Soccombere al dolore. O rialzarsi e riprendere a combattere, come un buon pugile deve fare. Il Napoli che si appresta ad affrontare il Palermo sabato pomeriggio, si presenta in terra siciliana ancora tramortito dal gancio arrivato dal Friuli, terra di Primo Carnera che di pugni ne sapeva qualcosa.
ALL’ANGOLO – Metaforicamente, è lì che si trova il Napoli. Guarda le ferite, ne annusa l’odore acre di sangue, ma è tutto fuorchè vinto. Lo hanno già dimostrato i ragazzi in maglia azzurra, tante e tante volte. Sempre in piedi, nuovamente, dopo ogni colpo subìto. La linea è tracciata, basta seguirla: la Champions è lì, a portata di mano, serve riprendere il cammino. Nel punto esatto in cui si era interrotto. A Bologna, in terra emiliana, il Napoli diede – solo dieci giorni fa – una dimostrazione prepotente della propria forza, mettendo al tappeto l’avversario senza colpo ferire. A Palermo potrebbe essere più difficile: c’è da fare i conti con i propositi di vendetta di Zamparini (“Non ho dimenticato come è finita all’andata” ha tuonato il patron rosanero), e con la rinnovata verve di una squadra che, vincendo a Roma, ha nuovamente messo nel mirino l’Europa.
FATTORE MENTALE – Poco male. Ci sarà da soffire, Mazzarri lo sa e non ammetterà cali mentali: il rischio potrebbe derivare dall’aver dovuto abbandonare il sogno scudetto. Ci credeva il Napoli. E riusciva a trasformare la tensione dell’inseguimento al Milan in energia positiva. Ora che quella tensione viene meno, insieme al sogno, il pericolo potrebbe essere dietro l’angolo, cammuffatosi con maglia rosanero. Insieme ad un’altra tensione, non più positiva, di dover a tutti i costi agguantare un posto utile per giocare la prossima Champions. E’ in questi casi che si vede la differenza tra un buon pugile e un ottimo pugile. Quest’ultimo non rimane a leccarsi le ferite inferte dall’avversario, ma fissando gli occhi sul bersaglio si rialza subito. E autoritariamente sferra il colpo del ko.
[Vincenzo Balzano – Fonte: www.tuttonapoli.net]
