Inter-Milan, la chiave tattica: tutte le mosse che hanno deciso il derby

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logo-milanIl Derby numero 180 in campionato si conclude con un pareggio, risultato che mancava da diverso tempo nei confronti cittadini: l’1 a 1 va un po’ stretto al Milan alla luce di un primo tempo disputato in totale controllo della gara, complici alcuni atteggiamenti tattici errati da parte dell’avversario, ma il calcio è anche questo: spesso quando non si capitalizzano tutte le occasioni a disposizione, poi il destino ti punisce. Nel secondo tempo però Stramaccioni è bravo ad individuare quali sono gli errori commessi dalla propria squadra e apporta i giusti correttivi, mentre il Milan cala alla distanza, probabilmente accusando le fatiche di Champions infrasettimanali: in questo senso forse Massimiliano Allegri doveva essere più rapido nell’effettuare i cambi; il primo è infatti arrivato ad un quarto d’ora dalla fine. Troppo tardi per incidere.

TUTTE LE MOSSE CHE HANNO DECISO IL DERBY

– I primi 20 minuti della partita vedono un Milan che scende in campo con il giusto atteggiamento: molto aggressivo a metà campo, con Boateng che parte largo a destra ma è bravissimo a tagliare accorciando verso il centro e sfruttando la distanza tra il centrocampo e la difesa avversaria. La manovra si sviluppa quasi esclusivamente sulla sinistra però, dove Nagatomo è troppo scolastico nella marcatura di El Sharaawy: il terzino Giapponese infatti segue ad uomo l’italo-egiziano, concedendo spesso lo spazio per andare al cross a De Sciglio, che a sua volta non è seguito a dovere da Alvarez in ripiegamento difensivo. Il Milan doveva sfruttare meglio l’impostazione tattica totalmente sbagliata da parte di Stramaccioni nel primo tempo del derby, ma c’è anche da dire che ha trovato sulla propria strada un Handanovic in serata di grazia.

– L’altro grande errore commesso da Stramaccioni è aver optato per un centrocampo senza fosforo, scegliendo Cambiasso e Gargano come mediani. Sopratutto quest’ultimo infatti palesa molto spesso limiti nella gestione del pallone e se pressato perde spesso il controllo della sfera. Fino a che il Milan ha avuto le gambe e la concentrazione per pressare con efficacia i mediani avversari la partita è stata a senso unico: si sono visti infatti molti recuperi a metà campo della sfera da parte dei rossoneri.

– Se l’allenatore nerazzurro ha sbagliato la scelta della formazione iniziale, bisogna invece riconoscere che i correttivi scelti nell’intervallo e in corso di secondo tempo hanno completamente corretto i difetti della squadra nerazzurra: l’Inter è infatti scesa in campo con gli esterni bassi invertiti [Nagatomo dirottato a sinistra e il più esperto Zanetti a destra] e nel corso della seconda frazione ha tolto Cambiasso ed inserito Schelotto, facendo scalare Guarin al centro e ritrovando così un giocatore più abile nel possesso in mezzo al campo. Da queste mosse è dipeso il deciso cambio di rendimento della squadra nerazzurra, che ha disputato così un secondo tempo più alla pari con i propri avversari.

– La difesa rossonera è stata ancora una volta croce e delizia per Allegri: partendo dalle note positive, Mexes e Zapata hanno interpretato benissimo le istruzioni del proprio allenatore per quasi tutto il tempo, e Allegri ha il grande merito di aver trovato il giusto modo di difendere contro un attacco come quello nerazzurro. Alla vigilia avevamo infatti detto di temere molto la velocità di Palacio e le abilità di Cassano nell’ultimo passaggio; Massimiliano Allegri ha deciso di difendere facendo uscire molto alti i suoi due centrali sui due attaccanti avversari, che per caratteristiche si abbassano molto alla ricerca di palloni giocabili. In questo modo, portando un pressing costante e attento sui due avversari, essi non hanno mai avuto occasione di mettere in mostra le proprie doti e sono stati annullati dalla retroguardia rossonera.

– Di contro, il 14esimo gol subito di testa da parte del Milan denota che i problemi di piazzamento dei due centrali non sono ancora stati risolti: in generale prendere gol su rimessa laterale è quasi sempre imputabile ad un errore di posizionamento, ma analizzando il singolo episodio bisogna aggiungere una mancanza di aggressività sul portatore avversario da parte di Nocerino, che permette a Nagatomo di crossare troppo facilmente. Sul cross del giapponese poi si vede chiaramente che la difesa rossonera non è piazzata nel modo corretto: Zapata è lontano da tutti i calciatori avversari, mentre Mexes sceglie male il tempo dello stacco e De Sciglio è dietro a Schelotto, sbagliando quindi la diagonale che doveva consentirgli di saltare tra l’avversario e il pallone.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]