Juventus: squalifica alle curve, puniti i cori discriminatori

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logo-juventusLa demenza pesa, il razzismo ha costi salati di gestione. La Juve perde la curva Sud per due giornate e la Nord per una: questa, la sanzione del giudice sportivo dopo i cori discriminatori dei tifosi (?) organizzati bianconeri contro i “colleghi” napoletani durante lo scontro diretto di domenica.

Cori già sentiti in occasione della sfida casalinga contro il Genoa, domenica 27 ottobre: allora, partì la squalifica preventiva con sospensione; adesso, quel provvedimento è stato scongelato. “Merito” (si fa per dire) dei soliti (purtroppo in aumento) soggetti che allo stadio amano riempirsi la bocca di offese ed oscene battute, che con l’appartenenza calcistica hanno nulla a che fare. Inutili gli avvisi reiterati da parte dello speaker dello Stadium, vani gli inviti alla moderazione da parte della società: con certa gente, c’è poco da poterci ragionare.

Non che i napoletani (ovviamente, una frangia di essi) siano da considerarsi immuni da reprimende. Perché ad animare il contorno di una sfida che doveva essere solo sul campo, ci hanno pensato pure loro: «Nell’ambito dei servizi di prevenzione e repressione diretti a contenere il fenomeno della violenza negli stadi, la Polizia di Stato, durante l’incontro di calcio Juventus – Napoli ha eseguito un arresto e ha denunciato tre persone – si legge sul comunicato della Questura – In particolare un tifoso napoletano, grazie anche al servizio di videosorveglianza dello stadio, è stato sorpreso dal personale della Digos mentre lanciava dal settore ospiti al settore nord una bomba carta. Altri due tifosi napoletani sono stati identificati e denunciati per aver lanciato delle monetine all’indirizzo dei tifosi avversari. Infine, un tifoso iuventino è stato denunciato per aver fatto uso di dispositivi luminosi (puntatori laser) in maniera illegittima, puntandoli verso i calciatori e il campo di gioco. Sono in corso attive indagini per individuare gli autori dei danneggiamenti registrati nel corso della partita all’interno dell’impianto, nel settore ospiti».

Nessuna traccia nella nota, ma ampie sui malcapitati sostenitori bianconeri, dei gavettoni riempiti di urina ed escrementi lanciati dallo spicchio azzurro verso i vicini spettatori di fede juventina.

Insomma, non è mancato nulla, domenica, allo Stadium. Ed ora è certo che mancheranno le curve nella gara con l’Udinese (1 dicembre) e quella Nord in quella con il Sassuolo (14 dicembre), quando a Torino tornerà David Trezeguet. La passerella dei campione francese, lo straniero più prolifico della storia bianconera, dovranno seguirla dalla televisione, molti ultras.

«Autolesionisti»: il termine giusto per etichettarli, lo propone Marotta. «Sono esempi negativi che fanno male al nostro calcio, che andrebbe invece rivalutato come immagine e come risultati tecnici. Ci dispiace, vorrei tanto che i tifosi potessero incitare solo la propria squadra e non offendere gli avversari. É autolesionismo, questo, perché poi alla fine pagano anche loro. E’ un dato che dobbiamo cercare tutti insieme di debellare».

Come fare? Con gesti, non con parole. Gesti che siano di esempio, che fungano da stimolo positivo, che parlino di comprensione e rispetto. Ne ha compiuto uno, Antonio Conte, domenica notte. Dopo la partita, dopo i discorsi nello spogliatoio e quelli (ritardati) davanti telecamere e taccuini, il tecnico salentino stava lasciando lo stadio in auto con il fratello. All’incrocio con un ragazzo disabile in carrozzella, però, si è fermato ed ha abbassato il finestrino: per un autografo, hanno pensato i presenti. Invece, Conte ha fatto di più: è sceso, ha abbracciato il ragazzo, si è prestato a foto e si è intrattenuto a lungo per chiacchierare. Un piccolo impegno per l’allenatore, una grande gioia per il tifoso: una perla in una serata di letame.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]