Inter: sogni infranti

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Sono basito. Esterrefatto e attonito. E come me penso tutti i tifosi dell’Inter. Mi viene difficile ritrovare con la mente un’altra partita persa in casa con cinque gol subiti e questa sera contro lo Schalke l’Inter ha fatto, se possibile, anche peggio del derby.

Un black out inspiegabile anche perché stiamo parlando della stessa squadra che fino a cinque giorni fa doveva riprendersi il primo posto in campionato e subito dopo opzionare la semifinale di Champions League, per provare la seconda clamorosa tripletta in due anni. Dov’è finita la grinta e la determinazione che hanno permesso all’Inter di sbancare l’Allianz Arena con una prova da impacchettare e spedire direttamente agli annali? Dov’è finito l’entusiasmo di una squadra che ha saputo rimontare il Milan fino a presentarsi a -2? Di fronte alle sfide decisive della stagione, che il destino ha beffardamente piazzato a tre giorni di distanza l’una dall’altra, l’Inter si è sbriciolata, frantumando tutti i sogni di gloria in un colpo solo.

Ed è il momento di analizzare anche le colpe di Leonardo, così come finora abbiamo sempre esaltato i suoi meriti. Otto gol subiti in due partite e difesa allo sbando, purtroppo si è rivista l’Inter dei primi tempi dell’era Leonardo, quella della coperta troppo corta, capace di presentarsi con regolarità dalle parti della porta avversaria ma imbarazzante in difesa. Ogni volta che lo Schalke recuperava palla nella sua area e ripartiva (così come quando ripartiva il Milan sabato) l’Inter sembrava sempre messa male, il centrocampo non faceva filtro e i difensori sembravano dei pattinatori sul ghiaccio. L’Inter ha tirato sette volte nello specchio della porta, lo Schalke undici…

Il dubbio, dopo la sconfitta nel derby, era se la squadra sapesse trasformato la rabbia e la delusione per un sorpasso inseguito per mesi, con un grande dispendio di energie, e sfuggito proprio all’ultimo, in energia positiva per gettarsi con rabbia nella Champions, e invece la risposta sul campo è stata quella opposta, ovvero tracollo psicologico. Tracollo che però non è arrivato subito, anzi la partita era iniziata nel migliore dei modi, con il gran gol di Stankovic da centrocampo dopo trenta secondi, la reazione al gol del pari con il ritorno alla rete di Milito, grande entusiasmo per un attaccante finalmente ritrovato. Anche sul 2-2 l’Inter se l’è giocata e quel tiro spedito fuori dal Principe, che ricorda terribilmente quello sbagliato da Eto’o nel derby, grida ancora vendetta. Il tracollo è arrivato sull’uno-due della ripresa, quando lo Schalke ha trovato, nel giro di tre minuti, il 3-2 e il 4-2, tra l’altro con un autogol del povero Ranocchia. L’espulsione di Chivu, già frastornato fino a quel momento, ha fatto affondare definitivamente il galeone, da quel momento l’Inter è sparita dal campo e lo Schalke ha affondato i colpi, ha colpito un palo, ha provato due volte a segnare il quinto gol e l’ha trovato al secondo tentativo, con una facilità disarmante, tanto che Ragnick non poteva credere ai suoi occhi. E pensare che alla vigilia aveva parlato di limitare i danni, che addirittura una sconfitta per 3-2 sarebbe andata bene per provare il ribaltone in casa. Invece il ribaltone dovrà trovarlo l’Inter, altro che ribaltone: un’impresa.

I commenti a caldo parlano di ripartire, si dice che nel calcio tutto è possibile e nulla è ancora perduto, ma non prendiamoci in giro. L’Inter per passare il turno deve vincere 4-0 in Germania, questa Inter ne sarebbe capace? Una squadra che ha fallito due match point di seguito? Me lo auguro, certo, ma non illudiamoci. L’impressione è che la squadra accusi ora tutto lo sforzo fisico e psicologico espresso in questi mesi per rincorrere il Milan e recuperare la partita con il Bayern, e che ora non abbia più benzina. Dopo il derby dicevamo di spostare immediatamente il pensiero alla Champions, tutta da giocare, dopo questa partita torniamo a pensare al campionato, cinque punti in 7 partite non sono nulla. Ma prima l’Inter deve ritrovarsi psicologicamente, perché non è facile digerire un doppio rospo così grosso. E successivamente trovare anche maggior equilibrio tra i reparti. Rimbocchiamoci le maniche e torniamo con i piedi per terra, per il momento i sogni di gloria sono volati via, lontano.

[Domenico Fabbricini – Fonte: www.fcinternews.it]