È Benitez show: l’Inter tra mercato, Muntari, giovani, Moratti, schemi e…

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Il countdown è finito. Rafa Benitez, il tecnico nerazzurro, dopo tanti spezzoni parla definitivamente a Inter Channel con Edoardo Caldara e Roberto Scarpini in una lunghissima chiacchierata con i tifosi, che Inter.it evidenzia di seguito.

Cominciamo con l’email di Antonio da Taranto: onestamente, sei preoccupato della situazione all’Inter?
“Sono occupato, ed è una cosa diversa. Penso che la squadra abbia ancora il 40 per cento di possibilità di miglioramento”.

Quindi, sino a domenica sera, abbiamo visto un’Inter al 60 per cento delle sue possibilità?
“Per me è chiaro. Fisicamente e tatticamente la squadra può migliorare tanto. Stamane, prima di arrivare al centro sportivo, ho guardato una nostra partita e facevo delle annotazioni. Per me si può migliorare. Non sono preoccupato, anzi sono molto contento. È chiaro che si può migliorare ed è proprio per questo che sono molto occupato con il lavoro sul campo. Al nostro amico di Taranto dico: tranquillo, le cose andranno bene”.

Luciano Santoni: quanto è importante il gioco aereo nel calcio moderno e quanto lo è o potrebbe esserlo nell’Inter di oggi?
“In Italia è meno importante che in Inghilterra. È chiaro che se giocano Coutinho, Biabiany, Eto’o e Sneijder questo aspetto non farà la differenza, ma con Lucio, Cordoba e Samuel può essere importante. Il calcio italiano non sarà quello inglese, ma è sempre importante avere calciatori bravi nel gioco aereo. È chiaro che Coutinho, Biabiany, Eto’o e Sneijder possono fare la differenza nel gioco palla a terra, quindi bisogna sempre ricordare che serve equilibrio tra le varie fasi del gioco”.

Floro da Abbiategrasso: il suo primo bilancio? A me, sembra positivo anche se il ‘tiro a Benitez’ dei media è già molto praticato…
“Ho visto che, dopo la gara col Bari, si parlava di fuga in classifica. Dopo abbiamo perso con la Roma e si parlava di crisi. Dopo vinciamo con il Werder Brema e si dice che questa è l’Inter più forte, è l’Inter che gioca meglio… Ho imparato che devo essere calmo, che non devo farmi coinvolgere dai giudizi che ogni settimana possono cambiare, e questo lo posso fare con la sicurezza di avere una buona direzione. Penso che siamo sulla strada giusta se non dimentichiamo che questa è una squadra che ha vinto tanto, che ha cambiato allenatore, che doveva affrontare subito due finali. Sono tranquillo, penso che questo buon cammino iniziale possiamo continuarlo bene”.

La differenza tra la stampa inglese o spagnola e quella italiana?
“In Spagna la situazione è simile, ci sono alcune testate nazionali e altre più vicine a Barcellona, Valencia, Real e si fanno un po’ di… guerra. In Inghilterra abbiamo i giornali di Londra, di Manchester o di Liverpool, ma non c’è un quotidiano sportivo specifico. È diverso, quindi, si parla sempre anche di tante altre cose e di calcio solo dopo la partita”.

Marco dalla provincia di Lecce vuole sapere che cosa si aspetta dalla gara col Tottenham e che giudizio ha del club di Londra che affronteremo nella prossima gara di Uefa Champions League. Inoltre, le chiede un giudizio sull’esterno sinistro gallese Gareth Bale.
“Il Tottenham è una squadra forte, con velocità e qualità e la passione delle squadre inglesi. Sarà un confronto difficile. Ha giocatori di qualità come Crouch, Robbie Keane, che ho avuto anche a Liverpool, Bale che sta facendo molto bene: lui giocava terzino sinistro, adesso come esterno alto d’attacco. È una squadra, il Tottenham, molto pericolosa perché ha velocità soprattutto nello sviluppo del contropiede”.

Avranno anche degli squalificati, come l’attaccante Roman Pavlyuchenko…
“Credo che avranno più problemi con i difensori centrali, perché ne hanno alcuni infortunati. Invece, nella fase offensiva del gioco, hanno uomini per far sempre bene”,

Bale è un mancino naturale…
“Ha giocato in diverse posizioni sulla fascia, ora in zona più offensiva”.

Curiosità per Alessandra: ha notato che quando indossa la cravatta colorata l’Inter vince e invece quando sceglie quella scura l’Inter perde o pareggia…
“Alessandra, qui abbiamo un problema. Il colore del Liverpool era il rosso, quindi indossavo sempre una cravatta rossa. Lì la rivalità era con l’Everton, che era blu. Quando sono arrivato a Milano per la presentazione mi hanno regalato due maglie, una nerazzurra e l’altra bianca. Mia figlia Agata, che ha otto anni, non potevo regalare la prima maglia perché aveva dentro i colori dell’Everton… Quindi le ho regalato la maglia bianca… L’altro giorno sono andato ad acquistare un ombrello. Potevo scegliere tra uno blu, uno rosso e uno verde. Agata diceva che le piaceva quello rosso, ma che non poteva acquistarlo perché l’Inter è blu, ma visto che il blu è anche il colore dell’Everton, ha acquistato l’ombrello verde. Per la cravatta? Vediamo… “.

Un gruppo di amici, abbonati al primo anello rosso, ha acquistato in suo onore i calzini di South Park…
“In Inghilterra si chiama diversamente, ripeto che le indosso perché sono un regalo di mia figlia, ma non credo che questo genere di cose, come quella della cravatta, possano fare la differenza”.

A Roma abbiamo perso perché l’arbitro ha fischiato contro l’Inter una punizione che era a favore dell’Inter, ma perché non è entrato subito in campo Mariga?
“Era pronto a entrare, ma non abbiamo avuto tempo perché loro hanno giocato la palla velocemente”.

Ha mai pensato, nella gara contro la Juventus, di fare entrare Davide Santon e di affidargli il ruolo di esterno alto del centrocampo?
“Come avevo fatto a Palermo. È una possibilità, ma è sempre difficile. In campo avevamo calciatori di qualità, come Eto’o, Coutinho e Sneijder e cambiare uno di questi per inserire un difensore, seppur in un ruolo più offensivo, non è mai facile. Davide può giocare in quel ruolo, ma domenica sera avevamo bisogno di un terzino che giocasse più per vie centrali e potesse attaccare Krasic, senza lasciargli controllare troppo la palla. So che Davide giocava esterno alto nelle giovanili e riprovarlo in quel ruolo è una cosa che ho in testa”.

Un tifoso le chiede di vincere il Mondiale per club senza sottovalutare le semifinali che, nelle ultime stagioni, hanno sempre regalato delle sorprese.
“Prima si giocava una partita sola, adesso ce ne sono in programma due. Ci si aspetta che sia facile, invece è sempre insidiosa. Con il Liverpool abbiamo vinto la semifinale e perso la finale con il San Paolo. Le squadre sudamericane arrivano all’appuntamento con l’idea che quello, per loro, è il trofeo più importante”.

Carlo da Milano dice di fare attenzione, perché il gioco della critica in autunno è bersagliare l’allenatore dell’Inter, quindi dobbiamo restare tutti insieme per vincere ancora…
“È chiaro che la squadra che ha vinto, cioè la squadra più forte, è sempre nel mirino. Come ho detto all’inizio, invece di essere preoccupato sono occupato per fare il lavoro nel miglior modo possibile e sempre meglio”.

Anche Roberto da Mantova sottolinea che i giudizi della critica cambiano sempre in base ai risultati.
“Non mi arrabbio, è una cosa che devo capire. In Spagna è più o meno lo stesso, in Inghilterra capita qualche volta. Per non avere nessun problema è meglio concentarsi sulla partita, sul lavoro, piuttosto che leggere i giornali”.

Benitez, nella realtà, a prescindere, è una persona educata e seria.
“Credo che abbiamo tutti dei principi, che ci hanno insegnato in famiglia, a scuola. Adesso, però, viviamo un’era sociale un po’ particolare e lo dimostrano alcuni programmi tv, che ci sono in Italia come in Inghilterra o in Spagna. Chi vince il Grande Fratello o X-Factor? Chi arriva in finale, solitamente, è chi grida di più, chi crea confusione… Il calcio è lo stesso. Gli allenatori che parlano di più o che fanno qualcosa in più sono più importanti e più famosi. Io, invece, penso che si può avere mentalità vincente e si buon giocare un buon calcio anche con educazione e rispetto, ovviamente se educazione e rispetto viene data a te”.

Eppure si legge e si ascolta che all’Inter ci sono molti casi….
“Nel calcio moderno ogni squadra è compasta da 25 persone, poi c’è lo staff tecnico, poi ci sono altri collaboratori. Se sei l’Inter, cioè la squadra più importante, vieni osservata in ogni particolare e qualcosa si può sempre trovare. Grande o piccola che sia, in ogni squadra si può trovare un problema, ma si sistema e si trova una soluzione all’interno del gruppo”.

Come in una famiglia, che è una buona famiglia anche se moglie e marito hanno una discussione…
“Esattamente”.

In molti campionati europei, fra l’altro, il primo posto è occupato da squadre rivelazioni o sorpresa, come adesso in Italia è la Lazio. Che ne pensa?
“Ho letto pochi giorni fa su un quotidiano spagnolo che le squadre che sono arrivate sino in fondo al Mondiale hanno molti calciatori infortunati. Dopo ogni edizione della Coppa del Mondo i club più grandi, quelli che hanno il maggior numero di nazionali, all’inizio pagano di più il conto”.

Come sta Julio Cesar?
“Per me è un portiere di qualità tra i pali e ha anche grande qualità quando gioca la palla con i piedi, è intelligente”.

Alcuni campioni dell’Inter sembra stiano rendendo meno rispetto alla passata stagione: come mai?
“Dopo il Mondiale i brasiliani sono arrivati tardi, Sneijder solo all’inizio di agosto. È evidente che hanno sempre bisogno di un po’ più di tempo. Chi sa di calcio e guarda la preparazione della squadra vede queste cose”.

Santon è recuperato?
“Sì. Anche Davide all’inizio era infortunato, non ha potuto avere continuità nella preparazione. Ora può lavorare senza pause e siamo contenti perché sta andando bene”.

Quando può rientrare Javier Zanetti?
“Durante questa sosta può lavorare con tranquillità, oggi ha fatto la prima seduta con le scarpe da calcio”.

Lazio, Bari e Genoa possono durare?
“Se l’Inter è prima, possono anche durare… “.

Dejan Stankovic è una colonna, ma forse è un po’ stanco?
“È un gioco di parole… Ora deve giocare con la nazionale, per altro gare importanti, non è facile”.

Pensa di cambiare qualcosa al centro sportivo ‘Angelo Moratti’?
“La nostra struttura ha sede in un parco naturale, quindi non è semplice fare dei lavori: dobbiamo avere rispetto e, al tempo stesso, cercare di fare ciò che ci serve. Però la base è ottima, abbiamo parlato all’inizio per alcuni miglioramenti e li stiamo portando avanti, come le vasche per il recupero degli infortuni”.

Come giudica il suo rapporto con il Presidente Moratti?
“Tutti quelli che mi avevano parlato di lui mi raccontavano che era una persona molto brava, con un grande cuore. Dopo averlo conosciuto, tutte le informazioni che avevo ricevuto corrispondono al vero. Quando siamo insieme parliamo molto di calcio e lui ha l’intelligenza per capire. Non lo dico perché è il presidente, ma perché è così”.

Mondiale per club: quanto disturba sulle gare di campionato?
“Quando si giocava in Giappone era ancora più difficile. Può incidere soprattutto sulla mentalità, soprattutto in occasione che precedono o che seguono la manifestazione”.

Rosario da Milano: il suo rapporto con il basket?
“Mi piace molto. Mi piaceva ancora di più quando ero giovane: ho giocato un po’, ho fatto il corso e ho il patentito di primo livello come allenatore di basket, ho scelto questa materiale anche durante i miei studi all’Isef e ho avuto la fortuna di avere, tra i professori, alcuni grandi ex campioni del Real Madrid. Mi hanno invitato per vedere una partita della squadra di Milano, però non ho molto tempo… “.

Ancora da Milano, Sara: che cosa le piace della città?
“Ho visitato Milano nelle prime settimane, la città è bella, però ho visto soprattutto il centro sportivo qui ad Appiano. Una cosa non mi è piaciuta in questi primi mesi in Italia: la burocrazia. È molto complicato avere o fare documenti”.

Simonetta dalla provincia di Treviso: una sua domanda per i tifosi?
“Sinceramente non la trovo, però i tifosi mi aiutano tanto, sono sempre vicini alla squadra, questo è importante”.

La differenza fra l’Inter e le altre pretendenti allo scudetto è un po’ calata?
“Non è facile quando una squadra vince tanto. Ho avuto la stessa esperienza a Valencia. La società e i tifosi, in queste situazioni, pensano che possa essere lo stesso di prima, mentre le altre devono migliorare, è un processo storico, acquistano calciatori di livello, quindi la differenza può essere calata. Però, lo ripeto, quest’Inter può migliorare, può crescere ancora tanto. Adesso dobbiamo mantenere questo spirito, questa cattiveria vincente: siamo più forti degli altri e dobbiamo dimostrarlo in campo. Se a questa qualità, che l’Inter ha, aggiungiamo i miglioramenti tattici, l’Inter sarà ancora una squadra vincente”.

Renato da Modena: quando farà ancora allenamenti a porte aperte?
“Capisco che per i tifosi sarebbe meglio al sabato, però il giorno prima delle gare proviamo le palle inattive, abbiamo bisogno un po’ di privacy. Però lo faremo ancora e, come è già successo, daremo l’annuncio sul sito e su Inter Channel qualche giorno prima”.

A Valencia, ricorda Silvio da Carugate, Benitez ha vinto un campionato senza veri attaccanti: è più importante il sistema di gioco o mettere i calciatori nelle condizioni di sfruttare al meglio le loro qualità?
“La differenza può essere anche non nel fatto di avere un solo calciatore che fa tanti gol, ma tanti calciatori che segnano. Milito, Eto’o, Sneijder, gli stessi Coutinho e Biabiany, quindi Stankovic che ha un tiro fantastico, Cambiasso che con la Juve è arrivato tre volte alla conclusione: tutti hanno gol nelle loro gambe. Tutti devono arrivare in area ed essere nelle condizioni di segnare. A volte può fare la differenza una palla inattiva, un corner”.

Daniel punta invece l’attenzione sulla fase difensiva sulle corsie esterne
“Quando parlavo del 40 per cento da migliorare parlavo della fase offensiva e non solo. La squadra ha subito solo tre gol, meno di tutti. Vuol dire che la squadra ha qualità individuale, anche nell’uno contro uno in difesa, però è meglio se la fase difensiva viene svolta a livello collettivo. Sono d’accordo che si può migliorare, anche se la squadra sta facendo molto bene in difesa”.

Achille da Venezia: come stanno gli infortunati?
“Domanda interessante. Il Mondiale è finito tardi, molti calciatori hanno iniziato la preparazione tardi, poi abbiamo dovuto preparare due finali e quindi accelerare un po’. Tra gli infortuni muscolari che abbiamo avuto ci sono per esempio Samuel e Milito, che hanno partecipato al Mondiale. Inoltre l’intensità del calcio di alto livello è molto alta. Per quanto riguarda la nostra partecipazione l’ottanta per cento è lavoro con la palla e il venti per cento è a secco, un po’ di corsa e un po’ di palestra, cose normali nel calcio. Non è questo il problema, quindi, perché il lavoro non è cambiato molto rispetto al passato. I problemi, invece, li vedo soprattutto nell’estate del Mondiale, con poco tempo per la preparazione e, per altro, questo tempo intervallato anche dalle pause per altri impegni delle nazionali. Il Barcellona, forse non a caso, ha avuto dieci infortuni: ho letto che il padre di Xavi è preoccupato perché suo figlio continua a giocare anche se non sta bene”.

Alcuni tifosi chiedono a Benitez di insistere con i giovani.
“Se i giovani hanno qualità è un buon messaggio ed più facile per l’allenatore. Coutinho e Biabiany certamente, ma anche Mariga, Santon, Obi: sono molto contento di loro. I giovani hanno sempre bisogno dei compagni più esperti quando la partita è difficile, ma avere giovani di talento è importante per il futuro della società”.

Roberto da Roma sottolinea che il Settore Giovanile dell’Inter è uno dei migliori del panorama italiano: ha già individuato qualche nuovo ‘predestinato’?
“Parlo ogni settimana con Marco Branca e Piero Ausilio. Parliamo di tutto, anche dei giovani. In questi giorni ci stiamo allenando con la Primavera: così osserviamo, stiamo in contatto. Abbiamo avuto un vantaggio avere avuto dei giovani nel ritiro degli Stati Uniti: sappiamo il loro livello”.

Gli amici della Carrozzeria Inter di Milano: vinciamo ancora la Champions?
“Tutti vogliamo vincere tutto. È facile per me dire quello che ogni tifoso vuole sentire, ma devo dire le cose che credo possiamo fare. La mia filosofia è: viviamo una gara alla volta. Pensiamo sempre, e bene, alla prossima: così sarà più facile, alla fine, vincere. Io ho fiducia, ho confidenza, ma preferisco ragionare una gara alla volta”.

Francesco vorrebbe sapere perché non convochi David Suazo, se ci sono stati problemi con Sulley Muntari…
“Sorrido perché, quando giocano Milito ed Eto’o, dicono che abbiamo problemi di posizioni in attacco… Immaginate se ne abbiamo anche un altro… Muntari? Nessun problema. Io dico sempre che undici giocano e sette vanno in panchina. Gli altri devono aspettare e devono lavorare di più, durante gli allenamenti”.

Benitez sente di essere l’uomo giusto per l’Inter?
“Sono molto orgoglioso di essere qui. Questa è la prima cosa e la più importante: ci sono tanti calciatori di qualità e c’è tanta gente che mi vuole aiutare. I miei rapporti col Presidente e con il direttore tecnico sono ottimi. Qui all’Inter, a partire dai magazzinieri, vogliono il bene dell’Inter e questo per me è la cosa più importante. Il mio orgoglio è vero. A questi livelli non è mai una questione di soldi. È trovare qualche cosa che piace veramente e provare a costruire qualche cosa d’importante”.

Sarà possibile vedere l’Inter con lo schema ‘a rombo’?

“È una domanda opposta a chi sottolineava che avevamo problemi sulle corsie esterne… Abbiamo fatto bene il 4-2-3-1 anche con Biabiany e Coutinho, poi vedremo con il trascorrere della stagione”.

Tante domande di mercato: Neymar? Magari Torres…
“Mi piace lavorare sul mercato, ma senza dire nulla. L’allenatore deve lavorare con il direttore tecnico, la squadra deve pensare alle partite. Se parliamo non sarà bene perché tutto sarà più caro. Il presidente è un uomo intelligente, il direttore tecnico e il direttore sportivo sono uomini intelligente. Sappiamo di avremo l’opportunità di fare qualcosa a gennaio e vedremo se lo potremo fare”.

Quali sono le attuali condizioni di Walter Samuel?
“Sta facendo un lavoro differenziato, ma sta andando molto bene. Anche Pandev, Biabiany e Zanetti stanno andando bene. Per Thiago Motta credo che avremo bisogno ancora di un paio di settimane. Ha fatto già un po’ di calcio, però deve lavorare ancora”.
[Fabrizio Romano – Fonte: www.fcinternews.it]