Milan, fermo sul mercato. In Bocca al lupo Lady B. Il caos Benitez e Ancelotti verso la Nazionale (Inglese). Più Roma che Juve

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Permettetemi di dirlo. Nel leggere praticamente ovunque, esaltazioni e felicitazioni riguardanti l’impresa del Milan nel derby, e soprattutto un dominio rossonero sul campionato che si avvia ad essere incontrastato; è inevitabile per me ricordare i caldi mesi estivi nei quali, prima ancora che la trattativa Ibrahimovic decollasse, pronosticai che con l’innesto dello svedese difficilmente i rossoneri avrebbero ricalcato le ultime negative apparizioni in campionato. I fatti, mi stanno dando ragione.

Non lo dico per un’autocitazione che avrebbe poco senso, quanto piuttosto per sottolineare la fondamentale importanza di un campione all’interno dei meccanismi di una squadra, in particolare in un collettivo, che il suo innesto ha del tutto rivoluzionato. Questione di mentalità, innanzitutto, ma anche affari di calcio, quello vero. Zlatan fa reparto, corre, segna e fa segnare. Un fenomeno moderno, quanto di più vicino ad un fenomeno ci possa essere ad oggi su un campo di calcio.

Allegri ha avuto il merito di capirlo, e di assoggettare le sue idee tattiche alla smania di rivincita di Ibra, che come ha già abituato nella sua carriera, lo sta ripagando a suon di gol e vittorie. Una macchina ben oliata, questo Milan, che personalmente non andrei a toccare in sede di mercato. Certo, un centrocampista dalle caratteristiche diverse rispetto a Boateng ed Ambrosini, lottatori poco avvezzi ai tocchi di fino, magari servirebbe anche… tuttavia tenendo le bocce ferme, non si corre il rischio di sbagliare. Un centrocampo folto ed aggressivo, può surrogare con Seedorf trequartista la carenza di qualità relativa alla momentanea assenza di Pirlo, ed in questo momento il gioco funziona. Con buona pace di Ronaldinho, assente illustre di cui davvero in pochi stanno sentendo la mancanza. Il Milan sul campo può stare tranquillo, fuori un pò meno (leggete “Libero” di oggi).

Chi, invece, i disagi sembra avvertirli davvero, è Massimo Moratti. Tante, troppe le possibili spiegazioni che in molti si sono affannati ad elargire a possibile giustifica di un avvio di campionato, e di stagione, assolutamente sottotono. Chi dice Benitez, chi dà la colpa ai giocatori, chi addirittura accusa Mourinho di averli spremuti troppo. Moratti ovviamente non la vive bene, ma come si usa spesso dire, chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Già, perchè a mio modo di vedere, è proprio il massimo dirigente nerazzurro la fonte dei problemi che la squadra si sta trovando ad affrontare. È inspiegabile la sua scelta di non fare mercato in estate. Deleteria soprattutto, perchè, causa dei mancati stimoli della rosa di giocatori interisti, un gruppo di professionisti con la pancia piena per quanto conquistato appena qualche mese fa. Questa politica è quella che ho sempre adottato dopo gli anni di successi alla Juventus. Vittorie, seguite da almeno un paio di innesti importanti.

La concorrenza, e la volontà di affermarsi è quanto di più positivo ci possa essere all’interno di uno spogliatoio. L’altro errore Massimo (gioco di parole inevitabile) riguarda la scelta di affidarsi a Benitez. Un anno fa c’era la netta impressione che i giocatori sarebbero stati disposti a tutto pur di accontentare il loro condottiero Mourinho, mentre con la gestione di questo pacioso “buon pastore” le cose sono cambiate. In peggio, ovviamente. L’ambiente è ormai sfilacciato, i giocatori si accusano gli uni con gli altri di non impegnarsi a sufficienza: persino un cambio in panchina non avrebbe alcun effetto, la frittata è fatta.

Chi riesce sempre a cavarsela è la Juventus. Dopo l’opaca prestazione di Brescia, di mercoledì scorso, i bianconeri hanno giocato una partita di grande prestanza fisica ottenendo, contro una Roma tecnicamente superiore, un pareggio meritato, costruendo anche più occasioni da gol rispetto ai giallorossi. Un punto positivo in uno di quelli che un tempo si consideravano “scontri diretti”. Con la Juve attuale è una definizione azzardata, ma tant’è…

Riguardo alla Roma, mi piace sottolineare l’ottimo momento dei giallorossi, che continuo a vedere come la più accreditata rivale del Milan per la conquista dello scudetto. La squadra c’è, la voglia di vincere anche, e le voci riguardanti la società non stanno distogliendo troppo i giocatori dal loro obiettivo. Lo stesso Ranieri sta lavorando bene, scacciando spettri e fantasmi del futuro, di chi vuole Ancelotti già pronto a rimpiazzarlo. Io non la vedo così. Anzi, se dovessi fare un pronostico riguardo al futuro professionale di Carlo, sarei più orientato ad immaginarmelo come possibile successore di Capello alla guida della nazionale Inglese. Alla fine del mandato di Don Fabio, credo proprio che la FA, opterà per l’attuale tecnico del Chelsea.

Torno sul Milan in chiusura, per formulare i miei migliori auguri a Barbara Berlusconi, relativamente al suo ingresso in società. Una scelta che, per quanto possa contare, condivido in pieno ed apprezzo. È bello che giovani di valore e passione siano i protagonisti di domani dello sport per cui batte il cuore di tutti noi. Ed è anche la dimostrazione, ennesima, dell’attaccamento della famiglia Berlusconi al club rossonero.

[Luciano Moggi – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]