Alzi la mano chi pensava che il Cagliari iniziasse in questo modo la stagione. Due match ufficiali e altrettante vittorie, prima in Coppa Italia con l’AlbinoLeffe e poi in campionato, all’Olimpico contro la Roma. Forse nemmeno il più ottimista dei tifosi poteva prevedere una cosa simile, complici anche i malumori della tifoseria dopo l’esonero inspiegabile del tecnico Donadoni subito dopo Ferragosto. E invece il Cagliari ha sorpreso tutti e Ficcadenti è riuscito a ottenere subito i risultati, nonostante lo scetticismo generale.
In Coppa Italia è stato relativamente facile. L’AlbinoLeffe ha giocato per più di un’ora in inferiorità numerica, avvantaggiando così i rossoblù, che una volta trovato il primo gol hanno gestito facilmente il match. Diversa invece la partita di Roma: il Cagliari si è difeso benissimo, aggrappandosi alla coppia centrale Astori-Canini, impeccabile nel match dell’Olimpico, e riuscendo a limitare i fortissimi attaccanti giallorossi. Poi alla prima occasione utile Conti ha colpito, gelando ancora una volta il suo ex pubblico. Ci ha poi pensato El Kabir a chiudere il match, con una bella azione personale. Anche stavolta però c’è stato un rosso di mezzo, rimediato dal terzino della Roma José Angel, che ha agevolato i rossoblù. Una vittoria che ha premiato il Cagliari nonostante il pareggio fosse, forse, il risultato più giusto.
Ma non è tutto oro quel che luccica. I tre punti sono ottimi, addirittura storici se si pensa che la compagine rossoblù non vinceva in Casa della Roma da più di quaranta anni. Però non tutto ha funzionato per il meglio. La coppia centrale è stata pressoché perfetta e ha continuato sugli standard altissimi a cui ci aveva abituato nelle scorse stagioni. Non eccelse invece le prestazioni dei terzini: Pisano ha sofferto oltremodo le scorribande di Josè Angel e poche volte si è affacciato nella metà campo della Roma per accompagnare la manovra. Lo ha fatto leggermente di più Agostini, che però non è ancora al top della forma. Lo dimostra qualche fallo di troppo al limite dell’area e qualche appoggio sbagliato. Abbastanza bene il centrocampo che ha costruito poco, ma ha fatto ottimo filtro. Da rivedere invece il reparto offensivo: il tridente, per ora, non è nelle corde della squadra. Nenè troppo solo là davanti, con Cossu sacrificato a fare l’esterno di sinistra e un po’ avvulso dalla manovra. Il folletto sardo ha creato i pericoli maggiori quando è partito dal centro, com’è solito fare da un paio di stagioni a questa parte. Chissà che anche Ficcadenti non si convinca a farlo giocare come meglio sa fare, ovvero da trequartista. Ingiudicabile Thiago Ribeiro: El Diablo è una seconda punta di movimento, ma con la Roma è stato costretto a fare quasi il terzino, largo sulla destra, visto l’approccio tattico difensivo della squadra. A sua discolpa ci sono anche i due viaggi intercontinentali fatti per sistemare le pratiche burocratiche relative al suo trasferimento. Quando lo vedremo nel suo ruolo, con una condizione di forma accettabile, sarà tutt’altra musica.
Ancora un rebus Victor Ibarbo. Il colombiano ha bagnato il suo esordio in uno stadio storico, alternando qualche errore a qualche grande giocata, vedi veronica e colpo di tacco a Totti.La sensazione è che l’ex Nacional abbia le qualità per spaccare la partita da un momento all’altro. Buoni piedi, grande fisico e velocità fuori dal comune. Sta ora a Ficcadenti disciplinarlo tatticamente.
Promosso, e non potrebbe essere altrimenti, El Kabir. L’ex Mjallby entra e prende subito un giallo, ma ha una voglia incredibile di spaccare il mondo. Prova due discese solitarie palla al piede, non riesce a sfondare ma poi chiude la partita con un diagonale bellissimo che batte Stekelenburg, regalandosi il gol all’esordio in serie A. Come dice il presidente Cellino “il ragazzo deve maturare” ma il biglietto da visita presentato è già abbastanza convincente.
Chiudiamo con il calciatore rossoblù più chiacchierato della settimana, ovvero Michael Agazzi. I tifosi rossoblù sono divisi: c’è chi lo esalta, c’è chi non lo reputa all’altezza. La verità come sempre sta nel mezzo. Diciamo che a Cagliari si erano abituati bene con Federico Marchetti, che per due stagioni ha fatto benissimo in rossoblù. Agazzi sicuramente, dal punto di vista dello stile, non vale Marchetti. Ma che importa? Lo stile conta poco o nulla. Ciò che conta è non prendere gol e difendere la propria porta. Agazzi, contro la Roma, l’ha salvata più volte. Nel suo primo anno di A, lo scorso, ha dovuto convivere con la figura ingombrante di Marchetti in squadra, non esattamente la cosa più semplice del mondo. Ora Marchetti è il passato e Agazzi è il presente e probabilmente il futuro. Ora più che mai ha bisogno di fiducia. La società gli ha rinnovato il contratto, ora tocca ai tifosi dargli o rinnovargli, la fiducia.
Sabato si torna in campo. A Cagliari arriva il Novara di Tesser. L’obiettivo, manco a dirlo, sono i tre punti. Già alla prima in casa si capirà di che pasta è fatta la squadra rossoblù. Stavolta non servirà difendersi, ma bisognerà provare a imporre il gioco sin dai primi minuti. Per assurdo quella col Novara è una partita più insidiosa di quella dell’Olimpico. Se a Roma non c’era da nulla da perdere visti i precedenti, stavolta è uno scontro importante. Ficcadenti riuscirà a vincere, ma sopratutto a convincere? Il campo, come sempre, ci darà la risposta.
[Giampaolo Gaias – Fonte: www.tuttocagliari.net]