Cambiare, Osare, Vincere. Il punto sul Catania

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Restiamo nella stringente logica calcistica del tecnico rossazzurro:

“La casualità, nell’organizzazione di gioco di una squadra di calcio, non deve aver campo”.

Allora prendere tre goal in fotocopia (Lecce – Napoli – Genoa), con la difesa inebetita sugli inserimenti alle spalle degli avversari, non può esser una casualità. Qualcosa da cambiare deve esserci, e non trovarla sarebbe davvero preoccupante osservando la sequela di precedenti consecutivi elencati.

Alla stessa maniera, vedere Maxi Lopez andare “a muro” su di un rinvio dalla trequarti campo, rimediando così l’ammonizione che gli costerà il posto contro la Fiorentina, denota uno stato di sofferenza e frustrazione attraversato dall’attaccante, che fraintende come sue le colpe di un attacco sterile ma per ragioni d’accortezza tattica. “Aver un giocatore al mio fianco mi farebbe bene” è, per il contesto in cui l’ha proferita, una preghiera urlata ma passata, purtroppo, inascoltata.

La gara contro il Genoa-B, poteva, doveva portare punti importanti al Catania. Approfittare di una squadra sponsorizzata dalla croce rossa, vista la sequela di infortuni che prosegue anche a gara in corso, col KO di Palladino, sarebbe stato segno di quella maturità invocata ma che ancora tarda a venir fuori quando c’è da spingere sull’acceleratore.

Proprio su questo acceleratore tanto altro c’è su cui disquisire: Come sempre il lato migliore del Catania vien fuori con Ricchiuti in campo, a prescindere da chi vien perciò costretto in panchina. Sul campo in cui, l’anno scorso, in Coppa Italia, aveva conquistato la fiducia di Mihajlovic ed una maglia da titolare in Campionato, l’argentino è rimasto in panchina per 72 minuti: nei 22 concessigli da Giampaolo il Catania ha confezionato più palle goal che in qualunque altra fase della gara.

Altra casualità in un’organizzazione di gioco che non ammette casualità? Le eccezioni diventerebbero un po’ troppe per non stridere con la credibilità.

Che Ricchiuti sia un giocatore con spiccate doti offensive è dato assodato; che renda meno stabile l’assetto complessivo di gioco opinabile ma, questa è l’osservazione, se il suo utilizzo si rende indispensabile da tre gare consecutive, perché senza di lui, da tre gare consecutive, “l’equilibrato Catania” passa sistematicamente in svantaggio: perché non iniziare con Ricchiuti in campo, per poi coprirsi o meno, stabilizzando il risultato con “l’equilibrio”, a seconda dell’andamento della partita?

E ciò vale soprattutto in trasferta, dove per l’atteggiamento evidenziato anche quest’oggi, il Catania ha dato l’impressione di metter in gioco solo un punto a differenza dei tre ai quali punta deciso in casa. In ragione di ciò avrebbe tanto più senso rischiare qualcosa di più in trasferta che non tra le mura amiche dove, i rossazzurri, s’affacciano con più spregiudicatezza, costanza e fiducia nella metà campo avversaria.

Unico dato positivo della gara: la prestazione di Martinho; il giovane brasiliano non patisce l’impatto con la serie A, chiamasi anche Milanetto. Schierato da raccordo tra centrocampo ed attacco funziona per 45’ per poi spegnersi sotto la pioggia di Marassi. Anni ventidue, numero ventidue, potrà far bene in questo Catania. Scelta coraggiosa, l’unica, di Giampaolo.

Varese, nemmeno pensarci. Domenica c’è la Fiorentina di Mihajlovic, in crisi tre punti fa, adesso ad una sola lunghezza dal Catania. I rossazzurri sanno di non poter sbagliare. Troppo pericoloso sarebbe farsi avvolgere nelle zone di classifica dove sono le critiche il primo e più temibile fardello da cui doversi liberare.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]