Genoa: a Torino è stato proiettato un film già visto

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Miei cari amici genoani delusi e sconfortati inizio dall’ultima frase della mia cronaca di Juve-Genoa. «Peccato per il Genoa che ha perso una gara che sembrava vinta per lunghi tratti»: è la fotografia non soltanto della sconfitta per 3-2, ma di tante partite del Grifone.

La squadra gioca, domina soprattutto imponendo il gioco sulle fasce e in contropiede, poi si blocca a tratti con delle “amnesie” che consentono all’avversario di turno di rimontare e vincere. Così è accaduto anche contro la Vecchia Signora che ha giocato una gara tutt’altro che irresistibile, soprattutto nel primo tempo quando i difensori rossoblù avevano tenuto i suoi attaccanti fuori dall’area di rigore. Insomma, un film già visto purtroppo in altre occasioni di questo altalenante campionato. In settimana lo aveva detto Roberto Beccantini: «Questa Juve è capace di tutto, può vincere o perdere» sottolineando che il pronostico era aperto. Invece è arrivato il solito calo con la “dainellata” finale che ha regalato il gol a Toni. A proposito, sembra che si sia svegliato il “bell’addormentato” che a Genova aveva fornito prove quasi sempre mediocri: ironie del destino, ha anche segnato.

La gara odierna ha fatto perdere un altro 20% di possibilità a Ballardini di restare l’anno prossimo sulla panchina genoana. E così, dopo l’incredibile sconfitta contro il Cagliari, si sale al 40%: restano tre partite, con Brescia, Lecce e Napoli, per ribaltare la situazione che sembra però sempre più precaria e complessa. La “strigliata” del presidente Preziosi di domenica scorsa sembrava aver provocato un effetto positivo: invece no, si è scivolati nel solito finale incolore con sconfitta. In più Ballardini ha anche sbagliato il giovane da schierare in campo, al contrario del suo collega Delneri.

Il tecnico bianconero ha messo in campo il diciannovenne danese Sorensen in prestito dal Lyngby. Del Piero aveva detto mesi fa al suo esordio: «Se sei qui c’è un motivo». E Sorensen lo ha dimostrato oggi con una prestazione sufficiente e convincente. Ballardini invece ha sostituito lo stanco Milanetto con l’altrettanto diciannovenne Jelenic che non è un centrocampista centrale: una mossa inspiegabile visto che in panchina c’era Doninelli, brillante regista della Primavera. Insomma anche oggi si è assistito a una “commedia degli equivoci” condita da un triste finale. A proposito, ma Boselli è un oggetto così misterioso da non poter essere schierato in campo? Gli si poteva dare una chance oggi e dimostrare che era un uomo d’area: forse poteva duettare con Floro Flores. Ma non lo sapremo mai.

Domenica arriverà il Brescia al Tempio. Una squadra che avrà fame di punti per salvarsi, mentre il Vecchio Balordo vede sempre più allontanarsi l’obiettivo dell’ottavo posto. A quando una prova “da Genoa”?

[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]