La tournée americana ci lascia due Inter: temibile davanti, fragile dietro

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Gli Stati Uniti d’America lasciano in eredità un Inter misteriosamente distinta in due personalità. La personalità offensiva con ben 7 gol in 3 gare, con un attacco che sta cominciando a girare al meglio, in tutti i suoi interpreti, in contrasto con una personalità difensiva un po’ bizzarra. I nerazzurri hanno concesso 5 gol in 3 gare, o meglio in 2 gare, vista l’imbattibilità contro il Manchester City. Gli USA lasciano un Inter con ampi margini di crescita, sia sul piano della condizioni, sia su quello del gioco ed inoltre su quello dei singoli.

I nerazzurri se la sono vista con squadre molto avanti nella preparazione (City e Panathinaikos) ed hanno mostrato un netto ritardo di condizione fisica, soprattutto nella seconda gara. Dopo aver dominato gli inglesi per quasi la totalità della gara, i nerazzurri hanno sofferto il brio dei verdi di Atene, come detto molto più avanti nella condizione, abili ad infilare la disattenta retroguardia nerazzurra per tre volte, due con Cissè ed un’altra volta con Leto. Stesso discorso vale per il pareggio di John, giovedì’ scorso, contro l’Fc Dallas, ma qui si tratta solo di un errore di marcature, con Maicon che se lo è fatto sfuggire. Il tecnico spagnolo, ora che avrà Lucio e Samuel a pieni giri, lavorerà al meglio per blindare la difesa nerazzurra, punto cardine delle vittorie della scorsa annata. La nuova concezione difensiva (la difesa è molto più alta rispetto al passato) non può essere assimilata in un batter d’occhio, ci vuole sempre del tempo.

Per quanto riguarda la condizione fisica è chiaro che siamo solo all’inizio: l’Inter prenderà condizione pian piano ed arriverà alle gare di Supercoppa con uno stato di forma accettabile. Significativi saranno i 90 minuti dl Trofeo Tim di venerdì prossimo a Bari. Benitez ruoterà tutti i suoi uomini nelle gare contro Juventus e Milan e noterà il livello della squadra in vista delle importantissime gare di Supercoppa di Milano e Montecarlo, rispettivamente contro Roma e Atletico. Per ora l’ex tecnico di Valencia e Liverpool ha sfruttato al massimo Mariga e Stankovic, più utilizzati rispetto a Cambiasso oppure a Thiago Motta, che saranno fondamentali quando in palio ci sarà qualcosa di importante, nell’attesa che arrivi Javier Mascherano a completare il reparto di centrocampo.

Segnali positivi, e sono tanti, vengono dall’attacco: innanzitutto la media di poco più di 2 gol in 3 gare è rassicurante. Ha segno sono andati, a parte il gran gol di Biraghi, solo attaccanti, da Obinna, con una doppietta, al primo gol di Philippe Coutinho, sino alla rinvigorita vena realizzativa di Samuel Eto’o, al gol del Principe Milito, che con il Panathinaikos aveva spaventato tutti con quel gol fallito da pochi passi. Bene anche Goran Pandev, specie nella prima gara, dove era stato impiegato da prima punta, andando vicino al gol in un paio di occasioni, e contraddistinguendosi per ottimi movimenti in profondità, dettati da Philippe Coutinho. E’ proprio il talentino brasiliano una delle note positive dell’esperienza a stelle e strisce. Personalità, grandi giocate e sicurezza nei propri mezzi e soprattutto nessun paura nel provare la giocata; ecco le cartoline che il talento brasiliano ha fatto recapitare da Baltimora e Toronto. E’ senz’altro lui la lieta sorpresa dell’estate nerazzurra e se trovasse anche la resistenza per giocare largo a sinistra, l’addio di Balotelli sarà come non ci fosse mai stato.

Il tutto nella speranza che Rafa riesca a fare il miracolo Maicon: se arrivasse l’offerta giusta il brasiliano saluterebbe Appiano Gentile. Difficile, ma il tecnico ci prova, non vuole fare ameno della sua spinta (due assist in due gare) e della sua concretezza difensiva, quella che all’Inter ancora manca, prima di raggiungere il 100% e diventare la macchina ‘Mieti campionato’ ed ‘Incanta Europa’ dello scorso anno.

[Alberto Casavecchia – Fonte: www.fcinternews.it]