L’aquila laziale vola sempre più in alto. E non solo metaforicamente

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Come saprete, da qualche settimana la Lazio ha una mascotte in carne ossa, un’aquila, animale simbolo del team biancoceleste, ribattezzata Olimpia. Il caso vuole che, da quando Olimpia sorvola lo stadio prima di ogni partita, la Lazio sia rimasta imperterrita in testa alla Classifica, resistendo persino agli attacchi di Inter e Milan. Come una sorta di metafora di sport l’aquila non smette di volare.

Ieri, fra l’altro, Olimpia non voleva più scendere dal tetto dello stadio, da dove ha assistito al primo tempo di Lazio-Cagliari: un segno del destino? Un presagio glorioso? Forse nulla di quanto il sovrannaturale suggerirebbe, ma è indubbio che l’episodio di ieri ha suscitato un certo stupore, scomodando le vecchie e  care credenze popolari, dissotterrando antiche superstizioni. Quando metafisica e realtà vanno a braccetto.

Analogia a parte c’è da dire come gli uomini di Reja (l’allenatore dei miracoli) stiano giocando un buon calcio, peraltro senza giovarsi di un vero ariete d’area di rigore, quale non può certo essere Rocchi, né Floccari. Una Lazio che non possiede in requisiti per vincere lo Scudetto, come avvenne invece nel 2000. Però può fare un pensierino alla Champions, questo sì. A patto che tutta la rosa giri a pieni…giri.

Questa giornata un altro motivo interessante sul cui interloquire ce lo offre la Juventus. La Zebra stecca a Bologna, confortandosi comunque con la terza partita di seguito senza subire gol, che certifica l’accomodatura del reparto difensivo, finalmente tornato affidabile. I bianconeri comunque debbono mordersi le mani (o i piedi…) per la mancata trasformazione del rigore da parte di Iaquinta, sostituto dell’infortunato Amauri. Iaquinta che era stato fatto subentrare da Del Neri, preferendolo a Del Piero: la bontà della scelta è stata appunto messa in discussione dal penality poi fallito dall’ex udinese; francamente Alex dal dischetto è un’alta cosa.

Del Neri che, utilizzando parsimoniosamente Del Piero, pare voglia anticipare l’imbocco di Alex nel viale del tramonto. Alex che fra l’altro (non solo per colpa sua) pare essersi dimenticato come si segni in trasferta, visto che lontano dalle mura amiche non timbra il cartellino marcatori dalla 37^ Giornata del Campionato 2008-2009, quando rifilò una doppietta al Siena. Urge sfatare quello che sta diventando un vero tabù imbarazzante per un fuoriclasse come il capitano della Vecchia Signora, specie se vorrà riprendersi al più presto il posto da titolare, nonché il proscenio che ancora, malgrado i 35 anni, può occupare