Napoli, bilancio 2012: gli errori e i possibili correttivi

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logo-napoliStamattina, al risveglio, mi rendo conto che Natale è ormai alle spalle così come quella necessità di essere per forza più buoni. Realizzo così, di poter scrivere qualcosa di un po’ più cattivo, mosso come sempre da una sola finalità: una critica costruttiva e propositiva. Dopo aver tracciato quelli che sono i grandi traguardi di quest’anno ormai al termine, volevo dare un’occhiata anche “al lato oscuro della luna” (i Pink Floyd mi perdoneranno per la traduzione che sminuisce la genialità del titolo di un loro meraviglioso album). In un bilancio, infatti, non si possono prendere in considerazione solo gli aspetti positivi, gettandosi alle spalle quelli che sono stati gli errori – sarebbe stupido pensare di non averne commessi – di questo 2012 comunque ricco di soddisfazioni.

Partiamo allora da lontano, da quella scelta fatta nel settembre 2011. La società individua la Champions League come obiettivo primario (come se avessimo qualche possibilità di vincerla) trattando il campionato come il figlio che non hai mai voluto. Lì nascono i problemi che si trascinano fino all’anno successivo e che portano gli azzurri a navigare in zone poco chiare. Eppure, con un grande sforzo finale (con l’ausilio di un campionato ancora una molta modesto delle rivali), la squadra arriva a giocarsi la qualificazione di Champions League sul campo di un Bologna già salvo. Quella gara, ricca di errori e sfortuna, rappresenta forse il rimpianto più grande del calendario che a breve staccheremo dal muro. Qualificarsi alla Champions avrebbe – anche con gli introiti derivanti dall’accesso al tavolo dei grandi – dato linfa nuova al progetto e costretto ad un mercato differente.

E parliamone allora di questo mercato estivo, genesi di tutte quelle problematiche affrontate in questa prima parte di stagione. Provo a creare un parallelismo tra le parole ed i fatti di Aurelio De Laurentiis. Si può pensare di insidiare la Juventus (questo era l’obiettivo sbandierato in estate) cedendo gente come Lavezzi e Gargano ed inserendo Pandev, Insigne, Behrami e Gamberini? Prima di dare la risposta, andate a dare uno sguardo a quelli che sono stati gli acquisti estivi della Juventus. Poi fatemi sapere. Ma c’è di peggio. Si può scegliere di portarsi avanti problemi già noti mettendo la testa sotto terra come uno che non ha il coraggio di guardare in faccia la realtà? Perché tutti conoscevano le difficoltà di Vargas (reinventarlo come prima punta è stata l’ultima “genialata” di un caso gestito malissimo), perché a tutti era noto che Mazzarri – difficile dargli torto – non si è mai fidato di Fernandez, perché tutti erano consapevoli che Donadel non potesse rappresentare un ricambio di qualità per una squadra che punta al massimo. Eppure non si è fatto nulla per prevenire tutte queste situazioni, esplose in tutta la loro complessità in questa prima parte di stagione. Ma non è stata certo una sorpresa…

Del terzo errore, ne abbiamo già parlato. In famiglia, è successo anche a voi, mi hanno insegnato che i panni sporchi si lavano in famiglia. Il Napoli, invece, sembra aver ceduto all’epoca dei reality dove tutto va messo in piazza, condiviso, non si sa bene per quale motivo. Mazzarri sceglie di non rinnovare, ci può stare. Ma perché rendere nota la storia del possibile anno sabbatico? Perché togliere in qualche modo motivazioni ad un gruppo che grazie alle motivazioni è riuscito ad andare probabilmente oltre i propri limiti tecnici? In questo caso, non ho risposta.

Dagli errori/orrori commessi a quelle che potrebbero essere i correttivi per l’anno che verrà. Mancano pochi giorni all’apertura del mercato ed Aurelio De Laurentiis ha, come suo solito, lanciato messaggi mediatici importanti: “Ci saranno degli investimenti a gennaio, ci saranno dei grandissimi investimenti in estate comunque. Nel mercato di riparazione interverremo in maniera decisa e in maniera ancora più decisa a giugno”. Parole del patron al quale, adesso, devono seguire fatti concreti. Opportuno pianificare per l’estate, necessario intervenire sin da subito per completare la rosa. A lanciare l’assist perfetto al patron è stato nelle ultime ore, il direttore generale del Cagliari Francesco Marroccu, che ha rivelato le grandi difficoltà economiche del club aprendo inevitabilmente alla cessione dei gioielli rossoblù. L’occasione d’oro servita su un piatto d’argento. Ve lo immaginate questo Napoli con gli innesti di Radja Nainggolan e, magari, di Davide Astori? In particolare il centrocampista belga, vecchio pallino, sarebbe perfetto per completare il reparto di centrocampo per qualità e quantità. Per portarselo a casa – giusto per chiarire che anche a gennaio si possono comprare grandi giocatori – serve coraggio ed un assegno da almeno 11 milioni. Una sciocchezza, se si pensa che non si è esitato in passato per sborsarne 9 per Dzemaili che, con tutti il rispetto, non ha le potenzialità del buon Radja. Cellino con le casse vuote sarà disposto a fare un piccolo regalo al Napoli?

Chiudo con un caso che adesso non pare attuale, ma che potrebbe diventarlo . Si perché dall’estero, in maniera incessante, continuano ad arrivare apprezzamenti per Lorenzo Insigne. Non che il Napoli, sia chiaro, abbia mai pensato di venderlo ma le prestazioni di Lorenzo – ed i suoi enormi margini – mantengono costante la pressioni di alcuni grandi club europei (inglesi e francesi in particolare) sul Magnifico. Un caso che va gestito al meglio, cercando di evitare qualsiasi tipo di fraintendimento. Lorenzo ha rinnovato in estate il contratto con un’adeguamento economico contestuale a quel momento storico. Se continua così sarà giusto riconoscergli un contratto consono al suo livello. Per scacciare cattivi pensieri in arrivo da paesi lontano… Occhio.

P.s.: Chiusura, dovuta, con un piccolo pensiero alle parole di Antonio Conte che negli ultimi giorni è tornato sulle finale di Coppa Italia e su quella di Supercoppa. Parlando della prima, il tecnico bianconero, ha rievocato un rigore negato a Marchisio ed addotto la scusante di mancanza di motivazioni dopo la vittoria dello scudetto. Ma come? Non era la vostra Champions la Coppa Italia? Su Pechino, facendo ancora peggio, ha parlato di “Dominio juventino”. Chiaro, con un Mazzoleni in giornata di grazia quella Juventus era davvero DOMINANTE.

[Arturo Minervini – Fonte: www.tuttonapoli.net]