Lazio, il punto: primo successo senza Klose

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logo-lazioC’è sempre una prima volta. Non ci credete? Be’ allora non avete visto Lazio-Pescara. Primo gol di Radu in Serie A, primo gol di Lulic in campionato e prima vittoria della Lazio senza Miroslav Klose. Non era mai successo che i biancocelesti riuscissero a portare a casa i tre punti senza che lì davanti ci fosse il Panzer a guidarli. Quindi il 2-0 sul Pescara assume, se possibile, ancora più valore. 10 gol in in 20 partite di campionato, sono numeri pesanti quelli di Re Miro corroborati da carisma e sagacia tattica, oltre che da un immenso bagaglio di classe. Se Klose non c’è, si vede. E’ un concetto che calza ai campioni. L’Inter soffre senza Milito, il Napoli dipende dai gol di Cavani, il Milan deve la sua rincorsa a un El Sharaawy, ormai, consacrato come stella del nostro calcio. La Lazio e Klose non fanno eccezione. E’ una delle leggi del gioco.

Se hai un campione in casa e questo non è a disposizione, allora, paghi. Petkovic però è allenatore intelligente, capace di lavorare sulla testa dei suoi, sull’autostima di un gruppo che non ha gli onori dell’opinione pubblica, eppure è lì, terzo in classifica, pronto a giocarsi a San Siro una buona fetta di Champions. Autostima significa anche essere in grado di andare oltre le assenze di Mauri (assente due volte in campionato prima della gara di ieri, la Lazio non aveva mai vinto: 0-0 con la Juventus e 3-0 con il Siena) e Klose, cioè giocatori dal peso specifico imponente nell’economia di gioco biancoceleste. La Lazio, contro il Pescara, ha ragionato e giocato da squadra forte, matura. Da grande. Ha atteso il momento giusto per passare, ha raddoppiato e poi ha amministrato con calma, trasformando il secondo tempo in un allenamento a porte aperte. Ha fatto diventare facile una partita comunque ostica, contro una squadra schierata con il 5-3-2 e per larghi tratti costante nel portare otto uomini dietro la linea della palla. Un tipo di partita, dunque, nel quale uno come Klose sarebbe servito. La Lazio ha risposto presente, dando continuità alla prova offerta contro il Borussia M’Gladbach e facendo crollare un altro tabù.

SENZA KLOSE – Sei partite senza il tedesco – otto se aggiungiamo quelle con il Genoa all’andata e con il Bologna, nelle quali Miro entrò negli ultimi minuti – e solo una vittoria. Quella contro il Pescara. Prima due disfatte (Catania e Siena), le sconfitte interne contro Genoa e Chievo e due pareggi (contro Napoli e Bologna). 5 punti conquistati su 24 a disposizione. Prima del match con gli abruzzesi, Ledesma e compagni ne avevano colti due su 21 disponibili. Pochi. Così come il gol fatti: cinque in sette partite. Sintomo che uno come Klose pesa, con il suo carico di esperienza, talento e carattere. La notizia che arriva dal match con il Pescara, però, è che la Lazio si è sbloccata e ha superato l’esame a pieni voti. “Non siamo Klose-dipendenti”, ha sempre detto Petkovic. C’è da credergli, tanto che in Europa League, la Lazio si sta imponendo soprattutto grazie alle reti di Kozak e Floccari capaci di mettere a segno undici delle diciannove reti biancocelesti nella seconda competizione continentale. In Italia, però, gli avversari concedono poco, non lasciano spazio, per scardinare le resistenze altrui è spesso necessario il colpo del campione. Ecco, poi, spiegati i numeri senza Klose. La Lazio, intanto, batte il Pescara, riprende la corsa e si prepara ad affrontare Milan, Stoccarda e Fiorentina nel giro di otto giorni. Partite decisive, che diranno molto sul prosieguo della stagione e renderanno chiaro se la Lazio ha davvero invertito la tendenza in assenza della sua punta di diamante.

[Marco Valerio Bava – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]