La proposta di Galliani: “Cominciamo la prossima stagione a febbraio”

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Le parole dell’amministratore delegato del Monza nel corso di un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

MILANO – Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole: “Credo che si dovrà arrivare a giocare in estate e poi campionati da inizio 2021. Lancio una proposta: il tempo c’è, si faccia per due anni come in Sud America, campionati nell’anno solare. Il campionato 2020-21 cominci nel febbraio 2021, stessa cosa per il 2022. Poi magari si tornerà all’antico, ma io sono certo che dopo un paio d’anni ci convinceremo che è una buona soluzione. Si può fare, le annate devono concludersi sul campo, per regolarità sportiva. Però non ha senso affrettarsi con la pandemia in corso. Senza riprendere le perdite della Serie A si attesterebbero sui 600 milioni di euro, ai quali dovranno poi essere aggiunte le percentuali dalle coppe europee. Giocare a porte chiuse è triste, però è meglio di non giocare affatto, e magari scomparire”.

Sul taglio degli stipendi ha aggiunto: “Non si possono stabilire percentuali valide per tutti, la maggior parte dei giocatori di C guadagna 26mila euro lordi, il più pagato della A duemila volte tanto. Quindi, bisogna ragionare su cifre diverse. Un club non può tagliare più di quello che ha perso, ma neanche di meno. Se ho perso il tre per cento ti tolgo il tre per cento, se ho perso il 14 ti tolgo il 14, se non ho perso non ti tolgo niente: i giocatori devono capirlo”.

E infine una battuta sul mercato: “Sarà un calcio un po’ più povero, perché il mondo lo sarà. Ci sarà un ridimensionamento temporaneo, come per tutte le altre attività. L’Europa e il mondo sono in difficoltà, il calcio non può pensare di continuare come prima. Le proprietà straniere? Ben vengano i capitali investiti nel nostro Paese. È libero mercato, non si può impedire. Magari ci sarà un po’ di romanticismo in meno, ma la ricchezza dall’Europa si è spostata in America e poi in Oriente, andate a guardarvi i passaggi di proprietà dei top club europei: non passano mai a un signore dello stesso Paese. Bisogna farsene una ragione”.