Juventus: non parla Conte

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logo-juventusDopo le parole, il silenzio; dopo gli sfoghi, le riflessioni. Non parlerà, oggi, Antonio Conte, alla vigilia della trasferta ancora a Roma, lì dove martedì la Juve ha abbandonato la corsa alla Coppa Italia. Non parlerà, il tecnico, però, non per la delusione dovuta all’eliminazione, neanche per le critiche piovutegli addosso per la scelta delle riserve e l’atteggiamento rinunciatario della squadra, nemmeno per le polemiche sugli episodi arbitrali o per la «sconcertante» farsa Made in Indonesia sul mercato.

A motivare il silenzio di Conte pare essere stata l’interpretazione distorta da parte di alcuni organi di stampa di certe sue dichiarazioni nella conferenza pre-Sampdoria. In quell’occasione, l’allenatore di dichiarò «non molto tranquillo» nell’assistere alla piena attività di Roma e Napoli sul mercato. E molti – a ragione – lessero in questo un invito alla società a darsi da fare anch’essa. Ufficiosamente, sarebbe stato questo a disturbare l’allenatore salentino. In verità, la scelta di non parlare è dovuta alla volontà di procedere a fari spenti verso la partita con la Lazio che, in virtù della sconfitta di martedì, assume una delicatezza notevole.

Partita su cui aleggiano strane voci. Le innumerevoli radio della Capitale stanno mandando a ripetizione “inviti” (molto virgolettati) alla squadra a perdere per non favorire la Roma. E la squadra, per quanto di suo alla presa con infortuni come se piovesse, come risponde? «Con un po’ di fortuna, possiamo anche pareggiare – il commento a Sky di Klose, evidentemente poco convinto e per niente fiducioso – La Juve è una grande squadra e noi non vogliamo prenderne altri quattro, come è successo all’andata a Torino».

Primo “non prenderne”, insomma: non proprio un urlo di battaglia.

Urla che sono lo stimolo principale per Paul Pogba. «Quando sono in campo, sento dagli spalti “Tira”: qualche volta è meglio passarla, ma altre è impossibile fermarmi», ha confessato il centrocampista. Che ha minimizzato i suoi pregi balistici («Basta colpire bene la palla») e ripercorso le sue prodezze: «Contro il Napoli, la scorda stagione, ho visto la palla arrivare alta e ho tirato subito con l’interno del piede: magari se l’avessi presa con l’esterno, la palla non avrebbe viaggiato con quella traiettoria. Sempre con gli azzurri, quest’anno, ho sbagliato lo stop, il pallone è rimbalzato in alto e l’ho colpito quando scendeva. Contro l’Udinese, ero molto lontano dalla porta: ho controllato la palla, non ho pensato a niente, solo a tirare. Infine sabato scorso: ero da solo, mi sono girato e subito ho preso la palla di interno». Tutti gol bellissimi, tutti gol nati dalla spinta del pubblico: «Voi tifosi continuate a gridare “tira” e io faccio “Pogboom”!».
Sarà accontentato.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]