Il Milan visto da Luciano Moggi

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Questa volta mi è stato chiesto di parlare del Milan. Mi hanno detto dalla Redazione di Tuttomercatoweb, di non parlare sempre della Juventus: sarà fatto. La Nazionale non tira e comunque me ne sono già occupato su Libero nei giorni scorsi e allora accontento la richiesta della redazione. Eccomi a parlare di Milan. E’ partito il mercato. Le hall degli Hotel milanesi iniziano a gremirsi di direttori sportivi e dei procuratori di mezza Italia.

Approfitto, quindi, di questo spazio per offrire il mio punto di vista sulla situazione dei rossoneri, soprattutto in vista di un nuovo corso, quello targato Allegri, ad un passo dall’avvio ufficiale. Non è facile intervenire senza investire notevolmente ma capisco bene la famiglia Berlusconi che, dopo tanti anni di sacrifici, voglia tirare leggermente il freno a mano ma resto convinto di un fatto:  il Milan farà la squadra!

Primo punto chiave: il portiere. Impossibile proseguire con l’incertezza che ha caratterizzato le ultime stagioni; un investimento, in tal senso, è fondamentale più che necessario. I nomi? Mi piace molto Viviano, fresco di rinnovo di comproprietà al Bologna, peraltro già bloccato a suo tempo dall’Inter, ma Marchetti rappresenterebbe la soluzione ideale.

Il pacchetto difesa – centrocampo costituisce le fondamenta di una squadra competitiva ai massimi livelli. Una perfetta fusione tra i due reparti è possibile solo attraverso alcuni innesti di gamba e valore. Il terzino Jonathan del Cruzeiro, per esempio, rappresenta un ottimo compromesso a prezzi accessibili: lo vedo più pronto anche di Antonini, che gode del perenne status di giovane prodotto del vivaio nonostante le ventisette primavere alle spalle.

Il lavoro degli esterni è stato uno dei punti forti dei successi dello scorso decennio: Kolarov avrebbe tutte le caratteristiche necessarie per ripercorrere le orme dei predecessori più illustri. Io, le due corsie laterali, le coprirei così.

Dal moto perpetuo di questa coppia serbo-brasiliana, il primo a beneficiare sarebbe Andrea Pirlo, che potrebbe tornare a distribuire lanci illuminanti con la continuità a cui ci aveva abituati fino ad un paio di stagioni fa. In un contesto del genere, anche l’apporto di Ambrosini continuerebbe ad essere importante, grinta e corsa sono qualità che non passano mai di moda, ed il capitano rossonero è, a mio parere, in grado di garantirle ancora.

Discorso diverso per gli altri membri “storici” del centrocampo milanista: Gattuso non corre più (se prima andava in pressing sui centrocampisti avversari, adesso non copre neanche una marcatura), e Seedorf ha già ampiamente imboccato il viale del tramonto. Serve ricostruire l’insieme, più del singolo, magari con innesti dalla carta d’identità più giovane. La Juve con Marchisio è un ottimo esempio, in questo senso.

La rivoluzione toccherebbe anche l’attacco ma non in maniera drastica. Non è un mistero che le linee guida dell’ultima stagione, fossero totalmente improntate e dipendenti dalle lune di Ronaldinho. Il brasiliano ha nel repertorio delle giocate eccezionali, può estrarre dal cilindro gol e magie, ma è troppo avulso dal gioco moderno della squadra. Gli attaccanti oggi devono anche saper difendere. Guardate Eto’o: partecipa quasi più alla fase difensiva che a quella di attacco, senza far comunque mancare il consueto apporto realizzativo lì davanti. Vi immaginate Ronaldinho sobbarcarsi un compito del genere? Nemmeno io.

Il tentativo per un colpaccio lo farei con un giocatore a me caro, quello che considero l’attaccante più decisivo a livello assoluto: Zlatan Ibrahimovic. E’ evidente che un acquisto a titolo definitivo sarebbe economicamente improponibile, ma un tentativo per il prestito io lo farei. Mai mettere Pato sul piatto della bilancia. Segnale di debolezza. Il gioco di Ibra riassume quello di tre calciatori, è realizzatore e suggeritore, allo stesso tempo, con Pato ad aprirgli gli spazi farebbe meraviglie.

In chiusura, una battuta su Allegri. L’ex tecnico del Cagliari mi piace, e non poco. Ha idee e conoscenze tattiche. La domanda, però, è: sarà pronto per il Milan? Allenare un club di questo livello non è uno scherzo, ai rossoneri non può bastare un tecnico da terzo o quarto posto. Remore identiche, per inciso, le ho anche su Delneri. Ma questa è un’altra storia.

Mi sono divertito a disegnare il Milan del futuro (quello immediato), per fortuna il “problema” è del mio vecchio amico Adriano.

[Luciano Moggi – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]