Playoff Mondiali 2018: Italia-Svezia, analisi tattica della partita

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Playoff Mondiali 2018: Italia-Svezia, analisi della partitaCatenaccio svedese che imbriglia gli azzurri. Non basta il cuore dell’Italia per andare in Russia. Fuori dal Mondiale dopo 59 anni

MILANO – L’Italia è fuori dal Mondiale. Decisivo il pareggio casalingo per 0-0 dopo la sconfitta in Svezia per 1-0. In Russia non ci va la squadra più forte, ma quella che ha meglio saputo sfruttare le debolezze altrui. Con un pizzico di fortuna che non guasta mai. Svedesi in campo a San Siro con l’idea di difendersi ad ogni costo. 4-4-2 classico con l’idea di stare cortissimi in mezzo al campo, tutti racchiusi in 25 metri.

Lasciare le fasce agli azzurri per chiudere ogni linea di passaggio al centro e ogni possibile imbucata che possa fare male. L’idea si rivela giusta, con l’Italia che riesce a sfondare solo sulle linee laterali ma non riesce a mettere cross incisivi in area, anche grazie alla superiorità fisica dei difensori scandinavi. Nel primo tempo qualche buona imbucata aveva messo in difficoltà la Svezia, con Gabbiadini che tra le linea ha dato qualche grattacapo a Granqvist e compagni. Qualche buon taglio di Immobile ben servito da Jorginho ma l’attaccante della Lazio non riesce a finalizzare.

Poche idee ma confuse

Italia che scende in campo con il 3-5-2 visto già a Solna. Cambiano gli uomini. L’intensità non è quella giusta se non nei minuti finali del primo tempo quando gli azzurri riescono a penetrare facilmente e ad andare vicino al gol più volte. Un pizzico di sfortuna che rende vani i tentativi di andare in rete. Non riuscire a fare un gol in 180 minuti a questa Svezia però la dice lunga sulle prestazioni degli azzurri. Ventura ha provato a giocarsi tutto mantenendo le sue idee intatte.

Peserà e non poco l’aver tenuto in panchina Insigne, che tutta Italia voleva titolare al fianco di Immobile. I risultati purtroppo parlano chiaro e sulla sua carriera peserà sempre questa cocente sconfitta. I maestri della tattica e del catenaccio imbrigliati dalla Svezia, che ha usato le armi più congeniali agli azzurri per batterli. C’è quindi da ripensare un intero movimento per uscire da questo momento.