Milan-Juventus 1-0: miglior approccio psicologico dei rossoneri

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Con la migliore prestazione stagionale il Milan batte la Juventus capolista per 1 a 0 e ottiene quindi una vittoria che dal punto di vista delle convinzioni, della fiducia nei propri mezzi e del morale complessivo della squadra può rappresentare la svolta dell’intera stagione milanista. Due cose dobbiamo premettere, a onor del vero: la prima è che ieri sera di fronte al Milan non è stata la vera Juve.

L’impressione che abbiamo avuto osservando i bianconeri è quella di una squadra notevolmente affaticata, probabilmente causa impegno in Champions League contro il Chelsea costato ai bianconeri molte energie fisiche e mentali; ma proprio quando la condizione della squadra di Conte non è al top si manifesta l’unica mancanza di questo organico, cioè quella di un giocatore in grado di risolvere quelle partite giocate al di sotto dei normali standard di rendimento.

La seconda cosa che bisogna premettere è che il rigore a favore dei rossoneri non c’era: l’azione vista a velocità naturale dava l’impressione del fallo di mano [probabilmente il movimento di Isla, con la mano staccata dal corpo, ha tratto in inganno il direttore di gara] ma i replay hanno evidenziato che l’esterno bianconero tocca il pallone con il fianco.

Queste due premesse non tolgono però valore alla vittoria del Milan che ieri sera ha meritato ampiamente di vincere la partita per quello che si è visto sul campo. Gli uomini di Massimiliano Allegri, forse per la prima volta in stagione, hanno dato l’impressione di essere una vera squadra, nella quale i reparti agiscono in sinergia tra loro e si danno una mano in entrambe le fasi di gioco; l’approccio psicologico dei rossoneri alla sfida è stato corretto, e il Milan ha dato vita ad un grande primo tempo nel quale ha brillato l’Olandese De Jong in mediana. Il Milan ha infatti pressato con efficacia il centrocampo bianconero e durante la prima frazione ha avuto a disposizione più di un contropiede, dimostrazione del fatto che la strategia scelta da Allegri ha dato i suoi frutti. Buone indicazioni vengono anche dalla difesa che, confermata per due partite di fila, ha dimostrato compattezza e coesione, riuscendo a concludere la partita con la rete inviolata: un reparto nel quale teniamo a sottolineare le prove estremamente positive di Amelia e Constant [sopratutto nel secondo tempo in fase di copertura]; il Milan potrebbe trovare delle nuove certezze dunque in due ruoli che fino a questo momento hanno costituito dei punti deboli della formazione milanese.

Attenzione però ha pensare di aver trovato la quadratura definitiva del cerchio: bisogna ancora lavorare molto sulla fase di finalizzazione del gioco. Sopratutto il primo tempo ha messo in evidenza questo problema: nella prima frazione di gioco infatti il Milan è stato bravo ad innescare diverse azioni di rimessa creando dei pericolosi 3 contro 3 oppure anche 4 contro 3 grazie alle puntualissime diagonali di un ritrovato Nocerino, ma è stato poi impreciso nella conclusione dell’azione vanificando queste situazioni per errori nei passaggi o nelle conclusioni; questo è l’aspetto su cui ci si deve concentrare maggiormente in vista dell’insidiosissima trasferta di Catania.

DA PROMUOVERE: Tra le tante note positive evidenziate nel big match di questa Domenica, scelgo di dare particolare risalto alla prestazione di Nigel De Jong; l’Olandese pare finalmente essersi inserito a pieno nei meccanismi della squadra e dimostra di aver trovato anche la migliore condizione fisica. Il primo tempo del mediano mi ha ricordato molto le prestazioni di Gennaro Gattuso: Il Milan ha bisogno di un giocatore così in mezzo al campo.

DA RIVEDERE: La nota stonata a mio avviso è rappresentata dalla prestazione di Boateng; anche ieri sera il Tedesco Ghanese ha dimostrato grande impegno e voglia di fare, ma è risultato ancora troppo fuori dagli schemi rossoneri. Non credo che il ruolo di “falso nove”, tanto di moda ultimamente, sia il modo corretto di esaltare le doti del giocatore: uno come Boateng andrebbe schierato in un ruolo che gli permetta di essere sempre nel vivo del gioco. A centrocampo, per esempio.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]