Genoa, il punto: “catenaccio” e contropiede ancora letali per i grifoni

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Stasera abbiamo avuto l’ennesima conferma. Non c’è nulla da fare, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso: le squadre che giocano catenaccio e contropiede, infilano il Genoa. E così ha fatto la Sampdoria: non era il Real Madrid, ma era l’altra squadra di Genova che ha saputo preparare la partita in questo modo, semplice ma efficace. Era accaduto anche in altre gare come contro la Juventus, la Roma e, di recente, contro il Napoli. In più c’è stato il “regalo” di Bovo che ha infilato Frey: un episodio che può accadere al “Baiardo”.  Delneri ha provato nel secondo tempo a schierare il 4-2-4 con Bertolacci a suggerire, Vargas a crossare: è arrivato il gol di Immobile, ma non è stato sufficiente. Al Grifone mancano l’ordine e le geometrie: insomma, uno spettacolo desolatamente già visto. E speriamo che non si cambi per l’ennesima volta allenatore: in una situazione di caos come quella attuale non servirebbe a nulla.

Provo a ipotizzare un’altra soluzione: sia ben chiaro, è soltanto una mia ipotesi. Per tentare di risorgere (e cercare di non essere più “del gatto” come si dice in genovese) occorrerebbe forse un ritiro lungo, in cui il tecnico e tutti i giocatori si interroghino sui motivi del flop dell’ultimo posto. Non è soltanto un fatto di schemi, moduli e tecnica: ci sono certamente motivi psicologici e di organizzazione interna. Sperando che ciò basti a risolvere i problemi del Genoa: altrimenti neppure gli eventuali innesti di gennaio potrebbero cambiare la pessima musica suonata finora. Domenica c’è la trasferta di Bergamo: in altri tempi era un impegno difficile, ma non impossibile. Invece ora sembra tutto così complicato: ma una soluzione ci dovrà pur essere per risorgere dall’ultimo posto. Grifone, alzati e vola!

[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net ]