Lazio: chance per Cavanda a Verona?

208

Vuole conquistare la Lazio. Lulic è acciaccato, potrebbe farcela contro il Chievo, oppure no. Cavanda non vuole illudersi, come riporta il Corriere dello Sport. Ma scalpita, vuole la maglia da titolare, ieri contro il Sulmona si è preso quella fascia sinistra dove Petkovic l’ha adattato, e dove lui, pur di giocare, ha imparato a muoversi, a respirare, a sudare. Cavanda vuole far ricredere tutti, intanto Verona è vicinissima, è un piccolo spiraglio si è aperto. Il calendario bussa forte, e Cavanda vuole ritagliarsi uno spazio importante, guadagnarsi la fiducia di Petkovic. Dopo che quel 94’ contro la Juventus aveva bruciato la fiducia di Reja. Un pò come lui era stato bruciato da Krasic. Un mese dopo sarebbe tornato a Torino, sponda granata, in prestito.

Tre presenze, sei mesi, e poi ancora tensione con Reja: una convocazione rifiutata prima di Milan-Lazio, uno screzio prima di Lazio-Vaslui, poi fu pace, l’ultima partita da titolare in campionato (con l’Udinese, il 16 dicembre 2011). Poi Bari, e ritorno al Via. Talento e sguardo sfacciato, carattere non facile e doti atletico-tecniche importanti, ecco Luis. “Hai paura?” , gli disse un giorno Reja, una mattina del 22 settembre 2010. La risposta:  “Mister, ho due gambe anch’io”. E fermò Ronaldinho. Talento e sfrontatezza, soldi mandati a casa, forte legame con le origine angolane. Non basta il coraggio, a volte serve tanto sudore. Per rimanere cosi in alto, bisogna lottare. Diakité stravede per lui, era la mascotte di Cisse, è la nuova spalla di Ciani. Il gigante francese ha iscritto i figli  a scuola sulla Cassia. Cavanda no, sta ancora inseguendo il diploma privatamente sui banchi. Maturità, t’avessi preso prima…

[Luca Capriotti – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]