Milan, il punto: il 4-2-3-1 per uscire dalla crisi?

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La ricetta per uscire dalla crisi? Massimiliano Allegri sembra averne escogitata una: il Milan potrebbe cambiare modulo. Passaggio necessario, per valorizzare meglio le caratteristiche di un organico che non sembra più essere in grado di esaltare le proprie doti continuando a giocare con il 4-3-1-2. Quando si gioca con Pazzini come attaccante di riferimento infatti, è necessario un maggior numero di cross per valorizzare le doti aeree del centravanti, che vengono mortificate dall’attuale sistema tattico. Non solo: la necessità di rivedere movimenti tattici è evidente, dal momento che perso Ibrahimovic, con questa disposizione tattica i rossoneri non riescono più a far inserire al meglio i propri centrocampisti in area di rigore, vedendo così la loro pericolosità offensiva notevolmente ridimensionata.

Valutando le carte a propria disposizione, Massimiliano Allegri ha la possibilità, di utilizzare due schemi alternativi: Il 4-3-3 e il 4-2-3-1. Nel corso delle nostre precedenti analisi abbiamo più volte affermato che questa squadra potrebbe rilanciarsi schierandosi con il 4-3-3: questa soluzione però sembra essere stata scartata dal tecnico toscano, principalmente per due motivi: reputa lo schema molto simile a quello attuale, e non vuole rinunciare alla forza fisica di Boateng sulla trequarti, giocatore che verrebbe costretto a retrocedere sulla linea mediana in caso di 4-3-3.

Così, ecco che nella mente del tecnico si sta profilando l’ipotesi 4-2-3-1; forse già da Udine, dal momento che la squadra necessita di una scossa. Partiamo subito con il dire che la rosa rossonera non è adattissima, allo stato attuale, ad interpretare questo modulo. Alcuni giocatori infatti necessitano di essere riadattati in posizioni del campo che non permetteranno loro di esprimere al meglio le proprie caratteristiche: un esempio su tutti? Antonio Nocerino, il quale vista la grande abbondanza di mediani in rosa, dovrebbe adattarsi a fare l’esterno destro alto. Non esattamente un ruolo adatto ad un mediano con buoni piedi e grandi capacità di inserimento. Fatto sta che lo schema porterebbe con sè anche alcuni aspetti positivi; andiamo quindi ad analizzarne i pro e i contro dal punto di vista tattico, cercando quindi di capire se il 4-2-3-1 potrebbe essere una buona medicina per curare questo Milan zoppicante.

I PRO

La nuova disposizione tattica permetterebbe al Milan di avere un gioco più efficace sugli esterni. I giocatori che ne trarrebbero i benefici maggiori sarebbero due: El Sharaawy ed Emanuelson, molto più adatti a giocare larghi in uno schema siffatto. In questo modo la punta di riferimento, sia essa Pazzini o Pato, potrebbe beneficiare di un gioco più ampio, e potrebbe mettersi a disposizione dei compagni per il gioco di sponda. Anche il rientrante Robinho potrebbe adattarsi perfettamente a ricoprire il ruolo di esterno a sinistra; ne deriverebbe per Allegri un’abbondanza di opzioni in questo senso. A seconda delle circostanze infatti, il Milan potrebbe optare per un gioco più basato sui cross, oppure sfruttare gli inserimenti in area di El Sharaawy o Robinho. Di sicuro in questo modo si noterebbe un vantaggio attaccando squadre particolarmente chiuse, perchè le si costringerebbe a difendersi su un raggio più ampio, con un incremento delle probabilità di trovare il varco scoperto per superare le loro retroguardie.

I CONTRO

La rosa rossonera è ricca di incontristi: ne deriverebbe che, per i due ruoli di mediano davanti alla difesa avremmo Ambrosini, De Jong, Montolivo, Flamini, Nocerino e Traorè come possibili interpreti. Solo questo fatto dimostra che l’attuale rosa rossonera non è concepita per mettere in campo questo modulo. Un ulteriore conferma di questo fatto sarebbe rappresentata dal ruolo di esterno destro: dubitiamo fortemente che, dopo la metamorfosi fisica subita da Pato, il brasiliano possa ricoprire efficacemente questo ruolo, come ha fatto nella stagione con Leonardo in panchina. Pato sarebbe quindi l’alternativa a Pazzini, con la conseguenza che per il ruolo di esterno destro, il Milan dovrebbe adattare un giocatore che non ha le caratteristiche adatte a ricoprire efficacemente la posizione, come Nocerino appunto. Se questo modulo dovesse prendere piede perciò, sarebbe necessario un restyling sul mercato già da Gennaio, per adattare la rosa a disposizione di Allegri alla nuova disposizione tattica.

Oltretutto, il modulo rischia di lasciare ancor più scoperta la fase difensiva: specie quando Allegri schiererà Montolivo come uno dei due mediani davanti alla retroguardia, il Milan dovrà schierare in campo un solo incontrista puro. Certo, il vantaggio potrebbe essere rappresentato da un pressing più aggressivo sulla trequarti avversaria, avendo Nocerino e Boateng più alti, ma il rischio è quello di scoprire troppo il fianco alle ripartenze avversarie, considerando anche il fatto che la difesa rossonera, orfana di Nesta e thiago Silva, sembra aver perso molto in solidità.

Tirando le somme, a nostro avviso la scelta del 4-2-3-1 sembra una soluzione coraggiosa, ma che rischia di risolversi in un azzardo troppo rischioso. La squadra ne trarrebbe benefici in fase offensiva, ma probabilmente perderebbe equilibrio dietro, rischiando di diventare una formazione facilmente perforabile. Per attuare questa formazione servirebbero giocatori con caratteristiche diverse: ci sembrerebbe una mossa buona per curare i mali dell’attacco, ma pericolosa per la fase difensiva. Naturalmente, speriamo che il nostro giudizio possa essere smentito sul campo, nel caso Allegri opti per una brusca inversione tattica.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]