Micidiale asse Hernanes-Rocchi: dopo 14 anni la Lazio supera il Milan

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La Lazio affronta il Milan con gli uomini contati, soprattutto nella zona mediana del campo, dove in panchina giocoforza deve essere subito chiamato in causa Candreva, appena giunto a Roma, ultimo acquisto di una deludente sessione invernale, molto al di sotto delle aspettative. Il Milan arriva all’Olimpico schierando una formazione arrembante, con Robinho ed El Shaarawy vicino ad Ibrahimovic, desiderosa di portare a casa i 3 punti, per mettere paura alla Juve, fermata dal gelo. La Lazio affronta i campioni d’Italia senza il suo bomber Klose, costretta a schierare il solo Rocchi davanti, complici le assenze di Kozak ed Alfaro per infortunio, portando in panchina i giovanissimi Primavera Zampa e Rozzi.

LA CHIAVE – La Lazio dopo 14 anni batte i rossoneri del Milan, sull’asse Hernanes-Rocchi si sviluppa l’impresa storica, la seconda vittoria contro una grande del Nord della gestione Lotito. Una difesa impeccabile, aiutata da una cerniera di centrocampo grintosa e aggressiva, lascia il Diavolo all’asciutto, e scatena la gioia della Curva Nord.

Sotto lo sguardo cupo di Reja la squadra di casa comincia aggressiva, pressing alto, ma dopo 6′ è il Milan a bussare con prepotenza dalla parti di Marchetti: pallone pennellato da Ibrahimovic dalla destra, colpo di testa di Nocerino, ma è l’estremo difensore biancoceleste a metterci una toppa. Il centrocampo del Milan, imperniato intorno ad Ambrosini, preferito a Emanuelson, ingabbia spesso e volentieri Hernanes, che si abbassa per prendere il pallone
Al 10′ Matuzalem prova a mostrare i denti, stendendo da dietro il piccolo faraone El Shaarawy, e beccandosi un sacrosanto giallo. Sempre il brasiliano,  tre minuti più tardi spaventa Abbiati, dopo alcuni rimpalli: il suo destro velenoso meriterebbe miglior sorte, ma finisce fuori.

Il centrocampo biancoceleste in fase difensiva fa densità, e prova a limitare al massimo le offensive e le incursioni dei rossoneri. Il Milan controlla il ritmo, mentre la Lazio aspetta, provando a sfruttare eventuali contropiedi, con il solo Rocchi davanti. Al 24′ momenti di tensione tra Nocerino e Ledesma, intervenuto con foga sul pallone. La Lazio colleziona corner, che inevitabilmente la difesa del Milan, nettamente favorita sul piano fisico, puntualmente allontana. Tutto foga e corsa il duello sulla fascia sinistra biancoceleste: Lulic e Abate si sfidano spesso in velocità, dimostrando doti atletiche fuori dal comune.  Al 29′ minuto Radu parte dalla sua difesa, arriva fino al limite dell’area, appoggia ad Hernanes, ma il tiro del trequartista brasiliano è debole, e centrale. L’egiziano El Shaarawy al 32′, imbeccato da Ibrahimovic, supera Marchetti, che lo tocca: il talentino del Milan rimane in piedi, ma perde il tempo, e Konko può deviare in angolo.

I maggiori pericoli per la retroguardia romana  vengono dagli assist di Ibrahimovic, che si abbassa spesso mettendo in difficoltà il meccanismo difensivo di Reja, vittima degli inserimenti rapidi dei centrocampisti, serviti alle perfezione dallo svedese. Il fortino biancoceleste sembra reggere, ma in avanti le soluzioni sembrano poche, in special modo quando la difesa del Milan si schiera al completo. Al 37′ minuto, Hernenes guadagna un calcio di punizione, ma il suo destro centra in pieno la barriera, in particolare il braccio di Van Bommel. L’abitro non se ne avvede, ed il contropiede del Milan, vede il lanciatissimo Ibrahimovic, in posizione dubbia, lasciare il pallone sul fondo senza riuscire a fare del male a Marchetti. Subito dopo, al 40′ viene ammonito Nesta, per in intervento aereo su Rocchi, ma la partita è sottoritmo, complice la buona gamba dimostrata dalla Lazio in fase difensiva, che dissecca le fonti di gioco milanista. Il primo tempo scorre placido, e il Milan se la prende fin troppo comoda: non riesce neppure a battere il calcio d’angolo guadagnato, prima che l’arbitro fischi la fine.

Si va a prendere un thè caldo, con le reti inviolate, e l’impressione che la Lazio non voglia solo costruire barricate, ma anche attaccare i campioni d’Italia, non appena se ne presenti l’occasione. Il Milan non è riuscito a sviluppare i soliti automatismi offensivi, soffrendo il pressing ordinato e ragionato della squadra di Reja, e la scarsa vena di Robinho. L’uomo che sembra in grado di scardinarla, Ibrahimovic, gioca molto lontano dalla porta, e prova a dipingere arte per i compagni: la Lazio risponde con grinta, e corsa, ringhiando su ogni pallone. L’assenza di Klose in avanti sembra pesante: Rocchi copre bene il fronte d’attacco, ma la lotta con Thiago Silva e Nesta sembra impari.

Le squadre sono appena rientrate in campo, e subito il fattaccio: l’egiziano El Shaarawy passa tra due difensori, e Dias tocca il pallone di pugno. L’arbitro assegna il rigore, l’assistente segnala fallo in attacco del Milan, ma, dopo un breve conciliabolo, e veementi proteste rossonere, l’estrema punizione non viene assegnata. Il Milan sembra più convinto e aggressivo, e al 3′ minuto è Ambrosini a tirare da fuori area di poco alto. Due minuti più tardi altra tegola per Reja: Dias sente dolore alla coscia sinistra, ed entra senza riscaldamento Marius Stankevicius. La sfortuna non sembra abbandonare il tecnico goriziano, e la Lazio, continuamente decimata da infortunii. Proprio i padroni di casa sembrano fare più fatica in questo secondo tempo ad uscire dal guscio, con Rocchi troppo isolato, ed Hernanes fuori dal gioco. La ragnatela di passaggi del Diavolo spesso non fa male, sfociando in cross sterili. Al 10′ una percussione personale di Matuzalem per poco non si conclude con un tiro pericoloso, ma le maglie difensive si stringono, e stritolano il brasiliano, rubandogli il pallone. Il copione degli attacchi biancocelesti sembra essere sempre lo stesso: lunghe sgroppate solitarie, che spesso vengono neutralizzate senza fatica dai forti difensori del Milan. Al 15′ minuto dalla destra l’acuto: è Konko che, invece di crossare, prova ad impegnare Abbiati, che devia in angolo.

La Lazio respira quando Hernanes riesce a guadagnare qualche punizione, saltando l’uomo, ma il  brasiliano entra ad intermittenza nella manovra offensiva biancoceleste.

Al 17′ minuto Marchetti ha bisogno di amorevoli cure mediche, toccato sulla mano da Ambrosini, lanciato a rete, ma fermato da un fuorigioco. Il portiere sembra comunque in grado di continuare, ed osservare, dopo pochi secondi, il tiro di Ambrosini che si spegne sul fondo. Il gioco è insabbiato principalmente a metà campo, senza che nessuna delle due squadre riesca ad essere incisiva davanti, creando occasioni pericolose con una certa continuità. Entrano Seedorf ed Emanuelson, per Ambrosini ed El Shaarawy. Il Milan prova a velocizzare la manovra, troppo statica, senza sbocchi. Al 21′ Hernanes balla un pò di samba, doppiopasso in corsa verso la porta, ma riesce a guadagnare solo un calcio d’angolo, l’ennesimo, non sfruttato con pericolosità. Al 24′ minuto del secondo tempo uno slalom di Radu in area viene stoppato da un braccio di Thiago Silva: per Damato non è rigore. Le furibonde proteste di Rocchi gli costano il giallo. Il Milan inizia a spingere forte, scoprendosi, ed è ancora Hernanes a tirare da distanza siderare, senza impensierire Abbiati.
Il ritmo sale, e sull’asse Nocerino Robinho si sviluppa un’azione molto pericolosa, che Marchetti smanaccia in due tempi, prima sul cross del brasiliano, e poi sulla ribattuta debole di Ibrahimovic.

Al 31′ è apoteosi biancoceleste: dalla destra Gonzalez filtra dentro, velo di Rocchi, ed Hernanes in diagonale prende in controtempo Abbiati, e lo batte. L’Olimpico è una bolgia, e Allegri rischia tutto, in un momento delicatissimo della stagione rossonera, mettendo fuori Van Bommel, per far esordire Maxi Lopez, appena giunto al Milan. Ma è ancora la Lazio a sfiorare il gol, con azione fotocopia, un cross dalla destra di Konko, velo di Rocchi, e ancora Hernanes a concludere, stavolta sul fondo. Il brasiliano biancoceleste è una furia, non perde un pallone, fa respirare la difesa, e al momento opportuno ha siglato un gol pesantissimo. Il Milan prova a reagire, ma senza essere pericoloso, asfissato dalla cerniera difensiva biancoceleste. Al 38′ Ibrahimovic cade in area, su cross di Mesbah. Il contatto con Radu è lieve,  Damato fa cenno allo svedese di rialzarsi.

Al 40′ ancora Hernanes imbecca deliziosamente Lulic, il bosniaco va sul fondo e mette un pallone d’oro per Rocchi, che trafigge sul primo palo Abbiati per la seconda volta. Al 42 Ibrahimovic, con Hernanes a terra, conclude sul fondo, e non riesce ad accorciare le distanze. Un minuto più tardi altro esordio, quello di Candreva, al posto di Hernanes, accolto da qualche fischio. La Curva non dimentica la dichiarata fede romanista del nuovo arrivato, all’ultimo secondo di mercato. Il quarto uomo assegna 5′ minuti di recupero, nei quali fa in tempo ad entrare in campo, al posto dell’ottimo Rocchi, il piccolo Rozzi, classe 94. L’arbitro fischia la fine, e scatena la gioia dei tifosi biancocelesti.

Una notte da leoni, la Lazio regala ad un ambiente demoralizzato una serata da sogno: campioni d’Italia battuti, e Lazio che esce trionfante dal suo campo, osannata dal suo pubblico. Sugli scudi Rocchi, Hernanes, ma un plauso particolare merita Reja, capace di dare alla sua squadra forza e determinazione, dimostrando di essere un grande uomo, oltre che un allenatore esperto. Contro ogni infortunio, contro ogni autogol di mercato, a lui, più di ogni altro, il merito di questa vittoria contro il Milan, dopo 14 anni di umiliazioni. Il Milan regala il primato alla Juve, o forse sarebbe meglio dire, la Lazio fa finalmente sentire la sua voce piena d’orgoglio.

[Luca Capriotti – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]