Il vero ruolo dell’allenatore

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Spesso si sentono commenti e opinioni sugli allenatori, sui loro presunti sbagli, sulla loro incapacità di leggere la partita e quindi di operare le giuste scelte nello schieramento iniziale e nei cambi.

Il più delle volte questi commenti vengono fatti a posteriori, a risultato acquisito, da persone che sanno di calcio per averlo visto da molti anni o semplicemente perchè essendo giornalisti o opinionisti devono esprimere un parere. Alcuni hanno giocato, altri magari anche allenato, ma la maggior parte di loro non ha mai messo un piede in campo o in uno spogliatoio, o non si è mai trovato nella posizione di chi deve prendere una decisione immediata o non ha guidato un gruppo di persone.

Partiamo dall’inizio.

Che competenze deve avere una persona per poter allenare una squadra di calcio? Molti sostengono che non è necessario aver giocato per poter guidare una squadra. Verissimo.
Sacchi è stato uno dei più grandi, sia come vittorie che come innovatore senza essere stato un calciatore, lo stesso per Mourinho, meno innovatore, molto più motivatore, ma mai calciatore, per lo meno di un certo livello, ne sono un esempio, ma poi mi vengono in mente altri, Trapattoni, Capello, Lippi, che sono stati grandi giocatori e grandi allenatori e non sono i soli.

Domanda: quali competenze deve avere un allenatore? A qualsiasi livello, sia che alleni in serie A oppure in serie C2.

COMPETENZE:

• TECNICHE
• TATTICHE
• FISICHE
• PSICOLOGICHE.

Le differenze sostanziali non sono le categorie in cui un allenatore deve operare, serie A o ultima serie professionistica, casomai se allena una prima squadra oppure in un settore giovanile, e in questo ambito, se allena allievi o primavera, quindi ragazzi che vanno dai 15 ai 19 anni oppure categorie ancora più piccole, sotto i 14 anni.

Oltre ad amare il proprio lavoro, è necessario avere anche le attitudini.

Se si allena dalla scuola calcio fino ai giovanissimi, più che allenatori si è educatori. In questa fase i ragazzi imparano molto imitando e quindi i requisiti primi, a mio modo di vedere, devono essere tecnici, fai vedere, dimostra e i ragazzi imitano e imparano comunque anche un po’ di coerenza e onestà nei loro confronti non guasterebbe.
Nelle categorie superiori non basta SAPER FARE, è molto più importante SAPER FAR FARE. Non è più l’allenatore che deve dimostrare ma i giocatori che devono essere i protagonisti. Le proprie competenze bisogna saperle insegnare, trasmettere alla squadra, coinvolgere i propri giocatori in un progetto.

In sintesi.

Quali sono le Capacità Tecniche?

Sono i rapporti uomo-palla, i movimenti e l’applicazione dei gesti tecnici in gara.
Stop o controllo della palla, gestione della stessa, trasmissione o passaggio, conclusione in porta, colpo di testa. Il tutto a velocità sempre più alta e nelle diverse condizioni che la partita propone, da libero o marcato, da fermo o in movimento, in allenamento o in gara…ecc… Spiegato così sembra molto semplice. Individuare l’errore che un giocatore commette è molto importante, ma altrettanto importante è saperlo correggere, spiegare come non commettere più quell’errore. Qualche volta basta dirlo, altre mostrarlo e altre ancora proporre esercitazioni per correggere l’errore.

Quali le Capacità Tattiche?

La Tattica collettiva è l’azione coordinata di due o più giocatori intesa al raggiungimento di un obiettivo predeterminato.
Si divide in due momenti, in possesso di palla e in non possesso di palla.
In parole semplici è la capacità di interpretare la gara nelle due fasi, possesso e non possesso palla, di stare in campo, essere sempre attivo, propositivo, di marcare o coprire, smarcarsi o essere di sostegno al compagno…ecc…. e anche in questo caso, vedere l’errore, analizzarlo, correggerlo, proponendo situazioni analoghe durante la settimana. Ma gli errori possono essere singoli, di reparto o della squadra. Cambiare un atteggiamento, da remissivi ad aggressivi…..non è sempre facile, proprio per la natura dei componenti una squadra.

Quali le Capacità Fisiche?

Un allenatore, nonostante si avvalga della collaborazione e competenza di staff medico, ma soprattutto di staff tecnico come preparatori atletici, con competenze specifiche nel campo della metodologia dell’allenamento fisico, deve avere competenze anche in questo campo per poter valutare il lavoro dei suoi collaboratori, per poter intervenire e modificare il loro lavoro o adattare il suo, in modo da non sovrapporre le due proposte. Anche se sono convinto che bisognerebbe allenarsi soprattutto con la palla e meno a secco.

Quali le Capacità Psicologiche?

Questo è un campo molto vasto. Sicuramente è il campo più complesso e difficile, quello che fa fare il salto di qualità. La capacità di coinvolgere, motivare i propri collaboratori, giocatori, staff che ruota attorno alla squadra, è un aspetto che spesso fa la differenza. La capacità di dire le cose giuste al momento giusto, al gruppo o al singolo giocatore. Meglio mettere in evidenza gli aspetti positivi, oppure insistere sugli errori e sulle modalità delle correzioni? Il mio giocatore ha bisogno di sostegno, di essere rassicurato, di infondergli fiducia perchè è un insicuro, oppure essere riportato con i piedi a terra in quanto presuntuoso, pieno di se, che non riconosce i propri errori e lui è sempre il migliore anche quando non la prende mai? Come si vede le capacità psicologiche sono complesse e variegate, riuscire ad individuare le diverse personalità che compongono una squadra non è facile per nessuno.

Ma non si ferma qui. Bisogna avere la capacità di interagire con la proprietà, con il direttore generale, direttore sportivo, con i media, sia della carta stampata che delle televisioni o radio. Capacità di interagire con i tifosi, più o meno organizzati in club….

Riconoscere le abilità di un allenatore non è sempre facile, in un ambiente uno può essere vincente e in un altro meno o per nulla. Come stabilire se questo rimane un grande allenatore o meno? Una squadra persegue come obiettivo quello di vincere un campionato, altre quello di salvarsi e altre ancora quello di valorizzare i giocavi che compongono la rosa.

Chi ottiene gli obiettivi che la propria società si è prefissata è da considerare un ottimo allenatore?

Ai lettori la risposta.

[Alessandro Scanziani – Fonte: www.fcinternews.it]