Lazio-Cagliari 4-2: biancocelesti terzi

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logo-lazioServivano tre punti per agganciare il terzo posto, l’ultimo utile per il sogno chiamato Champions League. Vince la Lazio, battuto un Cagliari tutt’altro che arrendevole, venuto all’Olimpico per giocarsi le proprie carte. Sembrava una passeggiata, le reti di Mauri in avvio e la doppietta di Klose a metà primo tempo facevano presagire una serata tranquilla. Poi, nella ripresa, il ritorno del Cagliari con l’autogol di Braafheid e la rete di Joao Pedro a riaprire una partita già chiusa. Finale di sofferenza, poi Ederson, appena entrato, a sancire il poker che proietta i biancocelesti in zona Champions.

FORMAZIONI – Mister Pioli conferma le indicazioni della vigilia: Marchetti in porta, il posto di Cavanda, in attesa del rientro di Basta, viene preso da Pereirinha. A centrocampo Mauri, Biglia e Parolo, tridente offensivo con Lulic, Candreva e Miro Klose. Zeman non rinuncia al proprio marchio di fabbrica, 4-3-3 per il boemo con Sau, Cossu ed Ibarbo.

PRIMO TEMPO – Pronti, partenza, via: è subito Lazio, il Cagliari dura 3 minuti, il tempo di andare due volte sul fondo e tentare il cross, gli uomini di Zeman non sembrano in grado di produrre altro. Di ben altra pasta la Lazio che dopo 5 minuti, con Candreva, testa subito i riflessi di Cragno: stessa posizione, stesso tiro, stesso risultato, la mente corre subito alla partita contro il Torino. E’ un attimo, neanche il tempo di rammaricarsi che Mauri risolve una mischia in area a modo suo, sinistro che passa sotto le gambe dell’estremo difensore rossoblù, i biancocelesti sono avanti. La partita diventa un monologo laziale, la passerella è quella giusta per mettersi in mostra, gli uomini di Pioli non si fanno pregare: a turno sfilano Parolo, Candreva, ancora Mauri, ma a catturare gli sguardi sono Lulic e Klose. Azione tutta di prima, Candreva mette in mezzo, il bosniaco di testa appoggia per Klose che si fa trovare pronto: l’istinto è sempre lo stesso, il risultato è scritto ancora prima che il tedesco impatti il pallone, il veleno entra nelle vene cagliaritane, il 2-0 è servito. Serve il colpo del k.o., “Mito” Klose non si fa pregare e, dopo neanche due minuti, fa un sol boccone della squadra di Zeman. Contropiede da manuale, ancora Lulic, ancora Klose: destro e gol, il pasto più veloce della storia è consumato. La Lazio fa accademia, De Vrij ruba un gli applausi del pubblico con un gioco di prestigio, poi in chiusura ancora Candreva che apre per Mauri, il sinistro al volo del capitano termina però sull’esterno della rete: il 4-0 sarebbe stata una punizione troppo severa anche per questo Cagliari.

SECONDO TEMPO – Nessun cambio alla ripresa, i due allenatori confermano gli undici di partenza. La scelta premia Zeman: dopo 3 minuti il Cagliari accorcia le distanze. Mischia in area, Cossu prova il tiro, Marchetti ci mette la mano, ma la sfera rimbalza sul braccio di Braafheid, pressato da Sau. I due si dividono meriti e colpe della rete, i sardi riaprono il match. La Lazio dimostra di non accusare il colpo, la palla giusta capita a Candreva che ara la fascia destra, arriva sul fondo e mette dentro per Lulic, ma il serbo riesce a sbagliare l’impossibile. La partita si infiamma, fioccano le occasioni da una parte e dall’altra: Ibarbo, lanciato a rete, viene fermato da Marchetti, Biglia ci prova su punizione, palla alta. Girandola di cambi, i due allenatori provano a mischiare le carte: fuori Klose per Djordjevic, il peso dell’attacco viene affidato alle spalle dell’attaccante serbo. I biancocelesti dimostrano di non voler mollare un centimetro, De Vrij prova lo scambio con Candreva, ma l’esterno di Tor De’ Cenci è troppo egoista per chiudere il triangolo con l’olandese, preferendo la conclusione da posizione quasi impossibile. Il Cagliari rimane in dieci, Ibarbo viene a contatto con Lulic, rosso per il rossoblù. Sembra fatta per la Lazio, la superiorità numerica, però, finisce per rilassare fin troppo i ragazzi di mister Pioli che subiscono anche la seconda rete: calcio d’angolo, ancora una miscia, Joao Pedro, appena entrato, anticipa Djordjevic e beffa Marchetti. Ultimi minuti di sofferenza, Lazio in apnea, poi, proprio allo scadere il colpo di Ederson, al rientro in campo dopo una lunga assenza, che sancisce la vittoria. Tre punti, terzo posto, seppur in compagnia della Sampdoria dell’ex Mihajlovic, miglior attacco della Serie A: il sogno può continuare.

[Matteo Vana – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]