Il Catania di Maran cresce …

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CATANIA – Che fosse un’amichevole va specificato, e se il Catania non avesse mollato al termine della stagione passata forse, un’amichevole, avrebbe potuto non esserlo. Che sia estiva, l’amichevole in questione, è facile desumerlo dalla temperatura, dall’umidità, dai ventagli non convenzionali usati per muover un po’ di fresco e dalle magliette chiazzate dei tifosi che, per passione, s’intridono di sudore prima di quelle dei giocatori che, per vagliar i frutti di un lungo lavoro, vengono mandati in campo da Maran contro l’avversario più tosto di tutto il precampionato.

Quando i gradi percepiti sono ancor più degli spettatori presenti allo stadio, quando la presentazione della squadra è lungi dall’iniziare, è l’addì Gasparin ad uscire dal serpentone che dà agli spogliatoi e presentarsi, al pubblico, agli inservienti, davvero a tutti, stringendo le mani di avversari, addetti alla sicurezza, pompieri, barellieri e tutti coloro che si trovano attorno al recinto di gioco che, in impeccabile giacca grigia, gira per intero raccogliendo i primi applausi della stagione, frutto di stima ma soprattutto rispetto per quanto già fatto e fiducia per quanto ancora da fare.

Il tempo di augurare buon lavoro agli addetti dell’informazione, ed inaugurare la rinnovata tribuna stampa, che la presentazione ufficiale della prima squadra può avere inizio, pur con qualche minuto di ritardo per attender i tiratardi, chi era puntato alle 20.30 per il fischio d’inizio, chi non ricordava della presentazione antecedente l’evento, chi non è riuscito a staccare il biglietto dove si attendeva di poterlo ottenere, chi proprio non c’è riuscito. Tocca prima alla società, dalla sicurezza (World Service) al team manager (Orazio Russo), quindi lo staff societario e lo staff tecnico (applauditissimo Maran). Infine tocca alla prima squadra, con Legrottaglie, Barrientos, Gomez, Bellusci e Lodi tra i più applauditi, qualche fischio per Andujar. Dulcis in fundo le parole del presidente, al fianco del suo addì-rettore, Gasparin. Assente Lanzafame.

Spenta la “rockeggiante” colonna sonora della serata, una piacevole novità che non s’udiva da tempo, come tante altre piacevolezze, davanti ai circa 4.000 presenti, quando scoccano le 21.00 inizia la partita. Prove di prima squadra, fuori dai giochi Spolli, Marchese, Llama e Gomez (per infortuni o altro), la maglia è quella nuova, rossazzurra, stile anni 70, il numero 19 è passato da Ricchiuti a Castro, la fascia di capitano da Izco a Lodi, Maran è subito in piedi, ai limiti dell’area tecnica, il Catania è subito in avanti, con Castro, titolare.

In maglia gialla e pantaloncini neri, gli svizzeri (alcuni discreti tifosi al seguito in Tribuna A), tirano un sospiro di sollievo sullo schema da punizione con cui al 6° Lodi libera Bergessio alla conclusione, dall’altezza del dischetto palla a fil di palo. All’8° ci prova Almiron, dalla distanza, palla che dà l’illusione del goal incocciando il paletto che regge la rete e carambolandovi all’esterno. All’11° è però il Thun a passare in vantaggio sugli sviluppi di un calcio di punizione che, dalla destra, taglia l’area a giro interno trovando la deviazione in spaccata aerea di Ngamukol, che anticipa Andujar. La reazione del Catania è immediata, prima con Lodi, che costringe la retroguardia svizzera all’angolo, quindi con Capuano, che da posizione defilata centra il portiere Faivre, appostato sul palo. Al 16° clamorosa traversa di Bergessio, triangolo con Castro, a tu per tu col portiere colpo sotto ribattuto dalla traversa quando la maggior parte del pubblico urlava già al pareggio.

Maran cerca alternative vincenti, Castro passa da sinistra a destra. La manovra è fluida, le geometrie chiare ma ancora da perfezionare. Manca il cinismo a Bergessio, che potrebbe stoppare meglio, inserirsi meglio, concludere meglio come al 25°, quando si gira bene ma spedisce il pallone sopra la traversa. E Castro torna a sinistra, ma nel 4-3-3 trasformato in 4-2-3-1 . Nonostante l’accostamento facile col groviera, la difesa svizzera di buchi ne ha davvero pochi. Terzi a sette punti dopo quattro giornate, gli svizzeri possono vantare una condizione atletica decisamente migliore di quella in possesso dei rossazzurri, il cui primo impegno ufficiale cadrà dopo Ferragosto.

Al 42° seconda traversa del Catania, calcio d’angolo, sempre Bergessio ma stavolta di testa timbra il legno con Faivre battuto, Barrientos, sul rimpallo, non trova il tempo giusto per ribadire in rete. Il primo tempo si chiude col Thun in avanti, in contropiede, grazie ad un pallone in orizzontale perso da Izco. Sulla conclusione di Hediger, sporcata dalla difesa, si fionda Andujar. La ripresa si apre con Terracciano in porta per Andujar e Marchese per Capuano, schierati col 4-1-4-; cambia sette uomini il Thun. Al 13° punizione a giro di Lodi che impegna Faivre mentre Maran ha già provveduto a sostituire due terzi dell’attacco, fuori il nervoso Barrientos e Bergessio, dentro Antenucci e Morimoto. Al 67° incertezza di Legrottaglie, Terracciano salva in uscita.

Al 69′ fuori Almiron e Castro, dentro Biagianti e Doukara. Che raccoglie subito applausi per il suo dinamismo. Come esterno, nel 4-2-3-1, l’attaccante proveniente dalla quarta serie, appare sacrificato per le caratteristiche messe in campo e che lo rendono certamente il più pericoloso e quindi miglior rossazzurra della seconda parte di gara in cui accade veramente poco a parte qualche corner. All’attaccante francese Maran concede solo gli ultimi secondi da prima punta in un secondo tempo in cui accade davvero poco. Stanchezza e caldo valgono per tutti, nonostante il Catania appaia più volenteroso nel proporre gioco, cercare il pareggio pur senza rinunciare all’ordine tattico richiesto da Maran, che resta l’interesse e l’aspirazione prioritaria.

È un peccato non esser riusciti a vincere ed ancor più a pareggiare in proporzione alla mole di gioco creata. Vero, soprattutto come premio ai tifosi sugli spalti. Ma il Catania di Maran è un Catania che cresce, dal basso verso l’altro, dalla difesa all’attacco, cresce costantemente e, fino a quando il risultato non sarà più importante del gioco espresso, potrà continuare a crescere, ad esser soddisfatto di quei progressi sui quali costruire i futuri risultati, perché saranno quelli e solo quelli a contare, in futuro, tra poco… ed in fondo a questo Catania non manca molto di più, né in termini di tempo né di uomini.. nuovi.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]