Lazio: tra difesa da rinforzare e nuovi dettami tattici

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Inizia il tempo del giudizio. È il momento di mister Petkovic, sale in cattedra il croato. Sarà sua l’ultima parola. È bastato neanche un mese per studiare, analizzare, testare in ogni componente la Lazio da plasmare per la prossima stagione. Da plasmare con la qualità che c’è in rosa, ma anche con innesti di valore. L’amichevole con la Nuova Circe a essere giudice con i biancocelesti, mister Petko a sentenziare. I numeri prendono forma, si allineano in studiate geometrie: 4-2-3-1 nel primo tempo del Circeo, un più offensivo 4-3-3 nella ripresa all’attacco: “Si va in questa direzione, con grande libertà in fase offensiva”, così parlò Vlado. Un segnale chiaro e deciso alla dirigenza capitolina quello del tecnico, dopo i test vuole i fatti e una squadra rinforzata secondo le sue esigenze. Il modulo o meglio gli interpreti sul rettangolo verde disegnano il calciomercato e ci sono priorità da non procrastinare.

DIFESA IN ALTO MARE – Al momento il tallone d’Achille dell’armata Petko. Con Balzaretti ormai alla Roma e nessuna proposta concreta per Peluso, il duo Lotito-Tare dovrà guardarsi bene attorno alla ricerca di un terzino sinistro. L’idea del tecnico croato sarebbe quella di riportare nel suo ruolo naturale Radu, per un nòcciolo della difesa coriaceo ma dinamico; se arrivasse il rinnovo contrattuale per Diakitè, almeno i centrali potrebbero dire la loro. Resta il grande buco nero sull’out mancino, Garrido non può essere la prima scelta per questi anni in biancoceleste e arretrare Lulic a titolare sulla sinistra significherebbe perdere un jolly troppo prezioso a centrocampo. Resta sempre il terzino sinistro la priorità assoluta.

LA MEDIANA DA RINFORZARE – Momento del giudizio, parte prima. In campo la Lazio reinventata nel 4-2-3-1 avrebbe una trequarti di tutta qualità: Hernanes ed Ederson come punta di diamante con Gonzalez o Candreva alla destra e Lulic, Mauri o Zàrate alla sinistra. Il pacchetto offensivo ad oggi è ben guarnito e tra Klose, Floccari e Rocchi il tecnico croato non avrebbe che l’imbarazzo della scelta. Ma se Petkovic dovesse scegliere in questa direzione un ritocco alla mediana non potrebbe mancare: un’alternativa a Ledesma e Cana; un’alternativa di sostanza, capacità interditiva e buon intuito in fase di impostazione. Con Matuzalem che difficilmente sarà reintegrato nella rosa e Onazi ancora acerbo per poter rappresentare una seconda linea di sicuro affidamento, la zona centrale del campo chiede innesti.

“LA GIUSTA INTENSITÀ” – Momento del giudizio, parte seconda: “Nella ripresa ho messo in campo tre attaccanti per dare la giusta intensità”, una Lazio a trazione anteriore quella di mister Petkovic che intanto sorride per il suo primo esperimento riuscito. Nel 4-3-3 del secondo tempo contro la Nuova Circe, Hernanes ha agito da mezzala sinistra nei tre di centrocampo. Un ruolo nuovo per il Profeta, quello di intermedio, che ha convinto il tecnico: “Volevo proprio che da esterno si accentrasse all’interno e ha fatto bene”. Un ruolo in cui poter sfruttare anche la duttilità di Lulic o di Mauri, e sull’out opposto puntare su Gonzalez o Candreva. Nonostante un reparto avanzato in surplus di uomini e forze, è proprio l’attacco a piegarsi meno alle priorità di una linea offensiva a tre: prime punte di peso e senso del gol non ne mancano, da Klose a Rocchi da Floccari a Kozak, più in deficit invece è la Lazio di attaccanti esterni. Ruolo questo che Maurito ha cucito sulla pelle e il giovane Rozzi cerca di imparare, ma una seconda punta di qualità e talento puro a impreziosire il pacchetto andrebbe a completare il progetto di Petkovic.

Nulla si è mosso finora all’orizzonte del mercato biancoceleste. Un solo colpo in entrata, Ederson. Un solo colpo in uscita, Stendardo all’Atalanta e poco manca all’ufficialità. Ma è arrivato il tempo del giudizio per il sergente (buono) Vlado: “Le valutazioni sono finite, adesso comincio a stilare”. Chi sa che non abbia già pronta la lista dei desideri da consegnare a Tare: terzino sinistro, manca. Centrocampista centrale, manca. Esterno d’attacco, manca. Alla fine non è neppure troppo lunga per non essere esaudita.

[Giorgia Baldinacci – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]