Giovanni Rosi: «Bravo Ballardini, non ha mai cavalcato le polemiche»

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Da sempre Giovanna Rosi prepara una colazione speciale per tutti i liguri: notizie, informazioni, consigli utili e sport. Da quest’anno ha cominciato a preparare pure il pranzo, col suo Tgn Mattina, su Telenord, che ha prolungato la diretta, dal lunedì al venerdì, fino alle 12,15.

«È il decimo anno che mi alzo alle 5 del mattino – ricorda – Fate un comitato per salvarmi!». Sicuramente, può già contare su un ampio comitato di affezionati ascoltatori, che non rinuncia al risveglio con le sue notizie e i suoi ospiti. Da sempre appassionata al mondo dello sport in senso lato (gioca a pallanuoto e fa parte dell’ufficio stampa dell Pro Recco), Giovanna Rosi, in esclusiva a Pianetagenoa, ha parlato del momento magico del Genoa, senza dimenticare la voglia di scoprire il mondo che si cela dietro ad ogni giocatore rossoblù.

Giovanna Rosi, lei segue una miriade di sport e gioca a pallanuoto. Tra questi ricorda un’impresa simile a quella del Genoa con la Roma? Giunta, oltretutto, dopo il successo nel derby…
«Facendo un parallelo con la pallanuoto, l’anno scorso la Pro Recco, preparandosi, da una parte, per affrontare i play off di Napoli per lo Scudetto, riuscì a ribaltare una partita che sembrava compromessa, vale a dire quella nella Final Four di Eurolega col Partizan, dove perdeva per 4-1. Sembrava impossibile vincere contro una squadra forte come il Partizan, invece arrivò la vittoria e, a fine stagione, la Pro Recco vinse tutto, Coppa Campioni e Scudetto, superando anche il Savona, con cui aveva perso in campionato. È un po’ quello che è successo al Genoa: vittoria nel derby e straordinaria rimonta contro la Roma. Qualcuno dice che la Roma abbia favorito la rimonta rossoblù per dare un segnale forte alla società: io ho sempre fatto sport attivo, continuo a farlo anche se ho più anni della Befana, giocandomi gli scudetti in categoria Master di pallanuoto e posso assicurare che perdere brucia sempre. A tutti i livelli si preferisce gioire per una vittoria. Il giorno del derby eravamo a Zagabria: la Pro Recco doveva disputare la partita di Coppa col Mladost, squadra fortissima. Ero con Eraldo Pizzo, il “caimano”, genoano vero, e dalle radioline sentivamo le notizie che arrivavano da Marassi. Eraldo ha detto: “Speriamo sia un mercoledì da leoni”. Alla fine la Pro Recco ha ribaltato il risultato, vincendo, e, poco prima di salire sull’aereo, è arrivata pure la conferma del successo del Genoa».

Una giornata indubbiamente memorabile, come lo è stata per il tecnico Davide Ballardini. Oggi si parla molto dei meriti dei giocatori, ma il tecnico ci avrà pure messo qualcosa…
«Ballardini ha sicuramente molti meriti, innanzitutto quello di non aver mai cavalcato polemiche di nessun tipo. È un uomo che riflette molto, lo ha anche dichiarato: “Ascolto molto, guardo molto”. Quando è riuscito ad esprimersi al meglio è riuscito a mettere in campo una squadra divertente, che gioca un bel calcio. Per lui non è stato facile far dimenticare tecnici e giocatori passati ed è giusto non dimenticarli. Molti tifosi all’inizio erano dispiaciuti per la partenza di Gasperini, d’altra parte i tifosi hanno questo rapporto affiatato, “di pancia”, con i propri beniamini. Ballardini ha un carattere differente: è un grande lavoratore e, ultimamente, ha mostrato anche grandi espressioni di gioia».

Lei ama molto cercare l’umanità dei personaggi dello sport, al di là del gesto atletico. Quale giocatore del Genoa la incuriosisce di più?
«Tutti, non c’è giocatore che lascerei quietare, nel senso ironico del termine. Avessi l’opportunità di occuparmi di loro mi piacerebbe far emergere l’umanità di tutti loro. Ognuno ha un’esperienza che lega calcio e vita. Penso alla storia di Kaladze, a Kucka che faceva il falegname, a Floro Flores che ha più tatuaggi che nei. Va bene, hanno la fortuna di guadagnare tanto con questo gioco e proprio questo và ricordato: l’umanità è indispensabile per l’approccio a questa disciplina sportiva, che di fatto è un gioco. Purtroppo spesso il business fa dimenticare questo aspetto ludico del calcio. Mi viene in mente quello che è successo dopo il derby: qualcuno ha scoperto dove si trova la casa di Rafinha e gli hanno lasciato tanti bigliettini di ringraziamento sul parabrezza dell’auto. In un’altra città, magari, lo avrebbero aspettato, invece qui c’è più discrezione, un tratto caratteriale tipico del genovese».

Tornando al campo, domenica il Genoa andrà a Catania con un centrocampo da ridisegnare: Milanetto è infortunato e Rafinha è squalificato. Quali sono le possibili alternative?
«Ballardini dovrà buttare dentro Veloso e dare fiducia ai giocatori a disposizione, considerando che nessuno può sostituire Milanetto: lui non è solo un calciatore, ma è un grande uomo e quando scende in campo si trasforma, come Marco Rossi. Entrambi danno un grande supporto non solo tecnico e tattico, ma anche di forza, di serietà, di approccio al divertimento, al gioco, all’allenamento. Al posto di Rafinha potrebbe giocare Konko, sperando che recuperi».

[Fabio Aronica – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]