Lazio-Udinese 3-0: biancocelesti brillanti e vincenti contro ogni tradizione

276

All’Olimpico arriva l’avversario, il nemico naturale, La nemesi eterna di Reja, Coppi e Bartali in due squadre, Lazio e Udinese, in costante lotta per il posto in Champions League. Reja non siede in panchina, al suo posto la mentalità mitteleuropea di Pektovic, la sua idea di dominio e velocità. Il tecnico di origini bosniache getta in campo Cavanda per sostenere i duelli velocità e gamba contro gli esterni dell’Udinese. Torna in attacco Klose, dopo l’assenza contro gli Spurs in Europa,  Hernanes è rimpiazzato da Honorato Ederson, Dias da Ciani. Torna in panchina Diakitè, nonostante sembri essere tutt’altro che risolta la sua querelle contrattuale. L’Udinese non è maestra di bel gioco come gli altri anni: non tutte le stagioni riescono con il campione: oltre ad Armero e Danilo, sicurezze di centrocampo e difesa, è Totò Di Natale l’uomo in più.  All’Olimpico arriva l’Avversario, Olympia atterra di fronte alla Sud, contemplando maestosa la curva vuota.  Non solo l’avversario: è tempo di spezzare le tradizioni negative, è tempo di battere l’Udinese.

MATCH – Il primo a tirare in porta, dalla consueta posizione, è Antonio Candreva dopo pochi giri di orologio a tirare in porta, out di qualche metro. Dieci minuti, e  Willians decide di respingere il colpo di tacco di Radu, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, nella maniera meno ortodossa: fallo di mano, Calvarese assegna il penalty. Dagli 11 metri va Ledesma: lo sguardo è sicuro, il tiro angolato, ma Brkic dice no, deviando in calcio d’angolo. Risultato invariato, nonostante il rigore a favore. Al 15′ ci pensa Di Natale a rispondere: punizione defilata, velenosa, che si stampa sulla traversa, Marchetti battuto. Due minuti, e quel che non potè il rigore, potè il Tata: Ledesma serve Mauri al limite, il brianzolo pennella di prima liberando Gonzalez, che non può sbagliare. La Lazio è tonica, reattiva, l’Udinese stenta ad entrare in partita. Al 23′ esce Domizzi, infortunato, ed entra Angella. La Lazio continua ad offendere: fuga solitaria di Candreva, entra nel cuore del’area di rigore, la conclusione è potente ma Brkic salva.

Poi arriva il momento del sacerdote prediletto del dio gol, la furia teutonica, il crucco mietitore: Miroslav Klose sfrutta un piazzamento errato dei difensori, si presenta di fronte a Brkic, che deve piegarsi all’unica legge che nessuno può eludere. Quella del gol di Klose. La Nord festeggia con cori a Gascoigne. Prova a rispondere con un colpo di testa da calcio d’angolo Danilo: nulla da fare, il match è improvvisamente complicatissimo per gli uomini di Guidolin, mai veramente in partita. Solo Di Natale, dalla stessa mattonella decentrata, prova  a sorprendere Marchetti, la respinta del portiere non è impeccabile. Le squadre escono dagli spogliatoi, esce Ederson ed entra Hernanes, Ranegie al posto di Williams per i friulani. L’Udinese prosegue sulla retta via dell’assenza dal terreno, e Klose continua ad essere maestoso: penetra centralmente, Coda lo stende, e viene ammonito. Ma come tutte le rivincite, perchè di rivincita sui bianconeri si tratta, non può segnare Klose senza il suo Profeta.

Proprio l’8 al sapor di samba batte la punizione: ed è arte che va a deliziare la rete avversaria, pennellata sotto l’incrocio. La Lazio passeggia sulle rovine friulane, 3-0 e un rigore fallito, l’Udinese è una bambola vuota totalmente in balia degli assalti biancocelesti. Al 64′ c’è spazio per Lorik Cana, va a riposare Ledesma. Mancano ancora 20′, che i biancocelesti utilizzano per contemplare i blandi tentativi friulani di realizzare almeno il gol della bandiera: la squadra di Petkovic ha un pregio, sul 3-0 ancora non sembra totalmente sazia. Petkovic tira fuori anche Candreva, dentro Lulic. C’è tempo per una comparsata di Heurtaux al posto di Coda, un tiro di Mauri che centra in pieno un difnesore avversario dopo una deliziosa azione corale. Due minuti di recupero, giusto il tempo di provare a concretizzare l’ennesimo contropiede con discesa di Cavanda, e realizzare che questa Lazio può guardare al futuro con fiducia. La Lazio abbatte il nemico naturale: contro ogni tradizione, la Lazio passeggia sull’Udinese.

[Luca Capriotti – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]