Quel Cagliari-Parma della stagione ’98/’99 …

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“Non ricordo una partita dove abbiamo concesso tante palle-gol agli avversari. Una cosa incredibile”. Sono queste le parole di un Gigi Buffon visibilmente amareggiato dopo la sconfitta rimediata a Cagliari. Lui, il ventenne guardiano della difesa più forte del campionato italiano, probabilmente del mondo, costretto a riconoscere i meriti agli avversarsi, ad ammettere che la corazzata Parma è crollata sotto i colpi della fanteria rossoblù. Del resto le statistiche parlavano chiaro: il Parma mancava la vittoria in trasferta da oltre 7 mesi, mentre la squadra sarda era imbattuta in casa da oltre un anno e mezzo. È il 22 novembre 1998 e il Cagliari supera per 1-0 uno dei Parma più forti di sempre.

Tre punti conquistati con il cuore e con la testa che autorizzano i giornali a parlare della banda di Ventura come di una squadra specializzata nell’ammazzare le “grandi” quando gioca tra le mura amiche: ne hanno già fatto le spese la Sampdoria (5-0) e il Milan (1-0), mentre l’Inter, alla prima giornata, è riuscita a recuperare clamorosamente nei minuti finali due gol di svantaggio. La vittoria sul Parma catapulta il Cagliari nelle zone nobili della classifica: dopo 10 giornate già 14 punti (tutti guadagnati in casa) e viene agguantata la sesta posizione a pari merito con Bologna e Inter. Non male per una matricola, specie se si considerano i punti persi per strada contro il Bari (rocambolesco 3-3) e come detto contro l’Inter. Il reparto avanzato sembra essere l’arma segreta: con 14 gol è il migliore attacco casalinfo della Serie A. Muzzi e Kallon hanno già realizzato rispettivamente 7 e 4 gol. Davvero non male. L’anno di purgatorio in Serie B sembra aver giovato alla squadra.

Cellino per il ritorno in Serie A ha cerca di imporre e di imporsi una nuova politica: provare a confermare lo stesso allenatore della stagione precedente. L’allenatore in questione è il genovese Giampiero Ventura, arrivato a Cagliari nell’estate del 1997 con l’obiettivo, brillantemente conseguito, di riportare il Cagliari tra le grandi del calcio italiano. Nonostante la rosa offra alcuni elementi di assoluto spessore come O’Neill e Muzzi, la Serie A, quella Serie A – in cui si davano battaglia tutti i giocatori migliori del pianeta – esige, per essere confermata, ulteriori investimenti e Cellino ne è assolutamente consapevole. Partito Dario Silva, ceduto all’Espanyol, urge rinforzare il parco attaccanti e i colpi messi a segno sono di quelli importanti: si strappa all’Inter il prestito di una grande promessa, Mohammed Egidio Kallon, attaccante della Sierra Leone che, nonostante la giovanissima età (appena 19 anni) ha già una discreta esperienza alle proprie spalle, e si ingaggia il capocannoniere dell’ultimo campionato giapponese, il camerunense Patrick Mboma, sui cui si ripongono molte aspettative. A completare l’organico arrivano poi un altro gioiellino di proprietà dell’Inter, Cristiano Zanetti, la scommessa esotica David Nyathi, il giovane terzino francese Jonathan Zebina e uno degli eterni pupilli di Ventura, quel Vincenzo Mazzeo che era già stato espressamente richiesto dal tecnico nella stagione precedente. L’impianto di gioco, il solido 3-5-2, si appoggerà sugli interpreti che in Serie B ne hanno garantito l’efficientissimo funzionamento: difesa diretta da Zanoncelli, linea mediana composta da Berretta e De Patre a protezione del genio di O’Neill e spinta sulle fasce garantita dal funambolico Vasari e dal costante Macellari.

Il Parma di Malesani, che a fine anno trionferà in Europa vincendo la sua seconda Coppa Uefa, al Sant’Elia regge solo un tempo. La chiave della partita probabilmente va cercata nell’immensa prova offerta da Fabian O’Neill, che gioca una partita a due facce: annulla totalmente Veron nella prima frazione e sale in cattedra nella seconda dirigendo sontuosamente il gioco e offrendo giocate di alta scuola. Ma è Il rendimento di tutto il centrocampo rossoblù a essere alle stelle: Cavezzi, piccolo portafortuna della squadra (con lui titolare si vince sempre) sfianca il campione del mondo Boghossian, Vasari umilia a più riprese il navigato Benarrivo, mentre Macellari dall’altra parte vince nettamente la sfida col dirimpettaio Mussi. Crespo e Chiesa, temibilissima coppia, non riescono mai a rendersi pericolosi se non su calcio piazzato. Malesani ha paura: si accorge che la propria squadra sta scricchiolando più del dovuto, con Cannavaro e Thuram che a ben diritto potrebbe chiedere il pagamento degli straordinari cui sono sottoposti, e allora decide di azzardare una mossa che, in altre circostanze, aveva ben funzionato. Dentro Mario Stanic e squadra che si prepara a supportare le tre bocche di fuoco là davanti. Ma la strategia del tecnico veronese si rivelerà piuttosto un’iniezione letale per la propria squadra. Visibilmente sbilanciato in avanti, infatti, il Parma si espone al gioco preferito del Cagliari di Ventura: il contropiede. E il centrocampo gialloblù, che già presentava vistose falle, cede di schianto. O’Neill trova il corridoio per Muzzi che però, menomato dal 15° del primo tempo, non ha la forza di scattare e l’azione sfuma. Tocca quindi a un altro duo confezionare il colpo del KO su un avversario ormai alle corde: Vasari riceve palla sulla destra, mette dentro e Kallon riscatta una prestazione condita da svariati errori (aveva sprecato una clamorosa occasione facendosi recuperare da Thuram e aveva ostacolato in un’altra circostanza Berretta al momento della conclusione) con un pregevole calcio al volo che vale la vittoria.

Nasce una nuova realtà calcistica sotto la guida di un tecnico abile a spremere il massimo da una rosa non certo di primo piano. Se solo si raccogliesse qualche punticino anche fuori casa…Fu un po’ questo il refrain dei giornali che, vedendo il Cagliari tra le grandi del calcio, furono pressoché obbligati a parlarne. Ma nonostante l’euforia dell’ambiente, da sempre pronto a concedersi a sogni e a voli pindarici, le parole di Massimo Cellino a fine gara, forse le più sagge perché profetiche, restituirono il Cagliari alla sua dimensione: “L’aggancio alla zona UEFA? No, pensavo più semplicemente ad una salvezza conquistata con due giornate d’anticipo”. Andò proprio così in effetti, ma la nomea di “Ammazza-grandi”, quella durò per tutta la stagione e fu un po’ il biglietto da visita di una squadra che, sebbene forte e talentuosa, scontò probabilmente la colpa di aver espresso il suo potenziale in un campionato che era allora il più bello e competitivo del mondo.

TABELLINO (10° giornata 1998/99)

MARCATORE: Kallon al 32′ s.t

CAGLIARI (3-5-2): Scarpi; Villa, Zanoncelli, Grassadonia; Cavezzi, O’Neill, Berretta (Zebina 43′ s.t.), Macellari; Vasari, Muzzi (Pisanu 29′ s.t.), Kallon. (Franzone, Lopez, Nyathi, Mazzeo, C. Zanetti)

PARMA (4-3-1-2): Buffon; Mussi, Thuram, Cannavaro, Benarrivo; Fiore, Boghossian (Stanic 13′ s.t.), D.Baggio; Veron; Crespo, Chiesa (Orlandini 24′ s.t.). (Guardalben, Sartor, Fuser, Giunti, Pedros). All: Malesani.

AMMONITI: Zanoncelli, Villa, Fiore e Benarrivo per gioco scorretto

ARBITRO: Tombolini di Loreto

[Matteo Sechi – Fonte: www.tuttocagliari.net]