Napoli-Milan 2-2: l’analisi tattica della partita

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Con una prestazione convincente, sopratutto nel secondo tempo, il Milan di Massimiliano Allegri riesce a mettere sotto il Napoli per lunghi tratti della partita e a recuperare i due gol di svantaggio maturati nei primissimi minuti di gara, dovuti ad un ingresso in campo ancora troppo molle e a due errori individuali di Abbiati, che sulle conclusioni dei partenopei poteva indubbiamente fare qualcosa di più.

Nella conferenza di vigilia Massimiliano Allegri, quasi profeticamente, aveva sentenziato: “Ci vorrebbe poco in più per avere una classifica migliore”; con ogni probabilità l’allenatore intendeva riferirsi all’evitare errori individuali inopportuni, come quelli commessi dall’estremo difensore milanista ieri sera. Infatti se si inizia una sfida così complicata come quella del San Paolo con un handicap di due gol, poi ribaltare il risultato diventa impresa titanica. Senza i due errori nel primo tratto di partita, il Milan ieri sera avrebbe potuto fare bottino pieno al San Paolo: bisognerà curare maggiormente l’approccio psicologico al match.

Ma le brutte notizie si fermano qui, perchè la sfida del San Paolo ha fornito tante buone indicazioni: la prima è data dal nuovo modulo; il 4-3-3 fa girare bene la squadra, le garantisce più copertura sulla mediana e fa sì che i rossoneri risultino una squadra più equilibrata rispetto alla versione schierata a 4-2-3-1. Bisogna ancora perfezionare i meccanismi in attacco [fase nella quale i rossoneri sono sembrati, El Sharaawy a parte, ancora non in grado di finalizzare la mole di gioco creata], magari non riproponendo più Boateng esterno destro, ruolo lontanissimo dalle corde del Tedesco-Ghanese, ma riportandolo in mediana ad aggiungere muscoli al centrocampo, ed inserendo un giocatore più fantasioso nel tridente. Magari proprio quel Robinho che, entrato per i minuti finali del match ha dimostrato che può essere un giocatore importante per la squadra: l’assist ad El Sharawwy per il 2 a 2 ne è la conferma; il brasiliano è l’unico per caratteristiche che può fare il regista d’attacco di questa formazione.

Detto di Robinho e della nuova strategia, l’altra nota lieta della serata, anche se i tifosi non lo scoprono di certo ieri sera, è l’ennesima ottima prova offerta dal giovane Stephan El Sharaawy, che sta vivendo una stagione fantastica e a 20 anni è il vero leader e trascinatore di un nuovo Milan che pian piano si sta formando: l’azione del 2 a 1 [Assist di De Sciglio, gol di El Sharaawy] è di quelle che fanno guardare al futuro con grande serenità. A tutto questo aggiungeremmo anche il buon impatto, sebbene per pochi minuti, di M’baye Niang sulla sfida: il giovane Francese, finora nominato più per vicissitudini fuori dal campo che per le prestazioni sportive, è entrato con voglia nel match [da segnalare un suo rientro difensivo a dare manforte a De Sciglio sulla destra] e con grande personalità, come dimostra il tiro potentissimo con il quale ha tentato di battere De Sanctis da fuori area; per vederlo all’opera aspettiamo con ansia la Coppa Italia, ma dietro ad un giovane decisamente ancora molto acerbo si intravedono di già i bagliori di un giocatore che potrebbe diventare molto importante in futuro.

Insomma, al di là degli errori individuali e di qualche situazione in cui il Milan ha rischiato il colpo del KO [ma era un po’ inevitabile dovendo cercare di recuperare il risultato contro una grande squadra come il Napoli] la partita vista ieri fa tornare la squadra di Allegri a Milano con indicazioni decisamente incoraggianti: indicazioni che arrivano sopratutto da un modulo che restituisce equilibrio alla squadra e alla prestazione confortante dei propri giovani, El Sharaawy, De Sciglio, Niang ed anche Acerbi, autore di una buona gara in difesa: per un Milan che ha impostato questa stagione come la prima di una rifondazione strutturale della squadra, i segnali iniziano ad essere positivi.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]