Tether diventa secondo azionista della Juventus. Paolo Ardoino punta al CdA e propone una svolta digitale per il club
TORINO – L’immagine di due mondi apparentemente distanti che si incontrano non è un fotomontaggio, ma la nuova realtà del business bianconero. Con l’ingresso di Tether, il colosso della finanza digitale, nel pacchetto azionario, la Juventus ha aperto le porte non solo a un nuovo investitore, ma a un’intera filosofia. L’uomo simbolo di questa svolta è Paolo Ardoino, CEO di Tether, che punta dritto a un posto nel Consiglio di Amministrazione.
L’acquisizione di una quota significativa, che ha reso Tether il secondo maggiore azionista del club, non è solo una mossa finanziaria. È la dichiarazione d’intenti di un’azienda che gestisce la stablecoin più grande del mondo, la USDT, e che ora vuole portare la sua visione globale e la sua competenza tecnologica nel cuore del calcio. E il mercato ha subito risposto: il titolo della Juventus, come riportato dalle cronache finanziarie, ha visto un’impennata, dimostrando che la Borsa “ci crede” in questo matrimonio.
Il coinvolgimento di Ardoino non si limita a un investimento passivo. Le sue dichiarazioni pubbliche sono state chiare: l’obiettivo è contribuire a riportare la Juventus ai livelli di eccellenza, non solo sul rettangolo verde, ma soprattutto a livello gestionale e strategico. Ardoino, infatti, ha più volte ventilato la necessità di imprimere un’impronta più internazionale al modello di gestione del club.
“Make Juventus Great Again” non è solo uno slogan nostalgico; per l’imprenditore genovese, è un progetto che implica l’applicazione di nuove dinamiche, un rapporto più diretto e moderno con la sterminata base di tifosi globali e, soprattutto, l’esplorazione di nuove fonti di ricavo legate al digitale.
La strada, tuttavia, non è stata priva di frizioni. Nonostante la sua rilevanza azionaria, Ardoino ha dovuto in passato lamentare una scarsa “inclusione” da parte della società, arrivando a esprimere frustrazione per non aver potuto partecipare a un aumento di capitale. Queste tensioni iniziali riflettono la sfida di integrare un gigante tech-first in una struttura calcistica tradizionale, spesso legata a dinamiche consolidate.
Oggi, con la conferma dell’intenzione di presentare candidati per il CdA, l’obiettivo di Tether è quello di sedersi al tavolo delle decisioni. L’impatto potenziale è enorme: l’esperienza di Ardoino in settori all’avanguardia potrebbe tradursi in innovazioni sui fan token, sui pagamenti digitali o nell’espansione del brand in mercati emergenti, sfruttando la vasta rete di utenti che gravitano attorno all’ecosistema crypto.
L’ingresso di Tether è un segnale che il calcio è ormai indissolubilmente legato alla finanza globale e all’innovazione. Per la Juventus, questa partnership rappresenta un’opportunità unica per digitalizzare il proprio business e proiettarsi nel futuro. Resta da vedere come la dirigenza attuale saprà dialogare con questo nuovo azionista di peso e tradurre l’entusiasmo della Borsa in successi duraturi, sia in campo che nei bilanci.