Lazio, Acerbi: “Il calcio senza tifosi è come il ping pong”

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Lazio, Acerbi

Le parole del difensore della Lazio nel corso di una lunga intervista concessa alla radio ufficiale del club capitolino.

ROMA – Francesco Acerbi, difensore della Lazio, ha concesso un’intervista alla radio ufficiale del club. Queste le sue parole a cominciare dalla situazione attuale: “Mi manca fare quello che amo, come a tutti: mi manca il lavoro ma anche cose banali come un caffè al bar. Noi vorremo riprendere a giocare, saremo i primi a scendere in campo quando ci dicono che sarà possibile. Adesso non abbiamo alternative, vediamo cosa dicono giorno dopo giorno, non decidiamo noi. Ho avuto un problema al polpaccio e mi sono allenato tutti i giorni. Da poco ho ripreso anche a correre, ma prima ho affrontato con calma tutta la riabilitazione anche per rinforzare il muscolo. Tanto c’è tempo, vorrei sistemarlo con sicurezza”.

Il rapporto con la Lombardia, epicentro della Pandemia nel nostro Paese: “Sento sempre gli amici e soprattutto la mia famiglia: per fortuna stanno bene. Adesso lentamente si migliora ma è sempre un pericolo. Speriamo finisca presto questa emergenza ma non solo per il calcio, soprattutto per la salute di tutti gli italiani. Il calcio è importante, è una passione di tutto il mondo e muove un sacco di soldi. Se c’è un piccolo spiraglio è giusto che si torni a giocare, anche per noi che siamo secondi e vogliamo provare a vincere lo scudetto. Però si deve ragionare a 360°, perché ci sono persone che hanno il virus e persone che stanno bene a livello di salute ma non prendono più lo stipendio”. Sul rinvio di Euro 2020 ha aggiunto: “Per una volta che potevo giocare è saltato tutto. Ho pensato sia un segno del destino, ci sarà un motivo. Magari sarà un obiettivo per l’anno prossimo e ricomincerò con più voglia per arrivarci”.

Sulle gare a porte chiuse: “È orrendo. Il tifo è ciò che anima il calcio, non noi giocatori. Senza le persone sarebbe come il ping pong, è nullo. Sarà difficile ripartire così, senza pubblico e con gare molto ravvicinate: la vince chi avrà i nervi più saldi”. Infine una battuta sulla crescita della Lazio: “La crescita di Luis Alberto e Milinkovic? Ma io parlo anche di Ciro Immobile, Correa e Caicedo, perché sono loro che iniziano il pressing e rincorrono. Luis Alberto ci dà una grande mano, anche Milinkovic in area sulle palle alte. Se tutti fanno così, è normale che subisci meno gol. Noi siamo una squadra offensiva, stiamo più alti rispetto all’anno scorso: siamo bravi in entrambe le situazioni, mentre alcune squadre no. Sappiamo quando si può rubare palla e quando invece è meglio correre all’indietro”.