Flachi: la squalifica, la Samp in Champions e la Nazionale

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In 8 lunghi anni Francesco ha conquistato la Gradinata Sud, rinunciando al Dio Denaro pur di salvare la baracca, ha contribuito da principale protagonista alle vittorie nei derby, alla promozione in serie A, al ritorno in Europa, ha realizzato la bellezza di 107 goal in blucerchiato, diventando il terzo cannoniere della nostra storia.

Ma, oltre ai goal e ai successi, Ciccio ha rappresentato e rappresenterà per sempre il nostro idolo, il campione, il giocatore che abbiamo sempre sognato, capace di farci godere come nessun altro, il Sampdoriano in campo, in grado di condividere le nostre gioie, le nostre sofferenze, le nostre delusioni, il nostro orgoglio.

Se non si fosse complicato la vita, probabilmente a quest’ora Francesco indosserebbe ancora la nostra casacca e avrebbe superato nuovi record nella nostra storia, ma talvolta i problemi e le tentazioni prendono il sopravvento. Prima della gente e della Sampdoria, è stato lui a rimetterci e a pagare le conseguenze dei propri errori, l’importante sarà trovare la forza per rialzarsi, grazie all’affetto di chi gli vuole bene, la sua famiglia, gli amici veri e i Sampdoriani che non riescono a dimenticarlo.

Sampdorianews.net ha avuto il piacere di raccogliere le sue esternazioni non solo in merito alla recente squalifica, ma sul traguardo recentemente raggiunto dalla Sampdoria di Del Neri, sulle convocazioni di Marcello Lippi in Sudafrica e sul suo rapporto con la gente blucerchiata:

Francesco, come ti senti dopo la mazzata della recente squalifica?

“Sto bene, non sono cambiato di una virgola, non ho alcun tipo di problema, vivo alla giornata”.

Quali sono state le tue sensazioni nell’assistere da lontano all’impresa della Sampdoria di Del Neri, capace di raggiungere il traguardo dei preliminari di Champions League?

“Sono sicuramente contento, la squadra ha disputato un grande campionato, se lo è meritato sul campo”.

Ai tempi di Novellino in un’annata, peraltro segnata col senno di poi da Calciopoli, la Sampdoria ha terminato il campionato al quinto posto ad un solo punto dai preliminari di Champions. A distanza di anni nutri rammarico per quel traguardo sfumato sul fino di lana?

“Nessun rammarico, in 5 anni con Novellino abbiamo sempre raggiunto grandi risultati, si è sbagliato soltanto un campionato. Calciopoli? Non sta a me giudicare quanto è successo, il quinto posto è stato un grande risultato, abbiamo sfiorato la Champions, non commento altre cose”.

Dovendo restare lontano dai campi, come hai vissuto la promozione in serie A del Brescia?

“Sono contento per i miei ex compagni, sicuramente sono dispiaciuto per non aver continuato ad essere partecipe in una situazione importante, ho sbagliato, questo è poco ma sicuro”.

Quale è il tuo parere sulla mancata convocazione di Antonio Cassano al Mondiale in Sudafrica?

“Sono l’ultimo che può giudicare… Ogni allenatore compie le proprie scelte, giuste o sbagliate che siano. Adesso è facile gettare la croce addosso a Lippi”.

Il tuo amico Angelo Palombo è rientrato nella lista dei convocati, ma non è riuscito a scendere in campo. Se fossi in lui, vedresti il bicchiere mezzo vuoto, o mezzo pieno?

“Sarei sicuramente contento, andare al Mondiale è una grandissima emozione. Angelo è giovane, è un grande giocatore, avrà altre occasioni in futuro”.

In una recente intervista hai dichiarato che dopo la Sampdoria calcisticamente eri morto, mentalmente non ti sentivi più lo stesso, puoi chiarire il concetto?

“Dopo 2 anni di squalifica, sono tornato in campo a 34 anni e non avevo più le stesse ambizioni di Genova, non le ho trovate da altre parti. Ero a terra mentalmente e fisicamente, giocare davanti a 30 mila spettatori in un certo palcoscenico è un’altra cosa, ribadendo il rispetto sia per il pubblico genovese, che delle altre piazze. Non provavo più le emozioni vissute alla Sampdoria”.

Non passano settimane che non riceviamo messaggi in tuo ricordo, sei entrato e non uscirai mai dai cuori dei tifosi Sampdoriani…

“Se qualcuno vuole vedermi, può sempre fare un salto in Versilia… scherzi a parte, ringrazio i tifosi Sampdoriani, mi sono sempre stati vicini, è un rapporto basato sull’affetto, un affetto che non è finito e non finirà mai a prescindere da tutto quello che è successo. Ho avuto degli incidenti di percorso, ma tra me e loro resterà sempre un’intesa perfetta, abbiamo lottato tutti insieme per la maglia blucerchiata, per il bene della Sampdoria”.

Come ti immagini il tuo futuro? L’ambiente del calcio potrebbe riabbracciarti? Nei giorni scorsi Walter Novellino ha dichiarato che 12 anni non si danno nemmeno a chi uccide una persona…

“Ora il futuro non mi interessa. Ho una lunga squalifica, se in futuro ci fossero nuove occasioni, ci penserò su. Sai io sono un pesce piccolo, è facile fare i grandi con chi è piccolino… Il calcio è questo e sempre resterà così: quando ci si trova dinanzi a persone inferiori di te, fanno i grandi, invece quando si ha a che fare con gente che conta di più, allora sono loro che si ridimensionano. Ringrazio ancora Novellino, mi è sempre stato vicino”.

Quando ti rivedremo cantare in Gradinata Sud?

“Non lo so, non mi sento di promettere niente al momento. Ogni volta che vengo a Genova sto male per non poter più scendere in quel campo, non indossare quella maglia e vivere il calore della gente. Non sarei coerente con me stesso se promettessi qualcosa”.

[Diego Anelli  – Fonte: www.sampdorianews.net]