Il Bologna svagato

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È sotto gli occhi di tutti che i troppi complimenti non abbiano fatto bene alla squadra. Quella di Marassi poteva essere una buona occasione per proseguire un cammino che non ci vede affatto lontani dalla meta, ma un tragico quarto d’ora di follia ha mandato all’aria i poco chiari piani di Malesani.

Senza mezze misure, quando il Bologna decide di perdere ce ne accorgiamo, non c’è dubbio. E poco importa che, sotto di tre gol, una decorosa reazione della squadra sul campo si sia vista, perchè è tutto relativo all’ovvio e naturale rilassamento di una Sampdoria che al 14′ aveva già i tre punti in tasca. Una sconfitta che fortunatamente non fa male, guardando laggiù dove ci sono avversarie che dal pantano proprio non hanno le forze di emergere: ma da domani contro il Palermo è d’obbligo la scelta di una formazione iniziale più qualitativa e un approccio alla gara decisamente diverso. È sempre un po’ svagato infatti, nei primi minuti, il Bologna: che con la Lazio era riuscito a rimediare, col Catania aveva retto l’urto dell’avvio, con l’Inter e con la Sampdoria ha alzato bandiera bianca.

Prima considerazione: Ramirez sempre in campo. Giocatore in grado di accendere la partita improvvisamente, con grande voglia di stupire ancora e mezzi tecnici sopra la media. In assenza di Ekdal, non c’è altro che possa giostrare sulla trequarti meglio di lui, e per favore accantoniamo i tristi esperimenti alla Casarini (che invece è andato in crescendo da terzino destro, posizione in realtà quasi inedita per lui). Una benedizione anche il ritorno nei ranghi di Della Rocca, che a Genova ci è mancato molto più di quanto era lecito aspettarsi (Mutarelli ora è utile solo per i finali quando c’è da tenere un risultato, un po’ come l’ultimo Piacentini); mentre non è chiara la situazione di Britos, che sta bene ma non può permettersi di saltare il recupero di mercoledì, quando avremo la difesa decimata dalle squalifiche.

Possibile che Malesani si affidi a Moras centrale o ripresenti il bravo Cherubin. Non è per niente a posto, invece, Viviano. Faranno anche l’impossibile per mandarlo in campo, ma fra influenza e guai muscolari il consiglio sarebbe almeno un turno di riposo. È pronto nel caso Cristiano Lupatelli, portiere affidabile di esperienza e carisma che quest’anno ha raccolto tre presenze in Coppa Italia, e in serie A non gioca da maggio scorso. In fase (relativa) di stanca il Palermo, che ha perso qualche colpo nella corsa all’Europa League e a sorpresa è stato bastonato da una Fiorentina in crescita. Vero che Miccoli, Pastore, Ilicic, Bacinovic, Hernandez incutono una terribile paura, ma il fatto che Balzaretti e Cassani (forse anche Migliaccio) guardino la partita dalla tv è un grande sollievo, dal momento che nell’1-4 dell’andata ci fecero a fettine, con quelle continue sovrapposizioni sulla fascia che mandarono in crisi i nostri esterni.

I rimpiazzi non sono male (specie l’uruguagio Garcia), ma schierare un centrale (Munoz) sull’out non è la stessa cosa rispetto a uno di mestiere. A metà campo possibile spazio a un ragazzo emergente come Kurtic, se non addirittura al giovanissimo Acquah. Citazione di disonore per la designazione arbitrale di De Marco, uno che dopo i fatti dell’ultimo Bologna-Juventus più stava lontano da casa nostra e meglio era. Non ne sentivamo la mancanza.

[Federico Frassinella – Fonte: www.zerocinquantuno.it]