Inter-Atalanta 0-0: nemmeno il dischetto basta, svogliata e senza idee la squadra di Ranieri

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Definire opaca quest’Inter è quasi un complimento. Lo 0-0 di San Siro è un punto guadagnato per la squadra di Ranieri, che gioca con una svogliatezza inspiegabile quando dovrebbe invece dare il massimo per accorciare la classifica o almeno dare un senso a quello che resta del suo campionato. Invece no, alla fine l’Atalanta porta a casa un punto strameritato e ha tutti i diritti di recriminare per un rigore negato le nel finale, episodio in perfetta sintonia con l’evoluzione di questa partita.

Ritmi blandi e poco filtraggio nel gioco dell’Inter durante il primo tempo. La squadra bada soprattutto a mantenere le posizioni onde evitare di dare campo ai bergamaschi, letali quando partono in contropiede. La pazienza innanzitutto, questa la richiesta di Ranieri ai suoi giocatori, perché se manca la creatività è con l’organizzazione che si può cercare di creare problemi all’avversario. L’Atalanta non ha nulla da perdere, per questo fa davvero paura, al di là della sua ottima stagione che ha del sorprendente e delle assenze nelle fila orobiche. Obi e Poli, tra i più attesi in quanto simboli della new generation, si destreggiano bene soprattutto al cospetto di qualche compagno più esperto che non spicca per qualità di prestazione.

Non spicca soprattutto Diego Milito, che manifesta tutta la sua insicurezza fallendo il secondo rigore consecutivo, concesso per affossamento di Bellini su Pazzini. Penalty calciato debolmente, facile preda di Consigli, bravo anche sullo stacco aereo di Samuel subito dopo. Non ne va bene una, l’Inter riesce persino a sprecare dal dischetto quando avrebbe bisogno come l’aria di trovare il gol e il Principe risente tremendamente, dal punto di vista psicologico, del secondo errore consecutivo. Decisamene meglio il collega di reparto Pazzini, che lotta come un leone, fa da sponda e cerca spazio per concludere. Complessivamente, però, il primo tempo dei padroni di casa è insufficiente, fedele specchio della squadra di oggi.

Non che l’Atalanta faccia molto meglio, ma di certo incute più paura rispetto all’Inter per il semplice fatto di muoversi in gruppo anche quando parte in contropiede. Per fortuna Moralez e co. non approfittano di qualche errore di posizionamento della linea difensiva di Ranieri, buona notizia visto che da copione al primo errore i milanesi vengono puniti sistematicamente. Il centrocampo interista è troppo lento, non ci sono ritmi, i giocatori non hanno l’appoggio dei compani e gli attaccanti vengono abbandonati al loro destino. Non c’è convinzione, si vive più di intuizioni quasi mai corrette e se si sprecano anche i rigori il quadro è chiarissimo.

I ritmi nella ripresa non cambiano, difficile così che il match possa sbloccarsi anche se il fresco di ingresso Gabbiadini attenta allo 0-0 costringendo di testa Julio Cesar a un volo apprezzabile. Dall’altra parte, l’ingresso di Zarate per Milito certifica la pessima giornata per il Principe, al quale Ranieri nega l’opportunità di riscattarsi come al Bentegodi. Se poi l’unica azione degna di nota nei primi 25 minuti è una sgroppata di Zanetti significa che c’è ben poco da sperare se non nell’episodio favorevole. Le sostituzioni dell’allenatore dell’Inter fanno capire che siamo quasi alla disperazione: Faraoni e Castaignos prendono il posto di Obi e Poli, costruendo una sorta di 4-3-3 senza precedenti. E all’Inter va bene anche perché all’80’ Gava ignora un fallo in area di Lucio (già ammonito) su Gabbiadini. Episodio che farà discutere,

Scampato il pericolo, alla fine ai padroni di casa va bene persino lo 0-0, risultato generoso per una squadra incapace di creare nulla in zona d’attacco e letteralmente sparita dopo l’errore dal dischetto di Milito, come se avesse sprecato l’unica opportunità della sua partita. Inaccettabile, a prescindere dallo sfacelo in cui la squadra versa. L’orgoglio prescinde da classifiche e risultati e il pubblico interista almeno quello lo pretende.

[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]