Milan: pesa la scarsa vena realizzativa sotto porta

242

Qualcuno ritiene che il migliore attacco sia la difesa. Altri sono convinti dell’esatto contrario. Chi avrà ragione? Probabilmente, la risposta esatta sta nel mezzo e, pertanto, il Milan, che non riesce a fare bene né la difesa né l’attacco, è destinato a raccogliere brutti risultati. Senza badare troppo – almeno apparentemente – alle voci sulla sua possibile sostituzione con Pep Guardiola, mister Massimiliano Allegri sta pensando ai diversi problemi che affliggono il Diavolo.

Uno di questi è sicuramente quello della scarsa vena realizzativa sotto porta. In attacco, non c’è più Zlatan Ibrahimovic, capace, da solo, di garantire alla squadra un bonus annuo di circa 30 gol. Il suo posto è stato preso da Giampaolo Pazzini, che, in verità, si è trovato, in un colpo solo, a dover sostituire Ibragol e gli assist di Antonio Cassano. Cosa impensabile per l’ex cannoniere di Fiorentina, Sampdoria e Inter, il quale, dopo la splendida tripletta messa a segno sul campo del Bologna, sembra aver terminato le cartucce da sparare. Questo anche perché arrivano pochi cross e, soprattutto, quando arrivano sono fatti male. Dal Pazzo, dunque, difficile attendersi 30 gol stagionali. Dopo di lui, nessuno, nel senso che, in rosa, il Milan non ha altri goleador.

In realtà ci sarebbe Pato, ma solo è, a dir poco, un’incognita. Niang, giunto a Milano con tanto clamore, non ha ancora convinto lo staff tecnico – e nemmeno quello dirigenziale dopo la questione dell’auto guidata senza patente. Robinho è stato per tanto tempo fermo ai box per infortunio e, comunque, il suo apporto per quanto riguarda i gol può essere di una decina di reti stagionali. Binho mostra il meglio di se stesso aprendo gli spazi ai compagni e lavorando per la squadra. Poi c’è il nuovo arrivato Bojan, che pian piano si sta facendo strada ma che al momento non sembra dare particolari garanzie, soprattutto in zona gol. Infine, ma non ultimo, resta il miglior giocatore del nuovo Milan: Stephan El Shaarawy, dal quale, nonostante l’avvio di stagione a suon di gol, sarebbe sbagliato attendersi una stagione da capocannoniere, anche perché le sue doti sono ben altre rispetto a quelle di bomber spietato.

L’attacco però non è fatto di soli attaccanti: nel sistema di gioco di Allegri fondamentali sono i centrocampisti, che con i loro inserimenti dovrebbero supportare le punte. Finora però gli unici a essersi resi protagonisti nell’area avversaria sono Emanuelson e (ultimamente) Montolivo. Gli altri centrocampisti, Nocerino in primis, non pervenuti. Per Allegri, dunque, il lavoro da fare è molto, perché riuscire a segnare tanti gol, quando gli uomini a disposizione non sono dei cannonieri nati è difficile. Ma il mister toscano può e deve trovare una soluzione, dato che senza gol non si vince e, senza vittoria, si affonda in classifica.

[Enrico Fonte – Fonte: www.ilveromilanista.it]