Juve, il nuovo borsino della panchina. Inter, quell’idea chiamata Giuseppe Rossi. Milan, Taiwo congela Ganso

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Torino, casa Juve, il giorno del Cda. Il giorno, forse, giusto per capire qualcosa in più sul futuro allenatore bianconero.

Delneri è sceso dalla giostra, tutta colpa dell’ennesima rimonta subita, crollate in una notte le possibilità di giocarsi la conferma all’ultima curva. Il borsino fresco fresco sulla panchina vede così quattro candidati in corsa, due favoriti e due difficilmente raggiungibili. Al primo posto (50%) c’è Walter Mazzarri, sedotto e poi un pò abbandonato dalla Juve negli ultimi giorni, troppa confusione mediatica, troppo alto il rischio di un incidente diplomatico con il Napoli, qualche dubbio su Mazzarri fuori dal campo, non sicuramente come allenatore. Poi, Delneri si è eliminato da solo lunedì sera, Mazzarri ha così ripreso quota (in attesa poi di parlarne con De Laurentiis) e mantenuto un discreto vantaggio su Antonio Conte (30%), il più gradito dalla tifoseria.

Contro il Chievo, il suo nome è stato scandito pochi minuti dopo il fischio iniziale, è lui il prescelto per la gente, la sua candidatura c’è e verrà valutata con attenzione, indipendentemente dal messaggio lanciato dagli spalti. In ribasso, invece, altri due nomi: Villas Boas (10%) perché vuole rimanere un altro anno al Porto e giocare la Champions con la squadra della sua città e perché ha una clausola rescissoria di 15 milioni di euro, Mancini (altro e ultimo 10%) perché difficilmente lascerà il City dove guadagna bene, può spendere tanto e comprare chi vuole (Sanchez, il primo obiettivo). Sarebbe perlomeno curioso, però, che si ritrovasse Tevez a Torino, l’affare va avanti comunque a prescindere, la Juve è convinta di potercela farcela, anche senza Europa principale.

Su Carlitos, l’Inter resta vigile ma non ha attualmente intenzione di affondare, discorso diverso invece per Giuseppe Rossi: nell’ultimo blitz spagnolo, Piero Ausilio (braccio destro di Branca) ha visto Villarreal-Porto seduto vicino a Federico Pastorello, l’agente (assieme al fratello) del Pepito. L’Inter sarebbe anche convinta, piace sia come giocatore che come ragazzo, non è però previsto attualmente un colpo da 30 milioni in attacco, ruolo non ancora scoperto, tra qualche settimana chissà. Se invece dovessero essere ceduti Pandev (e Mariga) o Milito, allora il discorso si farebbe diverso, molto più interessante, dipende però anche dal Barcellona, già molto avanti nella trattativa col Villarreal, pronto a chiudere in tempi brevi.

Ha già chiuso due acquisti il Milan: Mexes e Taiwo, rinforzata la difesa, Allegri sarà contento. Il nigeriano verrà tesserato come extracomunitario se entro l’inizio di Luglio non si concluderanno le pratiche per avere il passaporto francese, ecco uno dei perché della frenata per Ganso, oltre a quei dubbi fisici (un altro infortunio, l’ennesimo) ed economici (servono minimo 30 milioni, forse di più) che da tempo incidono sulla scelta di non stringere definitivamente col Santos. Intanto, a Napoli si è visto Claudio Caniggia, da attaccante correva come una scheggia, adesso studia per diventare un agente di grido. Si è visto a Castel Volturno con Riccardo Bigon, gli ha proposto una serie di giocatori, uno sicuramente si chiama Boateng, non è il terzo fratello di Kevin Prince (quello del Milan) e Jerome (il difensore del City). Lui di nome fa Derek, ha 28 anni, gioca nel Getafe e fa il centrocampista centrale, come ruolo sarebbe ideale per il Napoli, le prime impressioni però non sono esaltanti. Lo manda Caniggia, per adesso non basta la parola.

[Gianluca Di Marzio – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]