta. Quando siamo ripartiti e avevamo l’occasione di andare a sfondare un po’ e creare qualche difficoltà alla Juve, invece, siamo un po’ mancati nella precisione, nella scelta del passaggio, nella capacità di saper gestire la palla. Ci sono state due-tre azioni con tocchi di prima che sembrava un pò la playstation: bisogna capire che c’è l’attimo in cui la devi controllare e gestire diversamente e lì ancora dobbiamo crescere un po’. Quello che era importante era che la squadra rispondesse come ha fatto e quindi sono veramente soddisfatto e felice per loro, per chi ha giocato e penso anche a coloro che non hanno avuto la possibilità di farlo, erano in tribuna e avrebbero voluto esserci. Queste sono le partite belle da giocare».

Bologna ago della bilancia delle zone alte del campionato – «É inevitabile che il campionato debba passare da tutte le squadre. Se poi la coincidenza ha fatto sì che fossimo in certe circostanze l’ago della bilancia, questo dà un motivo di elogio in più ai ragazzi e questo mi fa piacere. Abbiamo ancora strada da fare, è vero che mancano ancora tante partite, ma abbiamo un traguardo imprescindibile: raggiungere la salvezza e da lì cercare di costruire ancora qualcosa nel cammino a venire. Non perdiamo di vista il nostro principale obiettivo, ma ragionando sempre partita dopo partita cerchiamo di raccogliere il massimo che ogni gara ci mette a disposizione. Quando lo spirito è semplice tutto viene un pò più facile, ma non bisogna mai allentare di un attimo perché le difficoltà sono sempre dietro l’angolo e basta infilare un paio di risultati negativi che poi tutto viene rimesso in discussione. Questo non dobbiamo e non possiamo permettercelo».

Saputo e un’educazione fuori dal comune – «Ho un mio stanzino in cui ci cambiamo noi dello staff. É venuto prima da noi a salutare e fare i complimenti, poi mi ha chiesto se poteva andare dai ragazzi. É una persona che capisce qual è il ruolo di ognuno, ha grande rispetto di questo e non fa altro che far sentire noi ancora più nelle condizioni di dover dare qualcosa. Questo è il modo giusto di lavorare, approcciarsi, fare le cose, quindi sono ben felice di aver conosciuto una persona così che mi dà modo di lavorare come sta facendo. Al giorno d’oggi può sembrare una cosa strana, ma anche io se entro in un posto e trovo la porta chiusa, prima di entrare busso. Probabilmente la grande maggioranza di chi vive nel nostro mondo non fa così, ma questa è una cosa che va oltre il calcio e lo sport. Si tratta di educazione, che il nostro presidente ha e che ci insegna quotidianamente nelle occasioni in cui è con noi».

Rizzo – «Giocatori come Luca sono quelli che hanno necessità di carburare e hanno bisogno di un po’ più di tempo. Ma hanno potenziale e qualità e insieme ai ‘vecchietti’ come Maietta, Gastaldello, Brienza e Morleo è un connubio perfetto. Il modo di approcciarsi, fare e lavorare e di questi ‘vecchietti’ è come quello di Diawara e Donsah, e altri giovani».

Diawara – «Le valutazioni non devono essere fatte in base a quanto costa un giocatore ma per quanto uno sa esprimere. Diawara sta esprimendo un buon calcio, grande crescita e grande voglia di dimostrare il proprio valore. Deve ancora un po’ imparare a tirare da lontano perché non ne azzecca una, però quello che sta facendo è assolutamente positivo e mi piace. Lo consideriamo più grande della sua età per quello che vediamo in campo ma la differenza, anche dal punto di vista anagrafico, ha un suo peso. Non si deve mai accontentare, il segreto per lui e per tutti gli altri deve essere questo. Non accontentarsi mai, porsi sempre qualcosa in più ogni volta: se così faranno si toglieranno delle soddisfazioni».

[Cinzia Saccomanni – Fonte: www.zerocinquantuno.it]